Numero 17/2024

22 Aprile 2024

Il giro del mondo in… tante birre: Canada

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Meno male che il Giro del Mondo in Tante Birre non ci sta mandando in tilt a furia di farci rimbalzare da un continente all’altro, e così, oggi, ci fermiamo in Canada.

Il secondo Paese più esteso della Terra, è una monarchia federale che fa parte del Commonwealth, il capo di Stato è, infatti, Re Carlo III del Regno Unito. Il toponimo Canada deriva dal termine irochese “kanata” che significa “villaggio”.

 

La presenza umana sul territorio risale a più di 40.000 anni fa. Le popolazioni asiatiche, attraversando lo Stretto di Bering, hanno dato origine agli Indiani canadesi e agli Inuit. Mentre i primi europei sono stati i Vichinghi approdati sull’Isola di Terranova, intorno all’anno Mille.

Il contatto con il Vecchio Mondo, però, si intensifica e diventa più impattante, soprattutto per i Nativi, durante l’epoca delle grandi esplorazioni a partire dal XVI sec. Francia e Regno Unito praticamente si spartiscono il territorio canadese. Da qui deriva il bilinguismo del Paese.

Ma quando si nomina il Canada, la mente corre subito alla famigerata “Corsa all’Oro”. I fiumi Klondike e Yukon, di disneyana memoria, nascondono veri tesori scintillanti che, al volgere del XIX sec, fanno la fortuna di pochi e la miseria di molti (Foto di Dawson City – Yukon).

 

Nel contempo la miseria continua con la politica di assimilazione culturale. I bambini Nativi sono strappati alle loro famiglie e rinchiusi in collegi religiosi chiamati “Indian Residential School”. Per abbracciare la cultura europea, sono obbligati a cambiare nome, a convertirsi al Cristianesimo, a dimenticare le loro radici. Il risultato? Decine di migliaia di morti innocenti a causa di abusi e malnutrizione. Chi resiste ha davanti una vita segnata da traumi e dipendenze.

Difficile cambiare tono ma, fortunatamente, dagli anni ’80 in poi arrivano le scuse ufficiali di Governo, Chiesa Cattolica, Chiesa Anglicana e Presbiteriana.

Nel 2015 la pratica dell’assimilazione è stata riconosciuta come “genocidio culturale” e nel 2021 ad Ottawa, la capitale, è stata nominata come Governatrice Centrale, Ningiukudluk (Mary Simon), una Nativa Inuit.

LA STORIA DELLA BIRRA IN CANADA

Sembra incredibile ma scrivere di birre tradizionali del Canada non è così semplice. La storia pre-coloniale è un terreno insidioso, la “questione indiana” è ancora argomento delicato.

I dati archeologici disponibili sono frammentari e raccontano di proto birre con radici di salsapariglia o con succo di sambuco, molluschi e foglie di tabacco come sull’Isola di Vancouver. Non ricoprendo un ruolo centrale, quanto in Europa o in Africa, si preparano, soprattutto, decotti e infusi di erbe e piante anche dagli effetti psicotropi e bevande a base di linfa d’acero, frutta, miele o semi. Da ricordare quelle con abete rosso usate come rimedio curativo. Nel capitolo seguente, un approfondimento su questo preparato prodigioso!

 

Nonostante il mais sia presente sul territorio (area dei Grandi Laghi) non costituisce mai l’ingrediente principale per fare birra. I chicchi vengono masticati e lasciati fermentare, come per la Chicha sudamericana, ma poi vengono cotti sotto la cenere e consumati come pane.

La birra, invece, in senso più moderno, è introdotta nel XVII sec. dagli europei. Il primo birraio canadese ufficiale è il gesuita Ambroise, a metà del Seicento, seguito dai primi veri birrifici, come la “Brasserie de Roy” di Jean Talon (Quebec City – 1668). Nel secolo seguente il consumo cresce tantissimo, grazie anche ai numerosi soldati britannici d’istanza nei territori canadesi che avevano diritto a sei pinte al giorno. Fino al XIX sec. anche il numero dei birrifici aumenta, solo l’Ontario ne conta più di 300. Si dice che all’epoca Toronto avesse, addirittura, più pub che strade!

Tutto questo successo fino all’arrivo del Proibizionismo. Nato localmente come divieto, dalla fine dell’Ottocento fino agli anni ’20, a livello nazionale dura circa dal 1918 al 1920.

In questi decenni chiudono quasi tre quarti dei birrifici. Nel secondo dopoguerra, rimangono solo i grandi birrifici industriali e negli anni ’60 dominano la scena i “Big Three”: Canadian Breweries, Labatt e Molson.

A partire dagli anni ’80, in Canada, invece, rinasce la produzione di birre artigianali, grazie anche all’influenza della Craft Revolution statunitense.

La birra fa parte della cultura canadese, infatti, è la bevanda alcolica più popolare con un consumo annuo pro capite di circa 55 litri. Lo stile preferito? Pale Lager.

GLI STILI DI BIRRA DEL CANADA

In Canada esistono quattro stili di birre non ancora riconosciuti dal BJCP (Beer Judge Certification Program) legati alle regioni di origine e alla territorialità di alcuni ingredienti.

– Biere d’Epinette / Spruce Beer: lo stile delle birre più antiche del Canada. Le prime testimonianze scritte risalgono agli inizi del XVI sec. Parte dell’equipaggio dell’esploratore francese Jacques Cartier, infatti, si salva dallo scorbuto grazie ad una bevanda preparata dal popolo irochese. Analcolica, ricca di vitamina C e a base di corteccia di abete rosso (“Spruce” in inglese). Oggi sono birre ambrate e speziate dai forti sentori resinosi, bilanciati da note caramellate. ABV: 4.2 – 7.6%

Da provare: Annedd’Ale dell’esperto birrario Mario D’Eer

 

 

– Québécoise Rousse: stile creato a Montréal intorno al 1987. Una Pale Ale con malti più tostati e dal colore ramato. Meno luppolata di una American Amber Ale e più maltata di una Irish Red Ale. Resta una tipicità del Québec. ABV: 4.2 – 6.5%

Da provare: Boréale Rousse di Les Brasseurs du Nord

– Canadian Ice Beer: una Pale Lager, di metà anni ’90, prodotta mediante congelamento quasi come una Eisbock tedesca, ma le similitudini finiscono qui. Si avvicina, infatti, più alle Imperial Lager americane. ABV: 5.5 – 8.0%

Da provare: Molson Ice del colosso industriale Molson-Coors

– Ontario Pale Ale: nasce in Ontario all’alba degli anni Duemila. Pale Ale ambrata con note di caramello. Meno luppolata delle cugine statunitensi, ricorda gli aromi di un’American Strong Ale più delicata. ABV: 4,2 – 6,2%

Da provare: Tankhouse Ale di Mill Street Brewery

6 BIRRIFICI CANADESI CON QUALCOSA…IN PIU’!

Oggi quasi il 90% del mercato interno è dominato da due colossi canadesi (Labatt e Molson) controllati da gruppi stranieri. Il settore artigianale è in forte espansione con più di 1350 aziende attive al 2023 che si sono accaparrate circa il 5% del mercato.

– Il primo birrificio canadese: MOLSON BREWING

Fondato a Montreal (Quebec) nel 1786 dall’inglese John Molson. Grazie al successo quasi immediato, decide di investire in altri rami: costruisce il primo ospedale cittadino e il tratto ferroviario fino a New York. Addirittura nel 1855 i due figli, William e John, fondano la Molsons Bank. Agli inizi del Novecento nasce la prima Golden Ale chiamata “Molson Export” mentre nel 1959 arriva la birra iconica “Molson Canadian”. Nonostante sia, ad oggi, un colosso birrario, da vent’anni fa parte, infatti, della “Molson Coors Brewing Company”, ha sempre cercato di usare ingredienti del territorio, come l’orzo Prairie Select o il luppolo della Columbia Britannica.

 

 

 

MOLSON EXPORT: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle Golden Ale inglesi. Prodotta con luppoli Nugget e Kent ed un lievito di 200 anni fa. Note erbacee ed agrumate bilanciate da quelle maltate più morbide. Gradazione alcolica: 5%

MOLSON CANADIAN: birra chiara a bassa fermentazione, l’icona del birrificio. Una Lager facile da bere, dalla vivace carbonazione, prodotta con ingredienti locali. Gradazione alcolica: 5%

MOLSON STOCK ALE: birra chiara ad alta fermentazione. Una Golden Ale con protagonista la sensazione “dolce” del malto. Sul finale, fresche note luppolate di agrumi e spezie. Gradazione alcolica: 5%

– Il birrificio indipendente più antico e più grande del Canada: MOOSEHEAD BREWERIES

L’inglese Susannah Oland con la famiglia sbarca in Nuova Scozia a metà dell’Ottocento. Come una perfetta “ale wife”, inizia a produrre birra in casa. La sua October Brown Ale diventa così popolare che nel 1867 nasce la Turtle Grove Brewery. Dopo due incendi e altre disavventure, nel 1918 il birrificio si sposta definitivamente a Saint John, New Brunswick. Nel 1947 prende il nome attuale. Dalla sua fondazione, gli Oland restano alla guida dell’azienda che dal 2016 occupa più del 3% del mercato interno. In gamma diverse linee, tra cui la “Small Batch” dagli stili più innovativi e quella dedicata alla famiglia, la Brown Ale si chiama proprio “Susannah’s”.

 

MOOSEHEAD CANADIAN LAGER: birra chiara a bassa fermentazione. L’etichetta di punta, la più venduta, una Lager equilibrata per le grandi bevute. Gradazione alcolica: 5%

ALPINE: birra chiara a bassa fermentazione. La prima Lager prodotta dal 1937, influenzata dagli studi brassicoli europei. Fresca e fragrante, con aggiunta di luppoli americani. Gradazione alcolica: 5%

SMALL BATCH EAST COAST IPA: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle IPA inglesi ma con una luppolatura a stelle e strisce dalle note agrumate e di frutta tropicale. Gradazione alcolica: 5,9%

– Il primo microbirrificio nativo del Canada: KAHNAWAKE BREWING COMPANY

Gli amici Andrew Stevens, il birraio, e i nativi Matt e Fred, fondano nel 2016 il primo birrificio nella riserva indiana di Kahnawake, vicino a Montreal. Essendo pionieri, iniziano a collaborare con il governo locale per scrivere i regolamenti birrari, fino ad allora inesistenti. I fondatori si occupano, anche, di promuovere la cultura indigena supportando iniziative sociali della comunità dei Mohawk.

BRIDGE: birra chiara ad alta fermentazione di ispirazione belga. Una Blonde Ale con malti Canadesi e luppolo locale. Protagoniste le note di frutta a pasta bianca con un tocco di tropicale. Gradazione alcolica: 4,6%

GOOD OLD DAYS: birra chiara ad alta fermentazione, una Double IPA agrumata, resinosa, dal finale secco. Nata dopo un viaggio in California. Gradazione alcolica: 8,2%

HARD DAY’S WORK: birra ambrata ad alta fermentazione di tradizione britannica. Una Extra Special Bitter prodotta con malti del Québec, luppolo e lievito inglesi. Maltata e speziata dalla grande bevibilità. Gradazione alcolica: 5%

– Il birrificio artigianale canadese “più artistico”: COLLECTIVE ARTS BREWING

Matt Johnston e Bob Russell lo inaugurano nel 2013 a Hamilton (Ontario). È il primo birrificio in Canada dove le birre sono delle opere d’arte. Artisti emergenti da tutto il mondo creano etichette e design in edizioni limitate. Oltre alle birre anche: sidri, super alcolici, bevande energetiche e analcoliche. I fondatori definiscono il birrificio come “la galleria d’arte più dissetante” …E noi ci crediamo!

 

ORIGIN OF DARKNESS: serie speciale di birre invecchiate in botte. Da ricordare la collaborazione, nel 2019, con il birrificio padovano CRAK. Una Imperial Stout maturata in botti di Bourbon con aggiunta di cannoli al cioccolato e pistacchio. Gradazione alcolica: 8,4%

BEYOND REASON: birra chiara ad alta fermentazione definita Micro Pale Ale per il suo basso tenore alcolico. Prodotta con luppoli Mosaic e Citra che donano una bella personalità. Gradazione alcolica: 2,9%

GRAPEFRUIT & LIME GOSE: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle Gose teutoniche. Il tocco d’artista non manca, con l’aggiunta di succo di pompelmo, lime, sale dell’Himalaya e coriandolo. Super rinfrescante. Gradazione alcolica: 5,2%

– Il birrificio artigianale “più ghiacciato” del Canada: QUIDI VIDI BREWERY

Siamo nel 1996, quando gli amici David Fong e David Rees trasformano un ex stabilimento ittico a Quidi Vidi, sull’Isola di Terranova. Homebrewers dai tempi del college e ispirati dalla Craft Revoltion americana, creano birre speciali non omologate al gusto industriale. E quindi via con gli ingredienti particolari, come l’acqua di iceberg, mirto di palude, rosmarino…. Niente paura non è una pozione magica!

 

 

ICEBERG: birra chiara a bassa fermentazione. L’icona del birrificio, un’American Lager prodotta con acqua di un iceberg di 20.000 anni. Leggera e rinfrescante. Gradazione alcolica: 4,5%

BOG & BARRENS: birra scura ad alta fermentazione che richiama le Porter londinesi. Prodotta con mirto di palude e mirtilli rossi per alleggerire le note classiche di cioccolato e caffè. Gradazione alcolica: 5,3%

SOFA SOUR – BLACKBERRY ROSEMARY: serie dedicata alle produzioni acide. In questa versione, dall’invitante colore rosso scuro, more e rosmarino regalano un tocco fruttato e speziato. Gradazione alcolica: 5%

– Il microbirrificio canadese “più regale”: LA MYCOBRASSERIE DE CHAPEAU LES BOIS 

“Myco” significa fungo in greco antico. E il “re dei boschi” è l’ingrediente speciale dei coniugi Céline e François-Xavier che nel 2020 fondano il birrificio a Quebec City. “Chapeau les bois” è un ringraziamento alla natura: “Tanto di cappello al bosco”. Il birraio Michel Marcoux, senza usare luppoli da aroma, lascia spazio alla naturale fragranza dei funghi per creare queste birre uniche in Canada.

 

 

LA LACTAIRE: birra ambrata ad alta fermentazione tipo Amber Ale. I funghi Lattari donano il particolare colore ramato e i sentori di zucchero d’acero. Note speziate interessanti. Gradazione alcolica: 5,4%

LA CHANTERELLE: birra ambrata ad alta fermentazione. Amber Ale con Finferli dai piacevoli sentori fruttati ed agrumati che alleggeriscono la base maltata. Gradazione alcolica: 5,9%

LA MATSUTAKE’: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle Blanche belghe. L’uso dei funghi giapponesi Matsutakè (stesso Ordine dei nostrani Chiodini) dona sentori intensi di umami ma anche più leggeri di Chardonnay. Gradazione alcolica: 5,4%

 

Città come Ottawa, Toronto, Montreal, solo per citarne alcune, stanno trainando l’hype delle birre artigianali grazie anche alla riscoperta di stili legati alla cultura del Canada. Chissà se almeno uno riuscirà ad essere riconosciuto dal BJCP? Speriamo…

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.molson.ca

https://moosehead.ca/

https://kahnawakebrewing.square.site/

https://collectiveartsontario.com

https://quidividibrewery.ca/

www.facebook.com/profile.php?id=100022948304256

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!