Numero 05/2017

1 Febbraio 2017

Cartoline sulla birra tra Otto e Novecento: in mostra al 74° Convegno Filatelico Numismatico di Forlì

Cartoline sulla birra tra Otto e Novecento: in mostra al 74° Convegno Filatelico Numismatico di Forlì

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Al 74° Convegno Filatelico Numismatico che avrà luogo presso la Fiera di Forlì nei giorni  4 e 5 febbraio 2017, si potrà ammirare una interessante e rara collezione di cartoline dedicate alla birra.

La raccolta di cartoline originali esposte in mostra fa parte di quello che, con un nome forse troppo ambizioso, si può chiamare “Piccolo Museo della Birra Pasqui”, comprendente materiale originale di vario genere da me raccolto e relativo alla birra a cavallo tra Otto e Novecento. A differenza di altre collezioni simili, questa si concentra su un preciso periodo storico e non punta tanto sulla quantità o sull’oggettistica come sottobicchieri, locandine pubblicitarie, insegne. È il risultato di un piccolo passatempo nato col ripristino della produzione della “Premiata Fabbrica di Birra Gaetano Pasqui – Forlì”, marchio già presente in città nel 1835 e portato avanti dalla generazione più giovane della stessa famiglia di Gaetano.

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Le cartoline, tutte originali, quindi, sono comprese in questo periodo e provengono per lo più dall’estero. La maggior parte è affrancata e scritta nel retro, alcune sono state affrancate ma rimane la traccia del francobollo staccato, altre non sono mai state usate.

Si noteranno cartoline relative alla coltivazione del luppolo, con le fasi che questo duro lavoro comportava: a frotte, dalle città, per una scarsa fonte di guadagno, si accorreva alle campagne, soprattutto del Kent, tra vaste coltivazioni e lì iniziava la lunga selezione dei “coni”, la loro raccolta in sacche, il carico per procedere con l’essiccazione nelle case con il tetto “a punta storta”.

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Al luppolo si associa facilmente la birra che, è da dire, è composta soprattutto da acqua e malto, nonché lievito. Su questa pianta, che nasce anche spontanea alle nostre latitudini, nel 1861 fu scritto il saggio “Del luppolo coltivato da Gaetano Pasqui di Forlì”. Da tale ispirazione inglese nasce “Livia”, la birra esposta con le cartoline, studiata secondo una ricetta che si avvicina all’originale (premiata a Londra nel 1862) recante con sé il sapore della bevanda ottocentesca inglese, più “ale” che “beer”.

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Altra categoria è quella forse più vicina all’idea comune di birra, relativa per lo più a Monaco e alla Germania. Così si vede come da più di un secolo i bavaresi e i tedeschi in generale si caratterizzassero per questa bevanda, facendone anche ironia con rare e colorate interpretazioni su carta. Tra i personaggi più ricorrenti troviamo il monaco (spesso bambino), accompagnato sovente da scimmie, rape o “bratwurst”, o il “Re Gambrino”. Si vedono immagini anche festose di uomini che alzano boccali per augurare buon anno (interessante è quella in cui si scorge un aereo rudimentale), buon compleanno, buon onomastico al destinatario della cartolina. Ma vi è anche la riproduzione di una serena Pentecoste in famiglia su un bel prato.

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L’accostamento bambino-birra è frequentissimo mentre oggi sarebbe ritenuto politicamente scorretto: su un seggiolone un poppante sceglie un boccale e fa cadere il latte, e più bimbi si mettono in posa tra riferimenti brassicoli. La birra, del resto, fa allegria e può essere il più elevato desiderio di uomini panciuti che aspettano a bocca aperta un singolare “bombardamento” di boccali pieni. Allegria che talvolta esorcizza l’angoscia della Grande Guerra, o della leva militare. In alcune cartoline si notano riproduzioni fotografiche di soldatini o ufficiali in foto di gruppo, talora anche in pose spiritose.

Anche gli inglesi usano la birra come argomento spiritoso per cartoline dall’aspetto caricaturale: una donna che sta per sposarsi la si vede a letto con una botte, quasi per fare una prova di cosa proverà da moglie. Un uomo, del resto, si trascura steso a letto tra alcolici vari ribadendo il fatto di essere poco socievole. O, sullo stesso stile disegnato, si raccomanda una fornitura come “dote” da matrimonio: ovviamente litri di birra.

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La raccolta comprende cartoline anche da altri Paesi, come la Svizzera, l’Austria-Ungheria, la Boemia, l’Irlanda, la Francia, gli Stati Uniti, il Giappone, l’Italia.

Per quanto riguarda l’Italia, di particolare pregio è la testatina pubblicitaria affrancata della “Birreria Milanese” e indirizzata a Martini e Rossi di Torino. Una parte delle cartoline esposte, infatti, sono le prime forme pubblicitarie, come il raro esemplare della “Triumphator”.

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Un’ultima parte è dedicata alle fabbriche. Si noterà la differenza tra le dimensioni di un birrificio americano e uno coevo alle pendici del massiccio del Giura. Si vedrà un gran lavorio tra botti nello stabilimento Guinness e un raduno di birrai in Alsazia, nell’inconfondibile buon gusto estetico che caratterizzava anche i padiglioni fieristici di quel tempo.

 

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Umberto Pasqui
Info autore

Umberto Pasqui

Nato a Bologna il 19 agosto 1978, vivo da sempre a Forlì dove lavoro come professore. Ho pubblicato racconti, raccolte di racconti, manuali e saggi, molti pubblicati anche su riviste e antologie. Ho conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza e sono dottore summa cum laude in Scienze religiose con specializzazione pedagogico-didattica. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti, ho collaborato e collabo ad oggi con alcune testate locali. Grazie ad alcuni studi condotti, ho contribuito a far rinascere l’antico marchio familiare (dal 1835) della Premiata Fabbrica di Birra Gaetano Pasqui – Forlì®. In tema brassicolo, ho pubblicato “L’uomo della birra” (CartaCanta, 2010) ed ho curato l’antologia di racconti “Dentro la birra” (BraviAutori, 2012). Per saperne di più su di me: www.birrapasqui.blogspot.com