Numero 17/2023

24 Aprile 2023

Il giro del mondo in… tante birre: Aruba

Il giro del mondo in… tante birre: Aruba

Condividi, stampa o traduci: X

 

E si torna nuovamente ai Caraibi, è proprio difficile staccarsi da questi paradisi terrestri! Questa volta si fa tappa sull’isola di Aruba, lo so che il nome vi ricorda qualcosa… ma non scriverò né di informatica né di siti internet! Ma dei birrifici più importanti di Aruba.

Aruba è una nazione costitutiva dell’Olanda, insieme a Curaçao e Sint Marteen, altre due isole caraibiche, e formano una federazione sotto il potere del re d’Olanda.

L’origine del nome è avvolta nel mistero, esistono, tuttavia, due ipotesi: lo spagnolo Alonso de Ojeda scoprì l’isola nel 1499 e potrebbe averla chiamata “Oro Hubo” che significa “qui c’era l’oro” oppure può derivare dal termine indigeno “Oibubai” che per gli amerindi Arawak vuol dire “guida”. L’isola rimase sotto il dominio spagnolo fino all’arrivo degli olandesi nel 1636 che svilupparono l’allevamento e l’agricoltura per rifornire gli altri possedimenti nei Caraibi. A queste attività primarie, con il passare del tempo, si affiancarono: lo sfruttamento dei giacimenti auriferi, la raffinazione del petrolio e, negli ultimi decenni, il turismo balneare.

Aruba è chiamata “One happy island” grazie alla cordialità dei suoi abitanti, al suo clima fresco e soleggiato tutto l’anno e alla sua posizione felice al di sotto dell’area di formazione degli uragani. Occhio alla capitale Oranjestad. Qui gli edifici sono un mix di architettura nordica (porte intarsiate e tetti pittoreschi) e colori caraibici, da non perdere!

LA STORIA DELLA BIRRA SULL’ISOLA DI ARUBA

Storicamente Aruba è legata all’Olanda e questo legame esiste anche a livello economico, la maggior parte, infatti, della merce venduta è importata dai Paesi Bassi: prodotti farmaceutici e alimentari, libri ma anche attrezzature elettriche, mobili e tanto altro. Anche la birra viene importata, soprattutto grandi marchi industriali come Heineken e Amstel che si affiancano alle birre locali.

Per la birra, comunque, non è stato facile riuscire a ritagliarsi una fetta di mercato. Sull’isola, infatti, è il rum a spopolare grazie anche al cocktail-simbolo, creato nel 1963, “Ariba Aruba” a base di rum bianco rigorosamente made in Aruba.

QUALI SONO I BIRRIFICI PIU’ IMPORTANTI DI ARUBA?

  1. Il primo birrificio sull’isola di Aruba: BALASHI BREWERY

 

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Birrificio fondato nel 1998 con il nome di “Brouwerij Nacional Balashi” nato da una partnership tra la holding locale MetaCorp e il produttore tedesco di impianti Brewtech. E’ uno dei birrifici più importanti di Aruba perchè è il primo nato sull’isola.

Il nome Balashi significa “acqua”, nella lingua indigena “papiamento”, ed è il nome anche dell’area in cui ha sede il birrificio. La prima birra è stata prodotta nel 1999 con un mix di ingredienti internazionali: acqua desalinizzata di Aruba, malto scozzese e luppolo tedesco. Dal 2001 nello stesso stabilimento si imbottigliano anche bevande del gruppo Coca Cola e liquori (rum, whisky, ecc…). Ad oggi Balashi Brewery detiene il 52% del consumo di birra sull’isola.

BALASHI: birra chiara in stile Pils, la prima nata in casa Balashi nel 1998. Note maltate in equilibrio con quelle più amare date dal luppolo. Rinfrescante e dissetante come da stile. Gradazione alcolica: 5%

CHILL: una Pale Lager dal colore dorato che presenta note fresche di agrumi. Sull’isola si beve aggiungendo un tocco di lime. Gradazione alcolica: 5%

MAGIC MANGO: birra chiara in puro stile locale: “Aruban Pale Ale” prodotta con mango fresco. Le note fruttate sono ben bilanciate dalla luppolatura. Gradazione alcolica: 5%

MAGIC ORANGE: la seconda Aruban Pale Ale in gamma con aggiunta di scorza di arancia. Gradazione alcolica: 5%

B SIXTY 2: birra celebrativa per il 20° anniversario del birrificio che prende il nome dall’indirizzo della sede (Balashi 62-Oranjestad). Una birra chiara in stile Pils in edizione limitata. Gradazione alcolica: 5%

  1. Il primo birrificio artigianale di Aruba: FIRESON BREWING COMPANY

 

Fondato nel 2018 a Palm Beach, nel nord dell’isola, da Tony e Radinka van Vuurden, marito e moglie. Nel 2015, Tony, dopo aver studiato ingegneria chimica in Olanda, torna ad Aruba e mette in pratica ciò che aveva imparato all’università diventando homebrewer. La sua prima birra ha talmente successo tra gli amici e alle feste locali che dopo 3 anni decide di trasformare la semplice passione in qualcosa di più concreto. Il nome Fireson è l’unione tra il cognome “Vuurden” che in olandese significa “licenziato” e quindi “fired” in inglese e la dedica al suo primogenito, “son” infatti vuol dire “figlio”. E’ uno dei birrifici più importanti di Aruba perchè, per ora, è la prima realtà artigianale dell’isola.

Le birre proposte nella taproom annessa al birrificio, cambiano spesso a seconda dell’estro di Tony, le ricette sono in continua evoluzione! Di seguito alcuni cavalli di battaglia:

BAO PALO: la prima birra prodotta dal birrificio, una IPA (India Pale Ale) con luppoli Galaxy, Citra e Mosaic. Sentori erbacei ed agrumati con note di cereale. Pulita e facile da bere. Il nome significa “sotto un albero” e rappresenta il senso di comunità dell’isola, sotto un albero si parla, si mangia, si condivide. Gradazione alcolica: 6,3%

CANDELA: birra ambrata in stile West Coast IPA dove i sentori di frutta tropicale la fanno da padrona. Gradazione alcolica: 6,3%

HICHA Y PIPA: birra chiara che si ispira alle New England IPA, dall’aspetto a dir poco velato. L’uso di luppolo Galaxy fa emergere le note citriche. Gradazione alcolica: 7%

CUNUCU: New England IPA con aggiunta di passion fruit. Gradazione alcolica: 5,4 %

 

Le birre prodotte ad Aruba, come si dice sull’isola, sono rinfrescanti come i venti alisei che coccolano le candide spiagge, facili e dolci come lo stile di vita locale….e come potevano essere diversamente!…A me è venuta voglia di fare le valigie e a voi??

Alla prossima tappa!

Siti internet e pagine social di riferimento:

https://www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

https://balashibrewery.com/

www.firesonbrewing.com

Tutti i marchi qui esposti sono di proprietà dei rispettivi detentori dei copyright; marchi di terzi, nomi di prodotti, nomi commerciali, nomi corporativi e società citati possono essere marchi di proprietà dei rispettivi titolari o marchi registrati d’altre società e appartengono ai loro legittimi proprietari.

 

 

Condividi, stampa o traduci: X

Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!