Numero 34/2023

24 Agosto 2023

Real Ales: le regine d’Inghilterra

Real Ales: le regine d’Inghilterra

Tweet


In Gran Bretagna la birra, chiamata “ale”, era tipicamente prodotta dalle massaie inglesi e messa a disposizione delle feste parrocchiali, dove veniva venduta a scopo di beneficenza per la manutenzione di chiese e conventi. In Inghilterra la birra diventò bevanda nazionale in quanto l’acqua usata per la sua produzione veniva bollita e sterilizzata, quindi la birra rappresentava una garanzia in un periodo in cui l’acqua era spesso infetta. Soltanto dopo il Rinascimento questa piaga cessò. Una curiosità: in Inghilterra il luppolo venne introdotto assai tardi nella birra
nazionale, che continuò a chiamarsi ale, in contrapposizione dei prodotti continentali luppolati, detti “beer”.
Gli abitanti della Gran Bretagna e dell’Irlanda sono antichissimi consumatori di birra. Tracce di cereali e miele sono state trovate in Scozia su cocci datati 3000 a.C. In altre parti della Scozia si trovano ulteriori reperti che provano che gli abitanti bevevano birre prodotte con varie erbe e bacche tra cui una pericolosa erba psicotropa chiamata “giusquiamo”. Gli studiosi ritengono probabile che queste tradizioni siano nate sul posto, e non siano derivate da regioni dell’est.

 

.

.

 

 

Durante il XVI e XVII secolo vennero gettate le fondamenta degli stili britannici moderni, le ale luppolate non sparirono di colpo, ma poco a poco si trasformarono in birre luppolate. Erano sufficienti piccole quantità di luppolo per assicurare alla bevanda una maggiore stabilità e, se combinate con massicce quantità di alcool, le birre potevano essere invecchiate per un anno o in alcuni casi anche di più.

Agli inizi dell’era industriale le forti birre ambrate della campagna venivano considerate superiori a quelle commerciali, i proprietari terrieri non subivano la pressione economica rispetto ai produttori, e potevano utilizzare maggiori quantità di malto e luppolo, probabilmente anche di migliore qualità. Erano homebrewer, potevano brassare quello che volevano e inoltre pagavano meno tasse dei birrifici commerciali, il che dava loro altri vantaggi. Un’altra importante caratteristica dell’epoca era la distinzione tra “mild” e”running” ale e birre “stale” o invecchiate, alle quali la lunga permanenza in botti o serbatoi di legno, oltre a garantire una fermentazione più completa, donava una aroma terroso e un sapore pungente, talvolta acido, dovuto ai microrganismi che vivevano nel legno.
Queste birre meritavano di diritto la denominazione di “old” ale, in quanto l’invecchiamento conferiva qualità organolettiche uniche. La Gran Bretagna è sempre stata una nazione esportatrice e questo ha giocato un ruolo importante nella storia della sua birra. Nel XV secolo i birrai avevano appreso talmente bene l’arte della birra  luppolata da poterla esportare in Olanda. Riuscirono a creare l’opportunità di vendere ogni tipologia di merce (birra compresa) in tutto il mondo. La bevanda godette del minor costo di spazio di carico sulle navi in uscita rispetto a quello delle navi in entrata e del fatto che c’era bisogno di merce pesante da sistemare in basso alla stiva per stabilizzare l’imbarcazione. Dovunque vi erano inglesi, quindi, vi erano anche cask e bottiglie della loro cara e vecchia birra: la situazione più famosa è quella indiana, dov’era presente una larga rappresentativa di soldati, commercianti e amministratori. Subito venivano spedite strong ale ambrate o brunastre, ma poi scoppiò il fenomeno delle porter e cominciarono a essere esportate pure quelle, sebbene in versione più alcolica.

 

.

.

 

Nel 1700 la rivoluzione industriale porta a innovazioni tecniche nella produzione di birra e si diffondono nuovi stili: Porter, Pale Ale, India Pale Ale. Le India Pale Ale erano birre chiare molto luppolate di quelle destinate all’uso domestico, in base alla regola generale che voleva più luppolo per le birre che dovevano conservarsi più a lungo. Una storia famosa raccontata dagli uffici marketing della Bass sostiene che da una nave diretta in India e poi affondata vennero recuperati diversi barili di India Pale Ale, che risultarono particolarmente graditi ai consumatori dell’isola
britannica. Anche se vi sono alcune contraddizioni storiche, è sicuro che ad un certo punto i bevitori inglesi riuscirono ad assaggiare questa birra, che grazie al colore più chiaro e alla sua secchezza ebbe un successo strepitoso.

Nasce anche la spillatura a pompa tipica inglese, che permette ai locali di tenere le botti in cantina, invece che sul bancone e l’utilizzo di bicchieri di vetro aumenta la popolarità delle birre più chiare.
La tradizione inglese prevede birre ad alta fermentazione con basso contenuto di anidride  carbonica e spillate a pompa, senza introdurre gas nella bevanda e dunque ottenere una bevuta piatta e tiepida.
Queste birre vengono ora denominate Real ale ed oggigiorno sono rigorosamente consumate in Pinte, che non è solo la forma del bicchiere ma anche un’unità di  misura (una pinta imperiale contiene 56cl).
Le birre più gasate, in fusti a CO2, insieme alle lager prendere piede all’inizio del 1900 e a mettere in crisi la tradizione britannica.

 

.

.

Sono nate così le campagne in difesa della birra ad alta fermentazione, rifermentata in fusto e spillata senza aggiunta di anidride carbonica.L’associazione più famosa per la perpetrazione di questa tradizione è la CAMRA (Campagin for Real Ale). La pompa inglese è un sistema che ricorda le vecchie fontane, ovvero aspirano la birra dal cask attraverso un’azione meccanica. Molto piacevole e scenico da vedere, può distruggere una birra oppure esaltarne i sapori, come nel caso delle Real ale: destrutturando la birra essa ossida e si priva della schiuma.
Ricapitolando, gli stili derivati dalla scuola anglosassone presentano principalmente una bassa carbonatazione, un gusto maltato e un profilo speziato.
Tra le più famose ricordiamo le Bitter: classica ale inglese, generalmente (come dice il nome) più amara che dolce ma comunque ben equilibrata; Pale Ale; Ipa; Old Ale; Mild: una tipica birra inglese con bassa densità e gusto leggero. Sfortunatamente risulta una rarità che viene custodita in alcune zone dell’Inghilterra. In passato era popolare nelle Midlands inglesi, in quanto consumata dagli operai; Brown Ale; Porter; Stout; English Barleywine.

Tweet


Vincenzo Barone Lumaga
Info autore

Vincenzo Barone Lumaga

Sono nato nel 1978 e vivo tra Napoli e relativa provincia. Laureato in giurisprudenza e avvocato penalista, sono inoltre musicista, beer lover e scrittore. Appassionato di horror, sci fi e noir, scrivo con continuità dal 2005. Ho pubblicato l’antologia horror Le ore buie(2013), il romanzo thriller horror Lame di Tenebra (2016) e il saggio di letteratura Com’era weird la mia valle (2018), scritto assieme a Fabio Lastrucci. Pubblico inoltre recensioni letterarie e cinematografiche e articoli su numerosi portali letterari e di cultura generale. Bassista e contrabbassista appassionato in particolare di blues e funky, ho partecipato in oltre vent’anni di musica a numerosi progetti musicali inediti virati sui generi e le sonorità più disparate. Appassionato di birra fin dall’infanzia, da circa una decina d’anni vicino al mondo artigianale, negli ultimi anni mi sono convertito con sempre maggiore fervore al lato sour & wild della Forza. Produco in casa dal 2015, cimentandomi principalmente con le tipologie diffuse nell’area anglosassone, dalla bitter alla oatmeal stout alla double IPA.