2 Luglio 2014

E’ nata l’Associazione Italiana Luppolo!

E’ nata l’Associazione Italiana Luppolo!

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Sono ormai numerosissimi e dislocati in ogni parte d’Italia gli appassionati che si dedicano alla coltivazione, per lo più amatoriale, del luppolo. Blog, gruppi informali  sui social network, sezioni chat dedicate all’argomento sono sempre più affollate di informazioni e quesiti sulla coltivazione, conservazione ed utilizzo delle parti utili di tale essenza.
Su questa spinta culturale  e per far fronte alla necessità di organizzare conoscenze ed esperienze è nata la Associazione Italiana Luppolo. Si tratta di un ente no-profit che si prefigge, come si evince dallo statuto, di diventare il punto di riferimento nazionale per creare, promuovere e valorizzare una piattaforma di incontro e confronto sulla tutela, coltivazione ed utilizzo del luppolo in Italia.
Abbiamo intervistato il Presidente, Michele Bessone, per conoscere i dettagli e i progetti futuri.

Presidente, quali sono le ragioni che vi hanno spinto a creare l’Associazione?
L’interesse per il luppolo, in tutti i settori, è cresciuto moltissimo negli ultimi anni e di conseguenza anche il numero di persone che cercano informazioni precise è aumentato vertiginosamente. Il problema che si presenta a chi desidera avvicinarsi o vuole approfondire le diverse problematiche di questa pianta, diventa quello di capire quali siano le indicazioni migliori da seguire al fine di ottenere i risultati sperati. Oramai sappiamo bene che la maggior parte delle informazioni, in qualsiasi campo, passano attraverso la rete Internet ma districarsi tra informazioni vere o presunte tali, tra verità assolute di qualche “esperto” di settore e “leggende metropolitane” diventa sempre più difficile. Ecco perché nasce l’Associazione: per farsi da una parte garante e contenitore di tutto quello che ruota intorno al mondo del luppolo in Italia, senza pregiudizi o chiusure mentali, e dall’altra per impegnarsi attivamente a diventare un volano di iniziative legate al mondo del luppolo, promuovere la ricerca, la condivisione di esperienze, aperta al contributo di tutti quelli che, con il giusto spirito di collaborazione, vorranno realmente essere parte attiva della nascita di una “nuova era” per il luppolo in Italia. Uno degli stimoli più forti che ci ha spinto a creare l’Associazione, che ricordo è un’associazione senza scopo di lucro, è stato quello di voler creare un gruppo, ci auguriamo il più ampio possibile, per scongiurare sin da subito una caratteristica tipica della nostra cultura e cioè la frammentazione delle iniziative, con piccoli gruppi di nicchia che si occupano della stessa passione in maniera disarticolata, dove ognuno “coltiva” i suoi piccoli interessi personali invece di fare squadra per un’iniziativa comune.

 

Da sinistra: il consigliere Alessandro Pirrone Vocale, seduto al centro Michele Riccati (segretario) e il presidente Michele Bessone.

 

Come pensate di realizzare i vostri obiettivi?
Condivisione, condivisione, condivisione. Questa deve essere veramente la parola d’ordine per tutti quelli che vogliono far parte dell’Associazione. Mi piace paragonare lo spirito, che mi auguro caratterizzerà l’Associazione, con la “filosofia” che anima i Fablab ormai diffusi in tutto il mondo: persone con competenze, livello di preparazione, interessi e passioni molto diverse tra di loro ma che, sotto il comune denominatore del luppolo, si incontrano e confrontano con spirito propositivo e insieme sviluppano progetti innovativi e condivisi. Mi auguro veramente che grazie all’Associazione si possano incontrate il biologo o l’agronomo con l’homebrewer che coltiva a livello amatoriale nel giardino di casa qualche pianta di luppolo e a cui si unisca l’appassionato di medicina naturale oppure l’esperto in giardinaggio, per condividere a beneficio di tutti gli associati le rispettive esperienze. Crediamo fermamente che la “contaminazione incrociata” dei diversi campi porterà a raggiungere gli obbiettivi che l’Associazione si è prefissata. Nello specifico si dovrà lavorare intensamente nel campo della tutela e della promozione sia delle varietà autoctone con la definizione di disciplinari specifici che delle varietà originarie degli altri paesi che meglio si adattano al nostro territorio, si dovrà stimolare e promuovere la ricerca nel campo della difesa del luppolo sia con tecniche tradizionali che biologiche, promuovere un dibattito per introdurre finalmente una legislazione che permetta un corretto uso dei prodotti utilizzati per combattere le malattie che colpiscono la pianta, organizzare e promuove iniziative per la sensibilizzazione verso la qualità del luppolo cresciuto nel nostro territorio, dei suoi derivati e dei prodotti che lo utilizzano. Non da ultimo l’Associazione si fa carico di divulgare capillarmente e con ogni mezzo tutte le informazioni e i risultati ottenuti dai vari soggetti in campo. Evidentemente per raggiungere tutti questi obbiettivi ci auguriamo che l’adesione all’Associazione sia numerosa al fine di raccogliere così le risorse economiche ed umane necessarie.

 

 

La vostra associazione si occuperà solo di luppolo da birra, o curerà anche altri aspetti di utilizzo?
Come dicevamo all’inizio dell’intervista l’interesse per il luppolo è aumentato moltissimo in tutti i campi: l’uso del luppolo nella birra è forse, almeno ad una parte del pubblico, il più conosciuto ma, guardando con attenzione alla ricerca nel campo della medicina, sia  classica che naturale, al florovivaismo e alla difesa delle varietà autoctone, i settori dove il luppolo riveste un ruolo importante sono moltissimi. L’Associazione vuole quindi occuparsi di luppolo a 360°, facendosi promotrice e divulgatrice sia delle antiche tradizioni come anche delle ultime scoperte nei campi più disparati. In questi mesi di preparazione dell’Associazione ad esempio abbiamo raccolto numerosi studi sull’uso del luppolo nella moderna ricerca medica con risultati interessanti e promettenti di cui presto daremo notizia attraverso il nostro sito www.luppolo.org.

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!