Numero 22/2025

27 Maggio 2025

Espuma Punk: la birra agricola bio che nasce tra arte e tradizione di famiglia

Espuma Punk: la birra agricola bio che nasce tra arte e tradizione di famiglia

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Continua il nostro viaggio alla scoperta delle realtà più innovative e particolari della produzione brassicola nazionale: oggi ci troviamo a Piove di Sacco, in provincia di Padova, in visita ad un birrificio agricolo di recente costituzione, ma dall’identità ben definita.

Ad accompagnarci Filippo Simoni, che insieme ai suoi familiari è stato artefice della nascita dell’impresa brassicola, dando sviluppo all’azienda agricola che di generazione in generazione era già patrimonio di famiglia.

Filippo, come nasce Espuma Punk e come si inserisce nell’ambito di una azienda agricola già avviata?

Tutto ha avuto inizio con il nonno Giancarlo, la cui esperienza nel campo ha gettato le basi per un’eredità familiare fatta di amore per la terra. Una tradizione che è stata portata avanti dalla figlia Elena, che si è dedicata alla coltivazione di vite e cereali. Successivamente, ho ripreso personalmente questa passione, fondando nel 2018 l’azienda agricola ’ , conducendola sin da subito in regime biologico certificato.   In particolare, l’Albero del Mondo nasce come azienda cerealicola per poi estendere, due anni dopo, la sua attività al settore ortofrutticolo con la realizzazione di una serra per orticole e un frutteto.  Nel 2021 abbiamo dato vita a , l’agribirrificio biologico de L’Albero del Mondo.  È il risultato tangibile della nostra profonda conoscenza dei cereali: un’esperienza che abbiamo riversato nella produzione interna delle materie prime come il malto, ingrediente essenziale di tutte le nostre birre.

 

Come si struttura la produzione agricola delle materie prime per la birra? Quali impianti caratterizzano il vostro birrificio?

Negli anni precedenti all’entrata in produzione del birrificio abbiamo provato diverse varietà di orzo, per andare ad indentificare la varietà che più di adattava al terreno e al clima della zona dove si trovano i terreni aziendali. Fatto ciò, abbiamo iniziato con la coltivazione dell’orzo che meglio ha risposto a queste prove, per avere quindi delle piante che non subiscano eccessivi stress ambientali e quindi garantire un orzo di ottima qualità senza andare ad intervenire con prodotti di sintesi in fase di coltivazione. Questa ricerca ha permesso anche di ottenere una materia prima certificata BIO senza necessità di intervento al di fuori della semina e della raccolta. Abbiamo scelto di non coltivare il luppolo in quanto i terreni dell’azienda si trovano in una zona non vocata per questa coltura; quindi, preferiamo acquistare luppolo di qualità proveniente da zone adatte, dove gli input di coltivazione sono inferiori a quelli che dovremmo fornire noi, andando a tradursi in un inferiore impatto ambientale del prodotto. L’orzo raccolto viene quindi maltato e insacchettato ed è pronto per la produzione. Disponiamo di un impianto con sala cotte da 600lt, riscaldata a vapore, e di 4 fermentatori da 1200lt ciascuno. Cerchiamo anche di ridurre al minimo gli scarti, infatti andiamo a riutilizzare tutti gli scarti solidi, come trebbie e luppoli esausti, come concimazione organica per le nostre colture e, quando possibile, le acque come irrigazione. Queste, e molte altre piccole attenzioni durante tutto il processo di produzione, quindi dalla preparazione del terreno fino alla lattina finita, permettono di avere prodotti di alta qualità, controllato e a basso impatto ambientale.

 

Il vostro birrificio annovera un’ampia gamma di birre, tutte confezionate in lattina. Quali ritieni tra queste la più rappresentativa delle vostre produzioni? (motivare anche la scelta della lattina)

Attualmente abbiamo a listino 4 stili di birra: Weizen, Lager, IPA e Red Ale.

Abbiamo scelto questi 4 stili innanzi tutto per fornire una selezione che abbracciasse più gusti possibili, e che poi si adattassero al meglio alle nostre materie prime. Queste scelte, infatti, ci permettono di utilizzare fino al 97% orzo coltivato da noi. È quindi difficile sceglierne una più rappresentativa delle altre, perché dietro ognuna c’è più di un anno di cure e attenzioni, vedendo ognuna crescere da quando il seme germoglia in campo a quando vengono chiuse le lattine. Abbiamo poi fatto la scelta delle lattine per due motivi principali: sostenibilità e qualità. La lattina, rispetto al vetro, necessita di minori input energetici per la produzione, il riciclaggio e anche per il trasporto in quanto a parità di quantità di birra richiede meno peso e meno volumi per il trasporto. Dal punto di vista organolettico, inoltre, la lattina preserva meglio le qualità della birra, in quanto impedisce il passaggio di luce (preservando quindi tutte le sostanze fotolabili), e riduce il rischio di ossidazione della birra.

Quali sono i vostri principali canali di vendita e di distribuzione del prodotto?

Attualmente i nostri canali di vendita sono 3. Vendiamo in tutta Italia tramite il nostro e-commerce che si trova direttamente sul nostro sito. Vendiamo direttamente al consumatore in sede, vendendo sia i nostri prodotti, sia organizzando visite guidate su prenotazione. Ci stiamo anche organizzando per poter consumare in loco durante l’estate. Infine, vendiamo a ristoranti, macellerie e bar della zona. Stiamo però cercando di espandere l’area di vendita B2B al resto d’Italia.

 

Come realizzate una reale sostenibilità dei processi produttivi dal campo alla tavola?

Negli anni, abbiamo sviluppato e perfezionato il nostro metodo “Go Green”, un processo produttivo che incarna il nostro impegno concreto verso la sostenibilità, riducendo l’inquinamento e favorendo gli equilibri naturali della Terra. Puntiamo all’autosufficienza energetica e alla minimizzazione degli sprechi, trasformando materiali che generalmente verrebbero scartati in nuove risorse o nutrimento per i nostri campi. Produciamo birre sostenibili, genuine e naturali, adottando metodi biologici in tutta la filiera e promuovendo tecniche di coltivazione rispettose dell’ambiente, come l’uso di insetti predatori per il controllo dei parassiti. Inoltre, investiamo in tecnologie avanzate e metodologie innovative per migliorare la qualità e la resa delle nostre coltivazioni, garantendo prodotti sani, nutrienti e privi di sostanze chimiche nocive. Riutilizziamo la maggior parte degli scarti di lavorazione come concimazione e apporto di sostanza organica nelle nostre coltivazioni. La nostra dedizione alla sostenibilità si riflette in modo concreto nel nostro operato quotidiano e ci guida verso la costruzione di un futuro più rispettoso nei confronti della Natura.

Infine, come è nato il vostro marchio? E quali valori vuole trasmettere al consumatore?

Il nome Espuma Punk è ispirato al genere letterario , noto per integrare tecnologie anacronistiche in ambientazioni storiche dell’800. Allo stesso modo, nel nostro agribirrificio, uniamo la tradizione agricola con tecnologie innovative in un’ottica green. La parola “Espuma” poi, richiama la schiuma delle nostre birre, che introduce lentamente al loro sapore per una piacevole degustazione ma riflette anche la nostra personalità spumeggiante, che ci spinge a vivere con entusiasmo questa grande avventura. Come viene mostrato anche nelle etichette delle nostre birre, vogliamo cercare di rispettare la natura in quanto noi ospiti a casa sua. Inoltre, ci teniamo a far presente a chi apprezza i nostri prodotti che in ogni loro assaggio ci sono più di un anno di lavoro, attenzioni e passione.

Maggiori informazioni: https://www.espumapunk.it/le-nostre-birre/

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!