Numero 23/2021

9 Giugno 2021

William Shakespeare: l’amore dichiarato per la birra!

William Shakespeare: l’amore dichiarato per la birra!

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William Shakespeare è considerato da buona parte della critica letteraria il più grande poeta e drammaturgo inglese di tutti i tempi. Del “Bardo dell’Avon” ci è pervenuta una enorme mole di opere:  37 testi teatrali, 154 sonetti e una serie di altri poemi. Le sue opere teatrali sono state tradotte in tutte le maggiori lingue del mondo e sono state inscenate più spesso di qualsiasi altra opera; inoltre è lo scrittore maggiormente citato nella storia della letteratura inglese e molte delle sue espressioni linguistiche sono entrate nell’inglese quotidiano.

Benché fosse già popolare in vita, divenne immensamente famoso dopo la sua morte e i suoi lavori furono esaltati e celebrati da numerosi e importanti personaggi nei secoli seguenti. La scarsità di documenti pervenutici riguardanti la sua vita privata ha fatto sorgere numerose congetture riguardo al suo aspetto fisico, alla sua sessualità, al suo credo religioso e persino all’attribuzione delle sue opere.

 

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Di Shakespeare, però, possiamo certamente affermare che come quasi tutti gli inglesi fosse un grande amante della birra. Infatti, di tale bevanda sono numerose le citazioni nelle sue opere. dove è bevuta in abbondanza dai suoi personaggi.

Nonostante questa costante presenza, la birra riveste però un ruolo secondario ed è un mero elemento descrittivo:
nell’atto V dell’Amleto, ad esempio, la bionda bevanda è desiderata da uno dei becchini che sta scavando la fossa di Ofelia, uccisasi perché rifiutata dall’amato Amleto:
“Adesso, per favore, va’ da Yaughan [un oste]
e fatti dare una pinta di birra”.

Molto interessante, anche dal punto di vista storiografico della birra, risulta un altro passo presente in un’altra sua celeberrima opera e precisamente la scena I dell’atto secondo di “Sogno di una notte di mezz’estate”, dove, per descrivere il carattere dispettoso del folletto Puck, Shakespeare annovera tra le sue burle quello di “far schiumar la birra”.

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La Fata, in particolare, così recita:
“ […] Non sei tu quel bizzoso spiritello
che al villaggio spaventa le ragazze,
che fa cagliare il latte dentro i secchi ,
che armeggia tra le pale del mulino,
e si rende molesto alle massaie
vanificando la loro fatica
a sbattere la crema nella zangola?

Ed altre volte a far schiumar la birra,
o a far smarrire il cammino ai viandanti
di notte, e ridere del loro disagio? […] ”.

Questo passo risulta molto interessante, in quanto da esso trapela l’avversione che il popolo inglese ha sempre avuto e che ha tutt’ora nei confronti delle birre con troppa schiuma. Gli inglesi, infatti, preferiscono le birre “piatte” come le stout o le ale che hanno poca schiuma e che di regola sono servite nelle pinte (bicchieri che per loro natura attenuano il formarsi della schiuma).

 

Infine, nell’Enrico V vi invece un altro passo dal quale emerge chiaramente l’amore incondizionato di Shakespeare e degli inglesi nei confronti della birra e per il suo ambiente ideale di consumo, il pub. In virtù di tale amore si è pronti a sacrificare anche la fama conquistata nei campi di battaglia.

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A pronunciare la famosa frase è un paggio di Falstaff che si trova in Francia per combattere al fianco del suo sovrano Enrico V. Il paggio, durante la campagna bellica, in un momento di sconforto pronuncia le seguenti parole:

“Ah, come mi vorrei trovare a Londra,
in una birreria! Sarei disposto
a barattare tutta la mia gloria
per un gotto di birra e la pellaccia!”

 

Insomma, anche queste testimonianze possono rappresentare validi motivi aggiuntivi per amare la letteratura ed appassionarsi alla birra! Non a caso, proprio al grande drammaturgo, sono state dedicate molte birre inglesi…e non solo!

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!