Numero 23/2025

7 Giugno 2025

Brouwerij Sterkens: dal Belgio, il piccolo birrificio di famiglia

Brouwerij Sterkens: dal Belgio, il piccolo birrificio di famiglia

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Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Meer/Belgio
Piccola azienda di famiglia, in un villaggio nei pressi del confine con i Paesi Bassi. Fondata nel 1651 dagli Sterkens, è tuttora nelle mani della loro 14a generazione.
Fino al 1990 la birra veniva distribuita principalmente in ristoranti e caffè del Belgio. Poi l’azienda cominciò a concentrarsi sempre più sull’esportazione, e oggi il 95% del prodotto lascia il Paese.
La produzione, completamente artigianale, comprende, in particolare, birre d’abbazia con rifermentazione costante in bottiglia e il mantenimento inalterato delle antiche ricette monastiche.
La Sterkens inoltre cura molto il confezionamento, in bottiglie eleganti che, per i prodotti più pregiati, sono di ceramica smaltata con chiusura a clip. In tal modo, oltre che a rimanere preservato il contenuto da deterioramenti per sbalzi di temperatura e luce, viene consentito un consumo progressivo.
St. Denise Grand Cru, belgian strong dark ale di colore ambrato intenso e dall’aspetto velato (g.a. 7,6%); conosciuta anche come St. Sebastiaan Golden. La carbonazione è molto spinta, quasi aggressiva; la schiuma bianca, copiosa, minuta, fitta, tenace e aderente. L’aroma si apre intenso ed elegante, floreale e fruttato; seguono sentori di malto, passito, caramello, lievito, nocciola; mentre si alzano dal sottofondo suggerimenti di coriandolo, chiodi di garofano, mela acida. Il corpo medio ha una consistenza alquanto cremosa. Il gusto, morbido e caldo, si snoda sotto l’egida di una certa dolcezza proveniente dalla frutta gialla matura e dal miele millefiori. La stucchevolezza è praticamente inibita dalla solida luppolizzazione di base: e, nel finale, il rampicante si sbriglia senza remore, apportando una ventata di freschezza, mista di amaro e acidità. Le lunghe impressioni retrolfattive sanno tanto di esteri fruttati e piccantezza generica.
St. Denise Réserve de l’Abbesse, belgian strong golden ale di colore giallo dorato e dall’aspetto nebuloso (g.a. 7,6%); conosciuta anche come Sterkens Smokkelaar. È l’orgoglio dell’azienda, con una produzione in quantità limitate destinate all’estero: la ricevono solo i clienti più qualificati. Con un’effervescenza abbastanza sostenuta, la schiuma bianca erompe alta e fine, compatta e cremosa, stabile e aderente. L’aroma si apre delicatamente maltato e fruttato con sentori, in secondo piano, di menta, semi di coriandolo, luppolo, anche alcol. Il corpo medio ha una trama con tendenza alla grassa. Il gusto si snoda deciso e secco, di cereali, frutta dolce e lievito, che si mescolano armonicamente con “belle” note speziate e luppolizzate, nonché intiepidite e rinfrescate, rispettivamente, da un discreto etanolo e da una delicata acidità. Il finale si dilunga nella sua consistenza dolceamara, per poi dileguarsi languidamente tra le blande suggestioni affumicate del retrolfatto.

St. Laurent Triple, tripel di colore giallo dorato e dall’aspetto intorbidato dalla presenta di lieviti (g.a. 7,6%); conosciuta anche come St. Paul Triple. Viene rigorosamente prodotta, a tripla fermentazione, secondo un’antica ricetta. La carbonazione è abbastanza vivace; la schiuma bianca, di grana molto minuta, generosa, fitta, resistente. L’aroma si libera intenso e complesso: i profumi fruttati iniziali si arricchiscono presto di sentori vegetali, floreali, speziati; nonché, in seconda battuta, di malto, luppolo erbaceo, vaniglia, lievito, pane raffermo. Il corpo medio tende al pieno, in una consistenza cremosa leggermente appiccicosa. E, mentre la forza alcolica attacca delicatamente il palato, il cereale, dopo un morbido impatto dolce, si limita al ruolo di sottofondo, agevolando l’ingresso di note vieppiù luppolizzate. Il finale sopraggiunge pulito, asciutto, e lascia nella discreta persistenza retrolfattiva una deliziosa sensazione amara e calda.
St. Paul Double, dubbel di colore marrone con riflessi rosso rubino e dall’aspetto opaco (g.a. 6,9%). La carbonazione è abbastanza alta; la schiuma beige, abbondante, sottile, cremosa, di buona durata ma scarsa allacciatura. Malto torrefatto e zucchero candito, caffè e cioccolato al latte, uva rossa e mirtilli, mandorla e pasta, melassa e liquirizia, unitamente a un soffio di cannella, allestiscono un bouquet olfattivo di attraente finezza. Il corpo medio ha una consistenza piuttosto cremosa. Nel gusto, morbido, vibrante, la dolcezza del malto scuro e l’amaro di un luppolo terroso ed erbaceo realizzano invece un equilibrio eccellente. Anche nel finale agrodolce, cereale e rampicante si ritrovano a confronto e raggiungono presto un compromesso. Nella discreta persistenza retrolfattiva l’alcol esalta le secche e piccanti suggestioni.
St. Sebastiaan Grand Cru, tripel di colore biondo oro e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 7,6%). Conosciuta anche come St. Sebastiaan Golden, viene prodotta secondo la legge sulla purezza del 1516. La carbonazione è parecchio vivace; la schiuma bianca, abbondante, minuta, compatta, cremosa, tenace. Coriandolo, chiodi di garofano, lievito belga ed erbe speziate infervorano il ricco bouquet olfattivo costituito da malto, passito, nocciola, biscotti, pane tostato, luppolo floreale, mela, pera, arancia. Nella sua consistenza cremosa, il corpo supporta un gusto pieno e rotondo in cui la base maltata e il rivestimento luppolizzato si fondono alla perfezione, regalando un morbido dolceamaro. La lunga corsa si chiude tra calde e asciutte note di alcol. Le impressioni retrolfattive risultano di un maltato che strizza l’occhio a sfuggenti esteri fruttati e a uno stuzzicante piccantino.
Oregon White Bier, witbier di colore giallo paglierino intenso e dall’aspetto opalescente (g.a. 5,5%). Prende il nome dallo stato americano da cui proviene il luppolo utilizzato. Con una forte effervescenza, la schiuma bianca, ampia, minuta, soffice, non ha lunga durata. L’aroma è intenso, ricco di frutta fresca, cui tengono dietro sentori di frumento, agrumi, miele, fiori, lievito: il tutto infervorato da spifferi di coriandolo, scorza di arancia amara, chiodi di garofano. Il corpo medio ha la tipica consistenza acquosa. Il gusto si snoda molto secco e rinfrescante, con l’immancabile nota di acidità; mentre si rendono facilmente riconoscibili malto, lievito, frumento, agrumi e, in particolare, la speziatura dell’arancia amara e dei semi di coriandolo. L’asprezza del finale nasconde una certa dolcezza. Le impressioni del retrolfatto accennano invece a un piacevole amarognolo erbaceo.

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.