Numero 19/2025
9 Maggio 2025
Birra & Pet: La birra e i rischi nascosti, quando il gioco diventa pericoloso

Di Inna Berezanskaya.
Elaborato selezionato nell’ambito del Contest BeeReporter, indetto dalla nostra redazione per festeggiare i 10 anni di vita di Giornale della Birra.
La birra è una bevanda che spesso ci accompagna durante una serata tra amici, davanti a una partita, con una pizza o durante un barbecue domenicale in giardino. In molte famiglie, cibo e bevande restano sul tavolo, a volte senza che nessuno controlli. Succede così che bambini o adolescenti possano prenderne un bicchiere per “assaggiare” o, peggio ancora, tentare di far bere birra a un cane o a un gatto.
È una realtà tanto diffusa quanto triste e spaventosa. Quando i più piccoli si comportano in questo modo, nella maggior parte dei casi non lo fanno per cattiveria, ma per ignoranza, immaturità o mancanza di consapevolezza delle conseguenze. Ma cosa li spinge a fare qualcosa del genere?
Curiosità e gioco fuori controllo.
I ragazzi, spesso, testano i limiti del mondo che li circonda in modo sciocco o irresponsabile. Possono trovare “divertente” vedere la reazione di un animale alterato, senza rendersi conto di quanto questo possa essere pericoloso o dannoso. Gli animali domestici fanno parte della nostra famiglia, ma a differenza di noi, non tollerano l’alcol: il luppolo e altri ingredienti presenti nella birra possono mandarli KO in pochissimo tempo. Vomito, svenimenti, tremori, disorientamento, debolezza… altro che festa. È sofferenza, e si vede chiaramente.
L’influenza dei social e dei coetanei.
In alcuni casi, questi comportamenti vengono copiati da contenuti visti su internet o sui social, dove “la marachella” viene esibita per ottenere like, visualizzazioni o risate. La sofferenza viene spettacolarizzata, resa “virale”, ma non ha nulla di divertente: fa solo male. Sui social, mode e tendenze si diffondono rapidamente, e molti ragazzi imitano ciò che vedono senza riflettere. L’animale domestico diventa un oggetto di intrattenimento, dimenticando che è un essere vivente capace di provare dolore e paura.
La mancanza di educazione emotiva e rispetto per gli animali.
Quando un bambino non riceve un’educazione che insegni a rispettare la vita e il dolore altrui, è più facile che commetta azioni dannose senza rendersene conto. Per questo è fondamentale intervenire presto: parlare fin da piccoli di rispetto, empatia e consapevolezza. Si può fare attraverso storie, fiabe, film, documentari—qualsiasi cosa aiuti a sviluppare la capacità di mettersi nei panni dell’altro, anche se si tratta di un animale. Nessuna sofferenza, nessuna cattiveria può essere considerata divertente.
Anche solo parlarne o scrivere di questi episodi può fare la differenza. Magari qualcuno legge, ascolta, ci riflette… e la prossima volta ci pensa due volte prima di scherzare con la vita di un altro essere vivente.