23 Luglio 2013

Feste e sagre della birra: consigli per la degustazione

Feste e sagre della birra: consigli per la degustazione

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I consigli del sommelier Alessandro per trasformare una gita all’insegna della birra in una vera e propria esperienza sensoriale!

L’estate è il periodo in cui gli appuntamenti con le feste e dagre della birra si moltiplicano in tutta Italia e non solo. Degustare la birra, è noto, è un’attività complessa, che richiede esperienza dell’assaggiatore, ma anche attenzione, concentrazione e metodo.
Per l’appassionato non professionalmente legato al mondo birrario, le sagre e fiere agroalimentari sono una delle occasioni più preziose per poter degustare e conoscere birre differenti per tipologia e provenienza, in quanto “straordinariamente” concentrate in un unico luogo.

Purtroppo, però, la calca, la mancanza di metodo e strumenti per organizzare l’assaggio, nonché l’assenza di ambienti idonei ed adeguati alla degustazione,  rendono spesso queste manifestazioni solo delle “bevute”, che non creano ricordi sensoriali e non accrescono l’esperienza del degustatore.
Da professionista della degustazione, riporto alcuni consigli, che possono aiutare l’appassionato a strutturare organicamente e  valorizzare l’esperienza di assaggio durante tali manifestazioni, soprattutto quando, come è oggi usanza, si riceve un unico bicchiere per tutto il ciclo di degustazione.
Innanzitutto, quando si ha intenzione di frequentare una sagra è bene munirsi di:

  • taccuino di piccole dimensioni (da trasformare in un personalissimo “diario di degustazione”): deve essere facile da gestire e possibilmente la penna o matita con cui si scrive deve essere assicurata con uno spago allo stesso. Ogni pagina deve essere dedicata ad un vino e deve essere precompilata  (operazione da svolgere a casa, con calma, prima della partenza) con le seguenti indicazioni:
  • data di assaggio
  • luogo/manifestazione
  • tipologia e denominazione della birra
  • annata
  • titolo alcolometrico volumico
  • produttore
  • caratteristiche visive
  • caratteristiche olfattive
  • caratteristiche gustative
  • equilibrio
  • punteggio (su scala da 0 a 10 in funzione del gradimento)
  • note

NB: naturalmente, ogni titolo dovrà avere uno spazio libero commisurato allo sviluppo del dettaglio da riportare.

  • cracker o grissini non aromatizzati e  non salati: regola fondamentale è creare le medesime condizioni al palato prima della degustazione di ciascuna birra, altrimenti la comparazione verrebbe falsata. Intervallare le birre con spuntini a base di formaggi o salumi (spesso messi a disposizione negli stessi stand di degustazione dei vini) è un errore. Ciò non significa che non vadano assaggiati, però bisogna ricordarsi di “pulire” il palato prima di ogni assaggio di vino con un cibo neutro e costate, quale, appunto, un grissino non salato e privo di spezie.
  • acqua: una bottiglietta è sufficiente per sciacquare il bicchiere ogni volta che si cambia birra.

Accingendosi alla degustazione, soprattutto per i neofiti, è bene ridurre e selezionare le tipologie di birra da prendere in esame (ad esempio quelle dello stesso stile, ma provenienti da zone o produttori differenti) . Infatti, in questo modo, è possibile applicare il cosiddetto “metodo di degustazione comparativo”. È proprio la comparazione di due o più campioni – la possibilità di confrontare un elemento con altri – che consente di ricordare meglio le sue caratteristiche, grazie al contrasto o l’analogia relativa ad altri fattori. Queste tecniche, oltre a permetttere una conoscenza più diretta di una tipologia di birra, permettono di cogliere meglio anche le specificità del produttore.

Prima la degustazione è buona regola cercare il dialogo con chi presenta la birra, in modo da approfondire la conoscenza delle caratteristiche dell materie pime, delle peculiarità dell’azienda produttrice, nonché delle tecniche di produzione. Ogni dettaglio dovrebbe essere riassunto sul taccuino.
Per ogni campione di birra è bene compilare con cura e con attenzione ogni spazio del diario di degustazione. Questo permetterà di memorizzare meglio la birra oggetto di esame e spingerà il degustatore a porre maggiore attenzione e sensibilità nello svolgere l’analisi organolettica. Inoltre, abituerà l’assaggiatore ad un esercizio che sembra banale, ma non lo è: ovvero descrivere l’alimento (saremmo tutti abilissimi a parlare della nostra automobile, conducendo un discorso che può durare ore…ma avete mai provato a descrivere un pomodoro, o una mela?). E ancora, renderà più facile reperire una birra molto apprezzata, di cui altrimenti si perderebbe presto il ricordo nella frenesia della vita quotidiana.
Se l’ambiente è troppo caotico, oppure ricco di profumi od odori che disturbano le percezioni, è bene defilarsi in un luogo più tranquillo, dove effettuare l’assaggio.
Una regola da seguire scrupolosamente è di non confrontarsi mai con altre persone durante la degustazione: questo induce in distrazioni e spinge a seguire le opinioni espresse dall’interlocutore. Risulta molto utile, per contro, scambiare opinioni e paragonare i propri appunti solo al termine dell’analisi del campione: questo è molto arricchente, perché può aiutare ad individuare descrittori organolettici che possono essere sfuggiti o valutati in modo non corretto.
L’elemento fondamentale, capace di creare un circolo virtuoso nella cultura di degustazione di un appassionato,  risulta – come sempre –  l’esperienza. Infatti, è la qualità più utile del degustatore, una qualità che si acquisisce attraverso pratica, attenzione, consapevolezza, dedizione e, non da ultimo, con il tempo.
Altro consiglio: non dimenticare mai la rigidità del codice della strada e, soprattutto, la responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti del prossimo se si mette alla guida dopo aver ecceduto nell’assunzione dell’alcol. In queste occasioni, il treno o il pullman possono risultare i mezzi di trasporto migliori per una giornata in compagnia della birra, positiva sotto il profilo culturale ed edonistico.

di Alessandro V.

 

 

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