Numero 21/2023

23 Maggio 2023

Unplug: il giusto mix tra birre artigianali e cocktail in Corso Lodi a Milano

Unplug: il giusto mix tra birre artigianali e cocktail in Corso Lodi a Milano

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Ampia selezione di birre, qualche cocktail, un grande dehor e un ambiente interno piccolo, ma curato con un giusto mix tra industriale e urban. Sono queste alcune delle caratteristiche di Unplug, locale aperto nel 2019 in Corso Lodi 8.

Intervistato da il Giornale della Birra Giovanni Pravetoni, al timone di Unplug da due anni, ci racconta in esclusiva come è nato il locale e i progetti futuri di quella che inizialmente sembrava una ‘pazzia’ – vista la presenza a due passi dello storico Pogue Mahones’ – ma che ora si sta rivelando una scommessa vincente.

“Quando avete aperto?”

”Il locale è stato aperto quattro anni fa, nel 2019. Io, ai tempi non ero ancora in azienda, ma ho iniziato a lavorare nel mondo dei locali a 16 anni. Ero uno dei due area manager di Carlsberg e dopo quattro anni decisi di chiudere quel capitolo della mia vita. Gli altri due soci di questo locale erano mie clienti quando lavoravo in Carlsberg. Sapevano che tipo di percorso avessi fatto prima e mi hanno chiesto di unirmi a loro e così ho fatto. In precedenza c’era un’altra persona a gestire questo posto in una maniera un po’ più ‘hardcore’, totalmente improntata sul mondo della birra artigianale, ma in un posto di passaggio come Corso Lodi era un po’ restrittivo. Il locale era partito bene, ma non era esploso come volevamo. Poi sono subentrato io. Ora il locale va bene tanto che ne apriremo uno nuovo in zona Brenta, penso per fine maggio, anche se non con lo stesso brand. Ci saranno dei richiami, ma il nome sarà un altro. Lavoreremo, come facciamo qui, con qualche linea Forst e con birrifici artigianali”.

 

Con che birrifici lavorate?

“Abbiamo delle linee dedicate a Forst, altre alla birra artigianale che prendiamo direttamente dai birrifici e altre a rotazione con le novità. Ho lavorato, ad esempio, con Feel Beer e Ritual Lab. Mi è capitato di fare delle presentazioni con Vetra. Settimana scorsa abbiamo fatto un evento con Garden Brewery: un birrificio di Zagabria che ha birre pazzesche. La selezione che faccio io non è per birrificio, ma per stile. Mi sono reso conto che la mia clientela ama degli stili ben definiti. A me piange il cuore avere uno stile ultra ricercato, che poi rimane 10 giorni in fusto. Lavoro tanto con il mondo Ipa; soprattutto ‘Session’ e ‘Double’. Per cui non è un discorso prettamente del singolo birrificio. Inoltre, la scelta del birrificio è legata anche a come loro si pongono con noi. Nel momento in cui uno viene da noi diamo spesso la possibilità di proporre i suoi prodotti a rotazione per una settimana. Non do linee fisse praticamente a nessuno se non a Dulac”.

Oltre alle birre, avete anche i cocktail?

“Si, tendenzialmente Gin Tonic, Spritz e Negroni. Il Gin Tonic ora come ora è un cosa veramente respingente non avere. Nel weekend ne vendiamo tantissimi. Io per primo sono uno che si beve parecchia birra, ma ad un certo punto quando non ho più voglia di birra, ‘vado’ di gin tonic”.

“Come sono i rapporti con i ragazzi del Pogue Mahone’s?

“Siamo qui da quattro anni. Molti ci avevano dati per pazzi perchè abbiamo aperto di fianco al Pogue. In realtà siamo in ottimi rapporti con loro. La clientela ‘è divisa’. In occasione dei grandi eventi diventiamo quasi ‘un blocco unico’. Non è neanche una cosa organizzata; avviene quasi per causa di forza maggiore. Arriva talmente tanta gente da loro che ‘il tutto si espande’.

Come state andando?

“Stiamo andando bene. Facciamo bei numeri. Avere una linea mista tra tre birre industriali e sette artigianali è stato funzionale anche perché non a tutti interessa entrare nel mondo delle artigianali. E’ stata una scommessa”.

 

In cosa consiste l’offerta food?

“Una cosa molto base: panini, taglieri e pop-corn per chi li chiede. Non siamo neanche strutturati per avere un’ampia scelta. Lo spazio è ridotto. Ci arrangiamo con quello che abbiamo, ma anche su questo fronte abbiamo riscontri positivi”.

Organizzate eventi o serate a tema?

“D’estate avendo un grande dehors organizziamo musica dal vivo. Facciamo anche presentazioni di birrifici. Poi è tutto molto open. Organizziamo anche stand up comedy e in passato abbiamo fatto pure un mercatino del vintage, di domenica”.

 

Sei soddisfatto di dove sei arrivato ora?

“Assolutamente. Io, come dicevo lavoro nel mondo dei locali da quando ho 16 anni. Ho provato tutto tra cui avviare locali e lavorare in posti già avviati, ma da ‘tenere’ su un buon livello – come questo. Non è un problema per me avere qualche drink dietro al bancone. Non è una cosa ‘demoniaca’. Rimaniamo, comunque, delle attività commerciali che devono stare in piedi e che hanno dei dipendenti, con persone che vivono di questo”.

 

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