Numero 09/2017

4 Marzo 2017

I Contabbandieri di Birra – Capitolo 21

I Contabbandieri di Birra – Capitolo 21

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Lei era…

Bellissima?

Stupenda?

Si ma no, non solo!

Aveva i capelli castani, lunghi e fluenti; li teneva sciolti, visto che fino a pochi istanti prima era dentro casa.

Di solito, le donne, i capelli li portavano raccolti in specie di palle simili alle bocce… sicuramente erano più comodi per affrontare una dura giornata di lavoro, innegabile, ma erano, secondo Giuseppe, poco femminili.

Lei, invece, con quella chioma fluente che le arrivava fino a metà schiena e le velava appena gli occhi era… UAO!

E quegli occhi, il taglio che ricordava quello di un cerbiatto, come anche il colore: castano-nocciola con venature che, nella penombra della casetta di lei, sembravano verde smeraldo.

Vispi, svegli, sagaci.

Il viso dai lineamenti poco marcati, sembrava quasi una nobildonna, non un’abitante della campagna.

E quelle labbra… ahhh quelle labbra!

A Giuseppe venne come l’impulso irrefrenabile di morderle.

Di riflesso, senza accorgersene, si morse il labbro inferiore, quasi a palesare al mondo il suo pensiero un po’ sconcio.

Il corpo non era visibile, lei indossava una camicia da notte lunga fino alle caviglie ed una giacca leggera, ma lui intuì che non era una donna grassa, anzi!

Ipotizzò nel suo cervello le dimensioni e la forma del seno e dei fianchi di lei.

Allontanò subito quei pensieri, prima di fare evidenti figuracce.

Lei, dal canto suo, si accorse di essere osservata molto attentamente.

Di solito avrebbe fatto una scenata fingendosi disgustata da quelle attenzioni morbose verso il suo corpo, attenzioni che le riservava tutto il genere maschile…

Ma quel giovane…

Non sapeva come mai, ma a pelle le piaceva!

Osservò anche lei il giovane, colse le sue mani grandi e forti, apprezzò la stazza fisica e l’apparente assenza di grasso sull’addome, la mascella squadrata, molto virile, ed anche le spalle larghe e possenti.

Sì, sembravano due ebeti che avevano visto per la prima volta i regali di Natale!

Lei, però, molto più abituata di lui a quelle occhiate, fu la prima che riuscì a smuovere quell’immobilismo creato da Cupido.

Lui le piacque subito, perciò colse la palla al balzo:

«Ehm… il vino…»

Lui non rispose, distolse lo sguardo dagli occhi di lei e, arrossendo, le porse la brocca dalla quale aveva bevuto.

Lei, maliziosa, appoggiò lentamente le labbra alla ceramica e deglutì lentamente il rosso liquido.

Fece in modo che un rivolino le colasse a lato della bocca, una goccia lenta e scura che percorse la sua guancia, rallentò alla base del volto, per poi scivolare veloce sulla sua gola fine e delicata. Termine corsa della goccia ignoto, giacché scivolò sotto la vestaglia per andare a lambire, Giuseppe ne era certo, un morbido e procace seno.

Lui, a quel punto, avvampò.

Arrossì ancora di più, gli occhi fissi sulle grazie di lei.

La giovane, accortasi che il giochetto della goccia di vino aveva sortito l’effetto desiderato, levò la brocca dalle labbra, passò il pollice su di esse per pulirle e posò il contenitore di nettare divino sul gradino dell’uscio di casa sua, sedendo visi accanto.

Giuseppe era ancora impietrito, ora sì che la sua fantasia galoppava verso lidi più che provocanti!

Lei, divertita dal comportamento del ragazzo, sicura di averlo stuzzicato al punto giusto, sfoderò l’arma migliore a disposizione di una giovane donna avvenente e libera: la seduzione.

«Allora, che dici, il mio corpo è di tuo gradimento? Lo stai guardando come se non avessi mai visto una ragazza!»

Lui, capendo di esser stato colto in fallo, arrossì ancora di più, distolse lo sguardo da lei; le sue fantasie furono interrotte da quella che aveva tutta l’aria di essere la figuraccia del secolo!

“che stupido!” pensò lui, inconsapevole del fatto che, in un modo o nell’altro, aveva fatto colpo!

«Io… io-io-io ti chiedo… scusa»

Fece per voltarsi e correre via, ma la voce di lei lo trattenne:

«Ehi, dove scappi! Non ti mangio eh! Non vuoi più il tuo vino?»

«N-no,ti ringrazio… consideralo un risarcimento per le viole…»

«Oh, grazie! Però non ho l’abitudine di bere da sola… quello lo faceva mio padre… prima di picchiarmi. È per questo che me ne sono andata di casa.»

«Quindi… quindi vivi da sola?»

«Sì. Ho un negozio di alimentari in paese e, come mi sembra palese, non sono sposata».

«Ah… mi-mi spiace per te…»

«Io invece sono felice così, non ti preoccupare!»

«Ti-ti chiedo sc-scusa io…»

«Ma non sembravi balbettare, prima…»

«Io… io non balbetto di solito…»

«Ah, quindi ti do fastidio, ti metto a disagio!» disse lei, nel tentativo di far arrossire ancora di più quel ragazzo impacciato.

«No, è solo che…»

«ho capito! No, non mi dire che…»

«Che?»

«Che non sei mai uscito con una donna in vita tua!» lei rise di gusto, con quella ammiccante femminilità, preludio di qualcosa di più.

Lui, arrossendo ancora di più, cosa che neppure lei credeva possibile, si volto e fece per scattare via, mortificato.

Lei intuì il gesto disperato di lui, si destò fulminea e l’afferrò per il polso:

«Ti chiedo scusa» disse sottovoce, in tono mellifluo, «non era mia intenzione offenderti… stavo solo giocando un po’ con te…»

Lei sorrise.

«No, è che devo andare e…»

«Resta ancora un po’… beviamo il vino».

Lui, stregato, si fece trascinare senza opporre resistenza.

Si sedettero sul gradino dinnanzi l’uscio della casetta:

«E dimmi, caro il mio timidone, hai anche un nome?»

«Giuseppe».

«Piacere, Beatrice».

«Piacere mio! Sai, ora lo berrei un po’ di vino!»

I due risero.

La notte era giovane come loro.

E lei era…

Stupenda?

Bellissima?

Sì e no…

Non solo…

Lei era Divina!

 

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Alessio Lilliu
Info autore

Alessio Lilliu

Sono nato a Cuneo, ridente capoluogo di provincia piemontese.
Ho sempre amato la Natura e, seguendo questo amore, ho frequentato l’Istituto Tecnico Agrario ed ho proseguito i miei studi conseguendo, nel 2012, la Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari a pieni voti.
Ho sempre adorato la cultura in ogni sua forma, ma ho sempre odiato gli stereotipi.
In particolare lo stereotipo che ho sempre rigettato è quello che riguarda la relazione tra “persone studiose” e “persone fisicamente poco attraenti”. Per ovviare a tale bruttissimo stereotipo all’età di 11 anni cominciai a praticare Judo e ad oggi sono cintura nera ed allenatore di questa disciplina marziale.

Dal 2010 gestisco un’attività commerciale, l’Edicola della Stazione Ferroviaria di Cuneo.
Ho ricoperto nel 2011 anche il ruolo di Vice-Responsabile della qualità all’ingresso in un macello del cuneese e, una volta terminato il mio percorso di studi, nel 2012 per l’appunto, ho deciso di rendere il settore alimentare parte ancor più integrante della mia vita. Creai la Kwattzero, azienda di cui sono socio e che si occupa di prodotti disidratati a freddo e di produzione di confetture ipocaloriche, ricavate tramite un processo brevettato di mia invenzione e di mia esclusiva proprietà. Obiettivo finale della ditta è quello di arrivare a produrre i propri prodotti con un consumo energetico pari a zero tramite l’installazione di fonti di energia rinnovabile, per esempio pannelli fotovoltaici.

Per quanto riguarda la mia passione per la scrittura, nacque in tenera età ed in particolare attorno ai sette anni, quando rubavo di nascosto la macchina da scrivere di mio padre, una vecchia Olivetti, per potermi sbizzarrire a sognare e fantasticare su terre lontane e fantastici eroi.

La mia passione per la scrittura venne ricompensata nel 2010 quando pubblicai il mio primo romanzo, “Le cronache dell’Ingaan”. La mia produzione letteraria prosegue a tutt’oggi con nuovi romanzi.

Dal 2012 sono Presidente di Tecno.Food, associazione che riunisce i Laureati e gli Studenti delle Scienze alimentari in seno all’Università degli Studi di Torino.

La nuova ed affascinante sfida che sto cominciando ad affrontare con enciclopediadellabirra.it mi permette di unire due mie grandi passioni: la scrittura e la birra!

Adoro sperimentare sempre nuove cose e nuovi gusti e questa è un’occasione davvero unica.