Numero 29/2022
21 Luglio 2022
Stone beer: alle origini della birra (forse)!

Le origini della birra non sono conosciute. L’attuale mondo accademico sostiene che questa bevanda sia nata nella Mezzaluna fertile, un territorio che si estende dal Golfo Persico al Mediterraneo orientale.
Si ipotizza che proprio qui, alla fine dell’età del bronzo, l’uomo imparò a coltivare i cereali essenziali per la produzione di birra e progressivamente passò dall’essere nomade all’essere stanziale.
Le prime birre prodotte erano molto diverse dalla bevanda che conosciamo oggi, come del resto, anche i metodi utilizzati per il suo brassaggio.
Molti archeologi hanno cercato di riprodurre queste birre sperimentando tecniche molto antiche, tra le quali si annovera un metodo molto interessante tramite l’utilizzo di pietre roventi.
Queste ultime venivano utilizzate per scaldare l’impasto di cereali ed acqua, così da ottenere un mosto che poteva poi essere fermentato. Ma perché utilizzare pietre roventi e non scaldare un recipiente su un fuoco a legna?
In passato non si possedevano contenitori in metallo che potessero essere scaldati a fuoco diretto e quando questi recipienti divennero disponibili, a partire dall’Età del Bronzo, i costi di fabbricazione erano talmente elevati da non essere accessibili alla maggior parte della popolazione. Per ovviare a questo problema si utilizzavano tini in legno, materiale meno pregiato del metallo, dentro il quale l’impasto poteva essere scaldato con pietre roventi. Proprio in questo contesto nacquero quelle che molti oggi chiamano stone beer (birra con pietre). Oggigiorno si tende a classificare le stone beer come uno stile birrario, ma in realtà sarebbe più corretto parlare di metodo di produzione.
Dunque si può affermare che tramite le pietre roventi possano essere creati più stili birrari. Molti di questi stili discendono da una lunga tradizione e vengono attualmente prodotti a livello casalingo, perlopiù nelle fattorie del Nord Europa. Data questa attuale situazione socio-produttiva potremmo categorizzare queste birre come farmhouse ale, letteralmente birre delle fattorie. Oggi con il termine farmhouse ale si indicano tendenzialmente stili come saison e bière de garde, due stili che teoricamente venivano prodotti dalla classe contadina.
È interessante notare come Lars Garshol, nel suo libro Historical Brewing Techniques: The Lost Art of Farmhouse Brewing, apra una finestra su un mondo di tradizioni birrarie, esplorando la produzione di quelle che potrebbero essere definite le autentiche farmhouse ale, prodotte con metodi che agli occhi di un birraio moderno potrebbero apparire insoliti.
Le fonti ci riportano esempi recenti di stone beer prodotte nei birrifici delle regioni austriache della Carinzia e della Stiria. Essi fabbricavano le steinbier, lemma tedesco che indica le stone beer, nel XVIII e nel XIX secolo.
Facendo una panoramica sulle varie stone beer prodotte nei diversi Paesi europei si vuole dimostrare quanto detto in precedenza, ossia che le birre brassate con pietre roventi non possono essere classificate come uno stile unico, quanto piuttosto come un metodo di produzione.
In alcuni casi le somiglianze tra i processi di produzione delle birre prese in esame è sorprendente; per esempio, gli strumenti utilizzati per brassare Sahti in Finlandia sono affini a quelli utilizzati per la Steinbier. In entrambi casi la fase di filtrazione avviene in un tronco di legno cavo e in entrambi gli stili viene utilizzato ginepro per aromatizzare.
Ci si chiede quindi da dove abbia origine questo metodo e da quale periodo storico si sia diffuso. Una teoria condivisa evidenzia che la stone beer sia l’antenata delle tecniche di produzione odierne e che prima di utilizzare recipienti resistenti al fuoco si siano utilizzate pietre roventi.
Tuttavia suddetta ipotesi rimane un’interpretazione e si discute sulla probabilità che possano essere stati utilizzati altri metodi prima di passare all’utilizzo di rocce roventi.