Numero 09/2024

26 Febbraio 2024

Il giro del mondo in… tante birre: Burkina Faso

Il giro del mondo in… tante birre: Burkina Faso

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Si vola, si naviga, si salta di qua e di là in questo Giro del Mondo in Tante Birre che stavolta ci riporta in Africa, e più precisamente, in Burkina Faso.

Una colonia francese fino al 1960, quando diventa indipendente prende il nome di Alto Volta, chiaro riferimento all’omonimo corso d’acqua. Ma nel 1984 lo cambia nuovamente per omaggiare le lingue parlate dalle due maggiori etnie del Paese: Mossi e Dioula. Burkina Faso significa, infatti, “la terra degli uomini onesti”.

Il popolo Mossi, durante il Medioevo, fonda diversi regni molto potenti. Il Paese diventa, quindi, fino al Cinquecento, un importante snodo economico per l’Impero Songhai. Dinastia di origine berbera, in controllo dell’area subsahariana.

Alla fine del 1800, i Mossi cadono sotto la conquista dei francesi. Inizia, così, il periodo coloniale tra sfruttamenti e insurrezioni popolari. Ma la tanto agognata indipendenza non è tutta rosa e fiori.  I colpi di stato militari si susseguono senza tregua dal 1960. L’ultimo risale solo al 2022. Questa profonda instabilità politica che sembra nessuno voglia sanare, ha portato negli anni solo miseria e degrado sociale. Il Burkina Faso occupa, infatti, il 184° posto su 191 secondo l’Indice di Sviluppo Umano, con metà della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà. Ma la forza e la caparbietà dei burkinabè, come si chiamano gli abitanti del Paese, sono rivelate proprio dal nome della capitale Ouagadougou che significa “il luogo dove si ricevono onore e rispetto”. La capitale ha dato persino il titolo ad una canzone cantata da Lu Colombo, famosa per il tormentone anni ’80, e non solo, Maracaibo.

LA STORIA DELLA BIRRA IN BURKINA FASO

Sembrerebbe incredibile, ma in questo Paese, dilaniato da continue guerre civili dove lo sviluppo socio-economico sembra ancora lontano, esiste la “Fédération Nationale des Dolotiéres du Burkina” (FENADO), cioè la federazione nazionale delle birraie, fondata da Blandine Bouda nel 2014. Ma, invece, non c’è da stupirsi affatto, perché qui la produzione di birra tradizionale è donna.

 

Dolo, infatti, è il nome della storica birra burkinabè e quella delle Dolotiéres è una delle professioni femminili più antiche del Burkina Faso. Il Dolo tradizionale è prodotto usando il miglio o il sorgo rosso fermentati, ha un sapore che ricorda il sidro di mele ma più acidulo, si consuma appena pronto a casa o nei “maquis”, i bar locali, figli dei vecchi cabaret. Costituisce da sempre un’entrata aggiuntiva al bilancio famigliare. Per questo la sua produzione è protetta, per non sparire sotto i colpi della concorrenza industriale delle birre importate e prodotte internamente.

Il consumo di Dolo è talmente radicato e popolare che negli anni sono nati diversi birrifici dedicati solo a questa bevanda (UMAO, Goody Sarl, Brasserie Artisanale Burkinabè), spesso gestiti da donne.

In Burkina Faso, la storia delle birre moderne inizia, invece, a partire dagli anni ’60 a seguito della conquista dell’indipendenza. Nascono due birrifici di stampo industriale con alle spalle colossi del settore che producono birre a bassa fermentazione tipo Lager tedesche. Ma non vi voglio svelare altro…continuate a leggere…

I 3 BIRRIFICI PIU IMPORTANTI DEL BURKINA FASO

Ad oggi, in Burkina Faso, le birre sono prodotte da tre birrifici, di cui due industriali. Il movimento artigianale, di radice americana o europea, non è ancora arrivato, se si esclude l’avventura durata poco più di un anno di “Brasserie Artisanale De Ouagadougou” che ha chiuso nel 2017. Da sottolineare, invece, l’impegno di mantenere vive le birre tradizionali destinate ad un mercato più ampio.

– Il birrificio più antico del Burkina Faso: BRAKINA

Fondato nel 1960 dal gruppo francese BGI (Brasseries et Glacières Internationales) con il nome di “Bravolta”. Nel 1984, dopo la Rivoluzione d’Agosto, il birrificio cambia nome in Brakina e nel 1990 viene acquisito dal colosso transalpino Castel. Dopo due anni Brakina compra l’azienda concorrente “Sobbra”. Brakina è la birra nazionale e produce anche quelle a marchio Castel, oltre a Guinness e Beaufort. La sede si trova nella capitale Ouagadougou.

 

 

BRAKINA: birra chiara a bassa fermentazione, prodotta con aggiunta di mais locale. Classica Lager di stampo industriale con aromi di cereale, lieve floreale e un tocco di amaro nel finale. Gradazione alcolica: 4,2%

SOBBRA: birra chiara a bassa fermentazione, prodotta con mais locale. Lager simile alla precedente ma con note maltate più “dolci”. Gradazione alcolica: 4,2%

– Il birrificio burkinabè con le origini “più orientali”: LIBS BRASSERIE SARL

Inaugurato nel 2019 nella capitale Ouagadougou dall’imprenditore indiano Vaswani Manoj Lakhi, già proprietario di un’azienda di bevande in Benin. Con l’entrata sul mercato di questo nuovo birrificio di carattere industriale, il monopolio di Brakina potrebbe iniziare a traballare. Ad oggi l’azienda conta più di cento dipendenti.

 

MARINA: birra chiara a bassa fermentazione ispirata alle Pils europee. È la prima nata in casa Libs. Le note maltate sono rinfrescate da un piacevole amaro persistente. Gradazione alcolica: 4,5%

LIBS: birra chiara a bassa fermentazione. Una Lager prodotta con mais locale. Leggera, con una punta di dolcezza. Gradazione alcolica: 4,2%

SORGHO: birra chiara a bassa fermentazione. Una Lager prodotta con sorgo locale. Oltre alle tipiche note di cereale, emergono fresche note fruttate. Gradazione alcolica: 4,2%

– Il birrificio tradizionale del Burkina Faso più moderno: UMAO

Fondato nel 1999 nella capitale Ouagadougou, da un gruppo di ricercatori del settore agro-alimentare, tra cui l’ingegnere Bougouma Boniface e sua sorella Edith, esperta di maltazione. L’obiettivo è quello di sviluppare processi innovativi per la produzione di bevande tradizionali (Dolo) e di malto, usando cereali locali come miglio e sorgo. Il nome è l’acronimo di “Unité De Maltage de Ouidtinga”. Le prime birre sono state immesse sul mercato a partire dal 2009.

 

 

RÃAM: birra ambrata a base di sorgo rosso maltato. Il nome tradizionale è Dolo. Protagoniste le note maltate e un lieve fruttato. Birra tendenzialmente dolce. Gradazione alcolica: 4%

RÃ NÕODO: bevanda analcolica a base di malto di sorgo rosso dal potere energizzante grazie alla presenza di aminoacidi, proteine e sali minerali.

LA GO FRESH: birra chiara ad alta fermentazione a base di sorgo bianco. Il luppolo usato dona piacevoli aromi floreali. Gradazione alcolica: 4%

Difficile prevedere cosa succederà nel futuro del Burkina Faso, tantomeno nel panorama delle birre e dei birrifici, lo spettro dei golpe è sempre dietro l’angolo. La speranza è quella di assistere ad un progressivo aumento della qualità della vita e delle opportunità lavorative. La federazione nazionale delle birraie può rappresentare un esempio da seguire. Un riscatto nato dalle radici del Paese.

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.brakina-bf.com

https://libsbrasserie.com

https://www.umaobf.com

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!