Numero 08/2018

22 Febbraio 2018

Vino e Birra: due mondi sempre più vicini!

Vino e Birra: due mondi sempre più vicini!

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Il vino e la birra sono le bevande alcoliche maggiormente consumate in Italia. A livello quantitativo la birra sta ormai raggiungendo il nettare di bacco, mentre a livello qualitativo è tutta un’altra storia: infatti il maggior consumo di birra concerne quelle industriali, che però non sempre sono di buona qualità. Discorso, questo, che non riguarda i prodotti artigianali, la cui fetta di mercato, però, non supera i 5 punti percentuali.

Fino a qualche decennio fa il consumo di bevande alcoliche aveva lo scopo principale di alimentare l’organismo, fornendo energia, vitamine e sali minerali necessari a soddisfare il fabbisogno del lavoratore; oggi l’utilizzo di vino e birra è sicuramente molto cambiato, volto soprattutto ad appagare i sensi e a compiacere il bevitore.
Ciò ha fatto sì che la qualità dei vini sul mercato si sia notevolmente innalzata, generando la richiesta di varianti diverse, macerazioni a freddo, affinamenti lunghi, barrique, ecc. Ecco allora che il vino sfuso della casa, quello che si trova al ristorante, ha iniziato ad essere denigrato, a vantaggio di una bottiglia con un nome altisonante.
La birra, invece, è ancora oggi considerata la bevanda dissetante per eccellenza: da bere al bar nelle calde giornate d’agosto, preferibilmente ghiacciata e magari direttamente dalla bottiglia, senza neanche dover sporcare il bicchiere. Abitudine, questa, purtroppo ancora radicata in molte persone.

 

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La rivoluzione della birra artigianale di qualità sta cambiando il modo di consumare la stessa: sono molteplici, attualmente, gli stili proposti, adatti ad accompagnare molte preparazioni gastronomiche, fino ad arrivare a birre molto complesse, che definire da meditazione è riduttivo. La nascita di pub indipendenti ha ulteriormente ampliato la diffusione della birra, favorendone un approccio consapevole.
Se è vero che il consumo di buona birra è in costante ascesa, tanto che ormai molte multinazionali stanno correndo ai ripari, bisogna anche sottolineare che il fenomeno è spesso relegato a pub e birrerie. Nella carta dei vini, posto che sia presente, rimane, invece, quasi sempre a fondo pagina.
I ristoratori più accorti, vista la diffusione che sta conoscendo negli ultimi tempi la birra artigianale, stanno dando spazio all’interno dei loro menu a questa bevanda, ma restano comunque in minoranza.

 

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Troppo raramente capita che alla birra vengano dedicate carte dedicate, a differenza di quanto avviene per i vini, e trascurando in tal modo le grandi possibilità di abbinamento che offre. Specie per quanto riguarda quei piatti con tendenza amara e acida, spesso non adatti ad essere gustati con un bicchiere di vino. Ma se capita spesso che gli appassionati di vino ritengono la birra un prodotto di seconda scelta, è altrettanto vero che molti appassionati di birra snobbano il vino. “Chi beve vino può anche bere birra, mentre chi beve birra difficilmente berrà vino”: questa frase pronunciata da un Sommelier di navigata esperienza lascia il tempo che trova. Ogni bevanda, infatti, si nutre della sua cerchia di appassionati, ha il suo momento migliore per essere assaporata e, non da ultimo, il giusto piatto da accompagnare.

Solo quando troveremo vino al pub e birra in bella vista sulla carta dei vini si potrà affermare che le due bevande avranno pari dignità, dal momento che non solo una non esclude l’altra, ma insieme possono valorizzare pietanze e momenti in buona compagnia.
Il Publican deve tenere nella giusta considerazione il vino, come il Sommelier non deve sottovalutare la birra e le sue potenzialità, solo così si può raggiungere una certa equità qualitativa nel consumo delle due bevande alcoliche più gradite agli italiani. Un tagliere di affettati con una bella bottiglia di Lambrusco, una bistecca ai ferri con una profumata IPA possono e devono convivere nello stesso locale, come magari una bollicina accompagna bene una pizza ed una Stout un dolce al cioccolato. Un plauso va sicuramente a tutti quei locali che sono riusciti a coniugare le due bevande, favorendo un consumo consapevole di prodotti di qualità in ambito enologico e birrario.

In sostanza, né il vino, né la birra andrebbero emarginate dai rispettivi appassionati. A prescindere dai gusti personali, che non sono discutibili, entrambe le bevande vanno valorizzate allo stesso modo, favorendo in tal modo il processo di rottura di quegli stereotipi che da anni si portano dietro. Ciò che conta realmente è soltanto una cosa: che si beva l’una o l’altra, esse devono essere di buona qualità e adatte al momento!

 

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Giambattista Damiani
Info autore

Giambattista Damiani

Nato e cresciuto in un piccolo paesino dell’entroterra Maceratese, dopo il conseguimento del diploma di Ragioneria è iniziata la mia avventura alla scoperta del mondo alcolico.
La mia passione per il vino mi ha portato in giro per l’Italia cercando cantine da visitare ed enoteche da esplorare.
Parlare con i vignaioli, la curiosità di ritrovare nel calice il frutto del loro lavoro, mi hanno dato la spinta ha frequentare il corso da Sommelier che mi ha aperto le porte alla conoscenza della bevanda di Bacco.
La Birra invece è entrata di prepotenza nella mia vita, la voglia di saperne di più mi ha spinto a frequentare il corso da Degustatore che mi ha fatto innamorare di questa bevanda, tanto da guardarla con nuova luce al punto di voler divulgare il più possibile le notevoli qualità delle birre artigianali, le innumerevoli varietà prodotte e gli eccentrici abbinamenti gastronomici possibili.
Altro mio pallino è il caffè, ogni mattina si bevono una quantità illimitata di tazzine che spesso sono dei beveroni improponibili, dopo essermi specializzato vado alla ricerca dell’Espresso perfetto, ma questa è un’altra storia.
Mi piace essere in continua formazione senza tralasciare la buona cucina e devo ringraziare mia moglie che asseconda e spesso condivide le mie passioni e follie.
Spero di riuscire nel mio intento di divulgazione!