Numero 40/2025

1 Ottobre 2025

Una bevuta da Rosbettola, ai piedi della Bisalta

Una bevuta  da Rosbettola, ai piedi della Bisalta

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Consultando il dizionario della lingua italiana, alla voce bettola la definizione recita “osteria di infimo ordine”. C’è un posto, un locale che per scherzare ha accolto questa definizione. Perché quando vuoi avviare un attività in un luogo che si chiama Rosbella, Rosbettola è sicuramente un nome che si sposa bene. Rosbella è un piccola frazione di Boves, vicino Cuneo. Sullo sfondo di questo piccolo gruppo di case si staglia maestosa la Bisalta, la montagna che domina sui dintorni di Cuneo.

Il mio birrovagare mi ha condotto qui per incontrare Edith e farmi raccontare la storia della Rosbettola, una storia di rinascita ma anche di appartenenza.

 

La Rosbettola non è semplicemente un locale, è un simbolo della volontà di rinascita di quel luogo, incarnato dagli sforzi di Edith, suo fratello Leo e dei suoi genitori Sandro e Marzia. L’amore e il legame per quel posto aveva condotto i genitori di Edith, una coppia di registi documentaristi a trasferire il loro studio a Rosbella; a inizio secolo c’era un solo abitante rimasto in quel luogo remoto e difficilmente raggiungibile. C’era però la volontà di rivitalizzare quel luogo, di rinnovare un tessuto sociale ormai strappato, di richiamare persone in quel posto che giaceva quasi dimenticato sotto lo sguardo vigile della Bisalta.

 

Fu così che nel settembre del 2020, in piena pandemia, la famiglia di Edith, con uno slancio di coraggio, aprirono la Rosbettola. Tutto era stato progettato con grande cura, Edith aveva seguito un corso per l’avviamento della futura attività di famiglia e in quella sede le era stato detto che il loro progetto era troppo ambizioso. Il risultato tuttavia smentì le opinioni degli esperti, in piena pandemia Rosbella era gremita di persone attirate dalla Rosbettola e dalla bevanda di bandiera di quel locale: la Rosbirra.

 

L’idea di una birra di Rosbella frullava nella testa di Edith da molto prima dell’apertura della Rosbettola. L’idea nacque una sera d’estate, mentre Edith stava bevendo una birra artigianale in compagnia di Andrea Bertola, il birrario del birrificio Troll di Vernante che divenne poi il suo mentore. Erano seduti sul cassone dell’ape di Edith, quando emerse l’interessante suggestione di una birra prodotta lì a Rosbella, un birra che non poteva che chiamarsi Rosbirra. Certe idee necessitano di tempo per maturare. All’epoca Edith aveva quattordici anni ma quella conversazione aveva tracciato una direzione per il suo futuro. Aveva studiato grafica al liceo e se non avesse scelto di lavorare nel frizzante mondo della birra, avrebbe lavorato nell’ambiente della grafica; non proprio informatica ma sempre un lavoro con il computer (toccherà guardare altrove per altri birrai ex informatici).

 

Alla fine scelse la via della birra, iniziò a lavorare al birrificio Troll, successivamente lavorò a Malta in un birrificio e poi ebbe anche altre esperienze lavorative lontano dall’Italia. Finché non tornò e con lei l’idea di quella birra da produrre per la futura Rosbettola. Edith riprese in mano pentole e fermentatori e creò la sua birra. Stilisticamente la Rosbirra è una IPA ma Edtih diede un tocco femminile alla ricetta, per esaltare il fatto che quella birra era stata ideata da una donna; infatti le birraie non sono molto comuni. La scelta ricadde sui fiori di sambuco, pianta che cresce in abbondanza nei dintorni di Rosbella. È una birra dal colore chiaro, dove l’amaro è piacevolmente smorzato dal dolce dei fiori di sambuco. Il legame della famiglia di Edith per la montagna e per Rosbella è rimarcato dall’etichetta della bottiglia. Il bordo superiore è frastagliato come il profilo della Bisalta e i membri della famiglia di Edith sono rappresentati con figure di animali: Edith è la lince, Leo il leone, Marzia la civetta e Sandro (con orgoglio) da cinghiale.

La Rosbirra si trova solo alla Rosbettola di Rosbella e la ragione di questa scelta risiede nella filosofia del locale: la globalizzazione al contrario. Una visione dove le merci sono generatore di movimento per le persone, una spinta attrattiva, un richiamo verso un luogo per scoprirlo, per viverlo. Riportare le persone alla scoperta della possibilità di poter vivere in montagna. Stimolando la gente a risalire la lunga serie di strette curve zigzaganti per raggiungere Rosbella, oscillando a destra e sinistra come un ago che ricuce il tessuto sociale di quel luogo.

 

La Rosbettola vuole essere un punto di riferimento del territorio, un luogo di aggregazione, un luogo che faccia da ponte tra il territorio e i prodotti locali. Promuovendo un modo nuovo di vivere la montagna.

All’interno della dimensione dei produttori di birra, La Rosbettola si identifica come una beer firm. Si tratta di aziende che non possiedono strutture produttive proprie ma che devono appoggiarsi ad altri birrifici per la produzione. In questo caso però le cose sono un po’ diverse: Edith produce la sua birra all’interno degli spazi del birrificio Troll. È una sorta di combinazione con un altra filosofia di fare birra: il gipsy brewery. È una filosofia di produzione della birra in cui il birraio vaga di birrificio in birrificio. Possiede solo le sue abilità e produce la birra utilizzando gli impianti di altri birrai.

La Rosbettola un tempo era un vecchio deposito di legna e materiali vari con almeno un paio di secoli sulle spalle. Lì vicino storicamente sorgeva l’antica osteria di Rosbella, oggi è la casa della famiglia di Edith.

 

Quando saluto Edith dopo la nostra chiacchierata è oramai il tramonto e le ultime luci del sole illuminano la Bisalta. Scambio ancora due parole con il padre di Edith e condivido un pensiero che avevo avuto nei giorni precedenti. Ero già stato alla Rosbettola in passato e ricordavo quanto la Bisalta fosse vicina. C’è una leggenda secondo cui la Bisalta ha due punte perché una notte, un uomo ubriaco uscendo da un osteria e non potendo tornare a casa perchè la montagna oscurava la luna, si mise a imprecare con forza attirando il diavolo. Questi gli promise in cambio della sua anima di eliminare l’ostacolo che impediva alla luna di rischiarare i passi dell’uomo. Questi accettò e subito il diavolo si mise a tagliare la cima della Bisalta che da allora ebbe due punte. Quando fu però il momento di restituire l’anima al suo nuovo proprietario, il diavolo inorridì vedendo che il contratto che avevano stipulato era stato firmato con una croce e il diavolo fuggi con un pugno di mosche in mano; per sua fortuna i fumi dell’alcol avevano reso l’uomo non particolarmente abile con la penna.

 

Chissà se quell’uomo usciva proprio dall’antica osteria di Rosbella. Sandro mi dice che a luglio la lune sorge proprio in mezzo alla Bisalta e che in quell’occasione aveva avuto lo stesso pensiero.

Riprendo il mio viaggio, porto con me la quiete di quel posto e il messaggio vivificante che ogni luogo può essere frutto di comunità e di realtà per cui vale la pena impegnarsi. Fate un salto alla Rosbettola a bere una birra e a Rosbella a fare una visita per passare una Rosbella giornata!

 

 

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Alessandro Bertellini
Info autore

Alessandro Bertellini

Sono nato a Bordighera nel 1985 e come tanti mi sono avvicinato alla birra partendo da quelle industriali. Col tempo ho scoperto il vasto universo della birra artigianale e dell’home brewing. Fece il mio primo corso di birrificazione casalinga a Firenze. Insieme ai miei amici producemmo birra per un bel po’ ma poi le contingenze accademiche ci separarono e la mia passione per la birra finì in un cassetto. In quegli anni studiai Infermieristica all’Università di Genova. Poi dopo la laurea, mi trasferì a Cuneo per lavoro e in quel territorio fertile di realtà brassicole la mia voglia di conoscere il mondo della birra riavvampò. Con gli amici di un tempo iniziammo ad esplorare i birrifici del cuneese, in quelli che chiamiamo Beer Tour. Scoprendo decine di realtà interessanti. Scoprì così come gli artigiani amassero raccontare il loro prodotto e la loro storia. Decisi allora di iniziare a scrivere queste storie. Aprì un blog che chiamai Birrovagando con l’idea di raccogliere quelle esperienze e di divulgarle.
L’apertura del blog è stato un modo per far coincidere la mia passione per la birra con quella per la scrittura e la narrazione, principalmente di genere fantastico.
Sono inoltre amante della fotografia e faccio parte dell’associazione culturale Progetto HAR di Cuneo.
I miei stili di birra preferiti sono quelli più scuri, le stout, le porter, le birre di natale ma in cima alla classifica ci sono le barley wine, anche se dopo il mio viaggio in Belgio ho aggiunto alla lista le birre a fermentazione spontanea.