Numero 44/2025

29 Ottobre 2025

Birrificio Incanto: la città di Partenope raccontata a sorsi di birra

Birrificio Incanto: la città di Partenope raccontata a sorsi di birra

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Da quando ho iniziato ad appassionarmi alla birra artigianale (in verità non moltissimo tempo fa) e mi imbattevo in birre sia con ingredienti particolari e sia su come venivano nominate, ho sempre immaginato a quanto sarebbe stato affascinante trovare referenze che potevano ispirarsi alla mia cara terra, la Campania ed in particolare Napoli.

E questo pensiero, un giorno di marzo del 2021 l’ho visto concretizzare in una mia visita nell’unica birreria del quartiere Soccavo (A tutta Birra, ora non più operativa purtroppo) e scoprivo una birra con un’etichetta molto particolare con una verdura in un boccale di birra dal nome anglo-napoletano: Friary Ale.

Pronunciando il nome di questa birra viene fuori la traduzione in napoletano dei broccoli di rapa, comunemente chiamati friarielli. Ero quasi incredulo ed ovviamente mi sono catapultato a comprare delle bottiglie e subito ad immaginarmi un bel pairing con un’accoppiata vincente della cucina napoletana: salsiccia e friarielli.

La birra proveniva da un birrificio di Casalnuovo, in provincia di Napoli e precisamente dal Birrificio Incanto, fondato da Ignazio Iavarone, operativo dal 2019. Dal logo del birrificio, che mostra la sirena Partenope dalle cui membra si originano il Vesuvio ed il Golfo di Napoli, già possiamo immaginarci il forte legame con la città di Napoli.

Figura 1. Logo del Birrificio Incanto

 

Ignazio, mente operativa e birraio, propone principalmente birre ispirate agli stili del Belgio, ma ci sono anche referenze dal mondo statunitense.

In ogni birra si avverte la sua personalità, dando il suo tocco con una scelta mirata di ingredienti inseriti nelle varie ricette sia come aggiuntivi, dando il proprio contributo con con zuccheri fermentabili (benché siano diversi dai malti) e sia come additivi con l’obiettivo di arricchire il prodotto finito dal punto di vista organolettico, integrandosi in maniera egregia allo stile base della birra stessa. Se poi si considera che la maggior parte di questi ingredienti sono tipici del territorio campano, la sua proposta diventa ancora più interessante.

Altra particolarità riguardano i nomi delle birre: sono in lingua Napoletana, e le etichette richiamano luoghi, monumenti ed oggetti della tradizione napoletana. Mi piace pensare che ogni birra di Ignazio ci racconta parti della città di Partenope e non solo. Sulle sue etichette c’è una descrizione della birra che conclude sempre con consigli di abbinamenti con cibi che spesso vanno a toccare le tipiche pietanze napoletane.

Personalmente, ho avuto modo di degustare le referenze attualmente a disposizione del birrificio, ed in questo articolo ne condivido l’esperienza gustativa.

Iniziamo la carrellata con le birre ispirate al mondo belga:

  • Luna Janca: è la prima birra proposta da Ignazio da quando ha avviato il birrificio. Come stile è una Blanche di colore dorato con schiuma bianca e persistente, presenta tra gli ingredienti troviamo la buccia di agrumi dei Campi Flegrei, oltre al coriandolo, ed entrambi contribuiscono al profumo della birra che presenta appunto note citriche e speziate. Al gusto le note aromatiche si ripropongono che si vanno ad integrare con un corpo morbido ma con una acidità percettibile che aiuta la bevuta mantenendola gradevole e con un finale secco. Fresca e beverina con 5 % ABV è una birra adatta ai climi estivi e personalmente la consiglio negli abbinamenti con i fritti di mare. L’etichetta mostra una luna Bianca alle spalle della coppia Vesuvio e Monte Somma con il suo riflesso nel mare.

Figura 2. Luna Janca

 

  • ‘A Piccerella: è una Golden Ale ormai diventata la best seller del birrificio. Birra dal colore dorato lievemente velata con una schiuma bianca a grana mediamente fine persistente. Gli aromi percepiti ci rimandano a note date dal luppolo che vanno dal floreale e speziato. La parte di malto viene percepita da note tipo cerealose e panificato.Al sorso buon equilibrio tra la dolcezza del malto e l’amaro del luppolo, accompagnata da una percezione di mineralità che a me non dispiace affatto. Le note speziate si mescolano con quelle cerealose e di leggero caramello in una maniera armonica. Birra che nonostante abbia una bevibilità elevata ha un corpo che si presenta non esilissimo e con una percettibile cremosità che da soddisfazione alla sorsata. Carbonatazione mediamente giusta che insieme all’amaro percepito dà un contributo alla secchezza della birra.

Figura 3. ‘A Piccerella

 

Friary Ale: già nominata precedentemente, anche essa di base è una Golden Ale, dove Ignazio aggiunge sapientemente come ingrediente i friarielli durante la fase di bollitura. proprio per estrarre il caratteristico aroma e sapore di questa verdura che ha segnato l’infanzia di tutti i figli del Vesuvio. Ne esce fuori una birra beverina e fresca che al sorso presenta un amaro dato proprio dai friarielli. Birra di colore giallo dorato con una schiuma bella presente di colore avorio. Al naso impatto aromatico medio con evidenza la parte maltata che riconduce a note di caramello e miele, ma anche la parte erbacea e terrosa. Al gusto ingresso dolce con a seguire l’amaro, con una percettibile mineralità che da un twist alla sorsata. Note gustative coerenti con quelli percepiti al naso con l’aggiunta del caratteristico sapore del friariello. La gradazione alcolica è di 5.3% ABV ed è ben nascosta, carbonatazione lieve con un finale moderatamente secco (nonostante l’amaro che persiste, è comunque percettibile a fine sorsata il contributo delle destrine).

 

 

Figura 4. Friary Ale

 

Una birra che ho avuto modo di provare in abbinamento con la salsiccia e friarielli e posso confermare una continuità gustativa tra cibo e bevanda. Esperienza gustativa che merita di essere provata!

Inoltre, sul mio canale YouTube è possibile visualizzare una mia video degustazione questa birra: https://youtu.be/jybdoVSg_V4?si=EOdrCvxJ3FB_C_m_ .

 

  • ‘A Stagione: altra birra ispirata ad uno stile del Belgio, cioè alla Saison (appunto, la traduzione letteraria in napoletano è proprio il nome di questa birra, anche se i napoletani un po’ più anziani si riferiscono all’estate). Birra da 7.3% ABV, dal colore oro carico con una schiuma bianca. Aromi agrumati, fruttati (pesca, frutta candita), speziata, cereale e miele. Al sorso ingresso dolce, a seguire amaro con un tocco di sapidità. Corpo medio ed alcoolicità nascosta. Carbonatazione presente ma non eccessiva. Finale secco.

Figura 5. ‘A Stagione

 

Altre birre della tradizione belga sono:

  • Malupina: è una Belgian Ale da 5.9% ABV che annovera tra gli ingredienti il miele di castagno del Vesuvio. Birra dal colore ambrato carico, con una bella schiuma di colore beige abbondante e persistente. Le note aromatiche evidenziano la parte mielata, la frutta secca, l’erbaceo e le spezie. Queste stesse note si ritrovano al gusto. Birra dal corpo medio che evidenzia una certa morbidezza. In etichetta sono rappresentante i teschi del cimitero delle anime delle Pezzentelle. Ottimo il pairing provato con la pasta al forno.

 

Figura 6. A’ Malupina

 

  • ‘A Malamente: una Belgian Golden Strong Ale da 8.3% ABV con la presenza tra gli ingredienti di grano saraceno. La parte aromatica è bella intensa con note di banana matura, arancia più orientata nella versione candita, pesca, floreale e speziatura. Al sorso ben bilanciata con ingresso dolce che vira poi su un amaro pronunciato ma non invadente, dove si percepiscono le note fruttate ed agrumate con speziatura percettibile. Buon corpo e la carbonatazione tengono a bada il grado alcoolico, comunque, percettibile dopo la sorsata. Secca nel finale.

Figura 7. ‘A Malamente

 

  • 21 12: è riconducibile al Belgio come ispirazione delle kerstbier, quindi, è una birra natalizia che può essere riconosciuta in etichetta dalla rappresentazione del “carusiello” napoletano con i numeri 21 e 12 (gioco da tavolo tipico delle feste natalizie campane). Due numeri richiamano la presunta data della fondazione della città di Neapolis avvenuta nel 475 avanti cristo e proprio quest’anno cade il 2500 anniversario della sua fondazione. Birra di alta gradazione alcoolica (9.3% ABV), di colore scuro tipo mogano con dei riflessi granata con una schiuma color cappuccino persistente, presenta aromi complessi ed impattanti che ricordano le spezie: cannella, vaniglia e noce moscata, ma anche frutta sotto spirito, frutta secca, caramello e balsamico. A me ricorda molto quando spezziamo un mostacciuolo e parte quel bel odore delle spezie…. Tornando alla birra, al sorso l’ingresso è prima dolce, poi arriva l’amaro amaro e dopo una acidità percettibile che da accompagna la sorsata. Le note gustative sono coerenti a quelle percepite al naso che oltre alla parte speziata (con la parte balsamica mi riconduce più alla liquirizia), ci sono anche descrittori che riportano alla mandorla e la frutta candita. Corpo bello pieno e strutturato che cerca di contenere l’elevato grado alcoolico ma che insieme alla carbonazione e l’acidità percettibile, aiuta a rendere meno complicata la bevuta. Birra da abbinare da meditazione ma anche da abbinare a dolci tipici napoletani natalizi.

Di questa birra ne esiste è stata anche prodotta una versione limitata wood aged con chips in legno.

Figura 8. 21 12

 

  • Sprucida: l’unica referenza acida del birrificio ed il nome è un modo in napoletano per identificare una persona carattere scorbutica ed appunto “acida”. È una birra ad alta fermentazione da 5.2% ABV che inseriamo tra quelle ispirate agli stili del Belgio, dato che utilizza un lievito per Saison. La birra, inoltre, si caratterizza per essere aromatizzata con succhi di mela annurca e kiwi. Adatta per le calde temperature, fresca e beverina che ha un gusto acido non invadente, ma accompagnata da sia da una percettibile dolcezza e che una certa sapidità. La birra è stata proposta nel maggio 2024 come one shot, probabile che venga riproposta successivamente.

Figura 9. Sprucida

 

 

 

Invece le birre della tradizione americane sono rappresentate da due referenze luppolate che sono:

  • ‘A Mericana: ispirata alle American Pale Ale, dal colore giallo dorato con una schiuma bianca e persistente. Birra da 5.2% ABV ma con corpo leggero con aromi di citrici e di frutta tropicale che si ritrovano al sorso. Birra secca grazie alla prevalenza dell’amaro dato dai luppoli.

Figura 10. ‘A Mericana

 

  • Freska Freska: una Session Ipa (4.2% ABV) dal particolare colore rosa, dato che tra gli ingredienti particolari ci sono i fiori di ibisco. Dal nome si può capire che è una birra dalla bevuta fresca e leggera, on note aromatiche floreali, di frutta tropicale e frutta a pasta gialla che si confermano anche al sorso insieme ad una delicata speziatura. Birra secca dato l’amaro presente ma non invadente.

 

Figura 11. Freska Freska

 

 

 

La Malupina, Freska Freska, ‘A Malamente, ‘A Piccerella e ‘A Mericana sono certificate gluten free, ciò porta il Birrificio Incanto ad essere tra i primi birrifici nel panorama italiano a presentare almeno 5 referenze che possono essere accessibili a persone intolleranti al glutine.

Molte birre di Ignazio hanno vinto medaglie a vari concorsi nazionali ed internazionali (come il Frankfurt International Trophy).

Volutamente non ho riportato i vari abbinamenti con le pietanze tipiche napoletane che suggerisce Ignazio nelle varie etichette (ci sono solo cenni su personali esperienze). La mia è una sorta di call to action nel invitarvi a cercarle e gustarle, così potete divertirvi ad abbinarli con antipasti come le cosiddette zeppole di “pasta cresciuta” , palle di riso (sorta di arancini napoletani), con formaggi tipo il provolone del monaco, secondi come il baccalà fritto o le polpette al ragù, piatti completi come la immancabile pizza ed infine anche con dolci napoletani come rococò, mostacciuoli e sfogliatelle.

 

 

Contatti

Birrificio Incanto

Via Matilde Serao 7

80031, Casalnuovo (Napoli)

Website: https://www.birrificioincanto.it/

Mobile: 3472601111

Mail: info@birrificioincanto.it

Account instagram: birrificio_incanto

 

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Antonio Fiorentino
Info autore

Antonio Fiorentino

Sono nato a San Giorgio A Cremano, a pochi passi da Napoli, il 11 marzo 1983. Sposato con Mariarosaria dall’aprile del 2016 e padre di Francesco, nato nel novembre 2019.
Sono laureato in ingegneria biomedica e lavoro presso una azienda di dispositivi medici per lo scompenso cardiaco come responsabile commerciale per il Sud Italia.
Da anni coltivo la passione della birra ed ho conseguito l’attestato di Sommelier della birra di Secondo livello tramite l’AIS Campania, frequentato il corso di Beer Ambassador con Sommelier Italia e recentemente ho conseguito il titolo di Beer Master Sommelier con la Scuola Italiana Sommelier.
Sono sempre alla ricerca di corsi da frequentare per incrementare il mio bagaglio culturale sul mondo birraio ed in base ai miei impegni lavorativi cerco di frequentare i vari corsi tecnici e le monografie di Unionbirrai Academy e gli appuntamenti con i vari birrifici organizzati da Cronache di Birra.
La curiosità mi spinge a visitare luoghi birrai sia durante le mie vacanze personali e sia nelle ore di svago post lavoro, data la mia professione che mi consente di girare spesso durante la settimana.
Coltivo anche la passione della lettura tanto di essere in possesso di oltre 60 libri sul mondo della birra.
A casa ho un mio angolo bar dedicato alla birra con tanto di spillatore, 2 cantinette con oltre 170 birre e una vetrinetta con una varietà di bicchieri particolari in mostra. Oltre che a degustare e divertirmi a provare gli abbinamenti con il cibo, recensisco birre sull’applicazione geo social Untappd (nickname: antoniofiorentino) e mi diverto a pubblicare video di divulgazione tramite il mio canale youtube (https://www.youtube.com/@antoniobeerambassador)