Numero 44/2023

30 Ottobre 2023

A Roma passerella per la prima birra al 100 per cento made in Lucca

A Roma passerella per la prima birra al 100 per cento made in Lucca

Condividi, stampa o traduci: X

 

Dal raccolto del luppolo alla fermentazione in dieci ore. La “birra del raccolto” in stile americano nasce con una filosofia precisa: conservare la freschezza della materia prima appena raccolta nella luppoleto della Piana di Lucca che si candida a diventare il principale “distretto” per la coltivazione di luppolo, orzo e avena della regione con l’ambizione di essere presto tra i più importanti d’Italia.
È stata presentata in anteprima al Villaggio Contadino di Coldiretti al Circo Massimo, preso d’assalto da 2 milioni di visitatori in un solo weekend, la Harvest Ale della start-up Il Bafolo di tre giovani, Gabriele Lorenzi, Nicola Baroncini e Marco Fornai che con il brand Radical Brewery, si stanno facendo velocemente spazio nel mondo degli appassionati delle birre artigianali italiane. Un viaggio, quello della Società Agricola Il Bafolo, iniziato con la vittoria regionale dell’Oscar Green, il premio per le imprese giovanili più innovative, proseguito in quello che è stato l’evento dell’agroalimentare più grande ed importante del 2023. “È stata una bellissima esperienza che ci ha permesso di promuovere la nostra azienda, la nostra filosofia di birrificio e far conoscere le nostre birre. – spiega Gabriele Lorenzi – La birra del raccolto debutterà ufficialmente nei bicchieri il prossimo 6 novembre in occasione della Giornata del Luppolo che si terrà a Roma. Da quel momento in poi sarà sul mercato”.

Già oggi Il Bafalo è il più importante impianto in Toscana, il secondo più grande in Italia per la produzione di luppolo made in Tuscany con 4 ettari di terreni coltivati e 4 ettari ad orzo distico da trasformare in malto tramite una malteria interna. È inoltre la prima azienda agricola italiana specializzata in prodotti per il mondo della birra. L’azienda, che si trova nel comune di Capannori, gestisce tutte le fasi produttive: dalla coltivazione all’essiccazione, dalla pellettatura al confezionamento.

 

Ma per il luppolo, come del resto per altre colture agricole, non è stata una stagione perfetta. Tutt’altro. Lo conferma lo stesso Gabriele Lorenzi parlando di annata difficile, la seconda consecutiva: “Lo scorso anno abbiamo avuto grossi problemi per la siccità, e per un impianto nuovo e giovane con il nostro è stata molto dura; quest’anno sono state le piogge primaverili invece che hanno attivato tutta una serie di fitopatie che hanno richiesto uno sforzo enorme per salvare il raccolto. Con fatica – spiega Lorenzi – abbiamo portato in birrificio un luppolo di ottima qualità anche se con rese basse”. L’obiettivo dichiarato de Il Bafalo è produrre una birra al 100% toscana con materie prime e lavorazioni in loco. “La pandemia prima, i cambiamenti climatici poi hanno stravolto e rallentato i nostri piani iniziali. – spiega ancora Lorenzi – Il nostro progetto, se al momento solo in parte, è chiudere il ciclo produttivo: coltivare luppolo, orzo ed avena e trasformarlo nel nostro impianto che già oggi ha una capacità produttiva di 100-120 mila litri di birra. Senza tutte queste difficoltà saremo già a regime”.

L’azienda di Gabriele, Nicola e Marco è una delle 224 imprese agricole under 35 che stanno spingendo il ricambio generazionale in agricoltura e rafforzando il buon andamento del settore che in provincia di Lucca registra un confortante + 3,2% se prendiamo come periodo di riferimento il 2022 ed il 2022, in controtendenza al quadro regionale (-1,2%). Crescita ancora più sorprendente se andiamo indietro di due anni: + 7,2% di imprese giovanili. “L’attività agricola è la chiave per scoraggiare la fuga dei miei coetanei dalle campagne, creare occupazione giovanile e nuovi presupposti per un rilancio delle comunità rurali. Un processo che va però accompagnato ad investimenti sui servizi essenziali e sulle infrastrutture digitali perché il mondo, la vendita, la promozione, le relazioni, oggi sono dentro i nostri cellulari e noi dobbiamo essere connessi. Gli altri scogli che rallentano il rinnovamento sono l’accesso al credito e al capitale fondiario. – spiega Beatrice Bravi, delegata Giovani Coldiretti Lucca – Ogni giorno tocchiamo con mano il desiderio e la volontà di dedicarsi all’agricoltura di tanti ragazzi e ragazze complice anche la ricerca di uno stile di vita scandito dalle stagioni e non più dal cartellino da timbrare o dai target. Il loro contribuito, le loro competenze e la capacità di diversificare sono fondamentali per accelerare il percorso di transizione energetica, ambientale, sociale, economica di cui la nostra Toscana ha bisogno per restare leader a livello mondiale del buon cibo, dell’accoglienza turistica e della bellezza. Molto è stato fatto ma molto c’è da fare per tradurre i progetti che sono ancora sulla carta in imprese”.

 

Condividi, stampa o traduci: X