Numero 04/2017

26 Gennaio 2017

Maneba: un’eccellenza campana

Maneba: un’eccellenza campana

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Oggi ho il piacere di portarvi alla scopera di una delle tante Eccellenze Italiane. Un’ Eccellenza che sta più a Sud rispetto alle altre, in particolare a Napoli, la città del sole, del cielo terso, e delle sfogliatelle.

In ottobre ho avuto la possibilità di passare una giornata ad Eccellenze campane, un luogo di perdizione sviluppato similmente al concetto di Eataly, dove si possono gustare le specialità campane prodotte in loco e anche acquistarle. Eccellenze campane si trova nella struttura spaziosa e ariosa di un ex complesso industriale. All’interno ogni attività, come la friggitoria, la pizzeria, il caseificio o il birrificio, ha il suo laboratorio produttivo. Io ovviamente mi sono recata al birrificio per conoscere la birra di Napoli, Birra Maneba di Nello Marciano.

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Il Birrificio Artigianale Maneba nasce nel 2008 a Striano, dove tutt’ora vi è la sede principale, un piccolo comune in provincia di Napoli che ha tra le sue caratteristiche, quella di essere molto fertile ed infatti è il cuore della coltivazione del pomodoro San Marzano.

Ho il piacere di passare l’intera giornata tra i tini e le spezie, pronte per essere inserite nella bollitura di quella che diventerà Clelia, la blanche del birrificio. Le spezie di questa birra vengono messe prima in infusione e poi inserite dopo il whirlpool nei 10 minuti di decantazione.

Nello è un birraio molto disponibile e ricco di spirito innovativo per cui inizia a raccontarmi la realtà di Maneba. L’impianto è Spadoni ed è alimentato ad olio diatermico invece che a vapore. La capienza è da 3,5 hL con due fermentatori da 7,5hL. Davanti all’impianto si trova posizionato il bancone, dove si possono gustare tutte e sette le birre della gamma. In loco vengono prodotte due birre la Clelia e l’Oro di Napoli una golden ale erbacea e con un amaro ben bilanciato.

 

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La filosofia produttiva è filobelga per i lieviti e le spezie, con un’inclinazione verso gli Stati Uniti per i luppoli e verso il mondo anglosassone per i malti. Le birre che ho assaggiato oltre alla Oro di Napoli e Clelia sono: Masaniello malti caramellati in ingresso con finale luppolato persistente, Partenope una brown ale dai toni dolci di mou e caramello con note tostate che la rendono beverina e poco stucchevole, Spaccanapoli birra impegnativa dal punto di vista alcolico ma ben bilanciata con sentori fruttati e speziati che non ti lasciano posare il bicchiere, Vesuvia una dubbel color rubino con il giusto equilibrio tra dolce e tostato. Chiude il cerchio A’ Livella, un’american stout a cui sono un po’ affezionata perchè è stata lei a farmi conoscere Birrificio Maneba all’Open Fest di Settembre a Torino. A’ Livella ha la capacità di conquistarti dal primo sorso, anche se di solito stai alla larga dalle stout, perchè i sentori forti di tostato si sentono solo all’olfatto. In bocca, il palato viene avvolto da cappuccino e da note di cioccolato e liquirizia che rilasciano una giusta percentuale di amaro.  Questa è la carrellata delle birre che potete gustare anche in bottiglia sia da 75cl che da 33cl.

 

Lo spirito d’iniziativa di Maneba non si ferma qui. Vengono prodotte anche delle birre stagionali come la birra di Natale, ed è in atto una collaborazione con l’Università di Salerno e di Napoli per produrre una birra “territoriale” aromatizzata alla mela annurca, mela tipica del Monte Taburno situato in provincia di Benevento. Inoltre, nell’ultimo periodo, Maneba è passata da Birrificio Artigianale ad Agricolo con l’acquisto di 5 ettari di terreno che verranno dedicati alla produzione di orzo per essere poi impiegati in birrificio.

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L’attenzione per un prodotto quanto più locale e caratteristico possibile sono il focus principale di Maneba che ha la capacità di produrre birre eterogenee ma semplici senza luppolature o speziature estreme in modo da permettere l’avvicinamento anche a chi di birra artigianale sa solo il nome.

 

La Campania sta crescendo molto sul fronte birra artigianale, i birrifici e le beerfirm presenti sono molteplici e dislocate su buona parte della regione, circa una quarantina. Diciannove di questi vengono descritti e ben approfonditi in un libro di recente uscita #faccedabirra che consiglio a tutti gli amanti del movimento birraio campano.

Un ultimo consiglio: andate in Campania e innamoratevi. Innamoratevi del mare, del sole, del cuoppo fritto, della morbidezza di una tazzina di caffè, della dolcezza della salsa di pomodoro sulla pizza, del latte che fuoriesce dalla mozzarella appena la sfiorate con il coltello. Innamoratevi di una pizza calda, ma innamoratevi anche della birra artigianale campana. Se siete a Napoli concedetevi una pausa da Eccellenze Campane e fatevi coccolare da una creazione di Nello Marciano.

 

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Alessia Devoli
Info autore

Alessia Devoli

Sono nata e cresciuta nelle campagne piemontesi, precisamente in Val Pellice. Coltivo i miei interessi, le mie gioie e i miei dolori tra Nord e Sud Italia cioè tra Piemonte e Calabria, la Regione che ha dato i natali a mio padre e ad una parte della mia famiglia.
L’amore per la terra e per i suoi frutti mi spingono a frequentare l’Istituto Agrario di Osasco (TO) dove conseguo il diploma di Agrotecnico nel 2013. Dopo un periodo di chiusura totale verso il mondo agricolo, capisco di esserne ancora affascinata e attratta e decido di alzare gli occhi dai miei amati romanzi per posarli su altri libri dal carattere più tecnico. Inizio ad appassionarmi di vino, poi capisco che il mondo della birra, soprattutto quello della birra artigianale, e un terreno inesplorato e scelgo di percorrerlo. A fine 2015 mi iscrivo al corso ITS Mastro Birraio a Torino ed inizio ad intraprendere il corso di studi dedicato interamente alla birra, ai malti, ai luppoli, alle degustazioni e alle analisi. Nel giugno del 2016 viene pubblicato su un quadrimestrale locale di stampo religioso un mio articolo ” La corale valdese di Luserna San Giovanni ieri e oggi:1866-2016″ e capisco che la mia passione per i libri e la scrittura può pian piano uscire allo scoperto. Nello stesso periodo divento socio Green Slow Food.
Acquisirò nel 2017 il Diploma di Tecnico Superiore Mastro Birraio dopo aver effettuato un periodo di stage formativo nel settore.
Con la mia partecipazione al team di Giornale della Birra contribuirò a divulgare la cultura della birra artigianale, ma anche dell’agroalimentare e a suscitare curiosità nel lettore ancora poco interessato o diffidente verso il mondo agricolo e del buon bere