Numero 49/2020

30 Novembre 2020

La birra, protagonista nella storia – Capitolo 8

La birra, protagonista nella storia – Capitolo 8

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Johan August Sandels è stato un militare e politico svedese nominato governatore della Norvegia nel 1818 e maresciallo di campo nel 1824. Fu anche governatore di Stoccolma nel 1815.
Nella Guerra di Finlandia (1808-1809) ha guidato le truppe svedesi alla vittoria contro le forze russe nella battaglia di Koljonvirta. Questo ed altri eventi durante la la guerra finlandese furono raccontati in una serie di poemi epici da Johan Ludvig Runeberg . La poesia di Runeberg racconta diversi aneddoti di Sandels tra cui quello in cui mentre partecipava ad una festa il nemico attaccò all’improvviso. Sandels non curante finì il suo pasto, si alzò e congedandosi cavalcò indomito verso la battaglia, respingendo il nemico e venendo acclamato dai suoi uomini.
E’ passato alla storia non solo come uno degli ultimi generali vittoriosi della Svezia, ma anche come grande buongustaio, capace di apprezzare i doni della tavola, sia da mangiare che da bere.

A Sandels è attribuita la frase con cui asserisce che «Un esercito marcia con il suo stomaco: mai prendere decisioni importanti a stomaco vuoto o bocca asciutta.»

 

Nato il 31 agosto 1764 a Stoccolma da famiglia altolocata, come da tradizione dell’epoca iniziò gli studi universitari partendo dalla teologia e solo dopo avere formato una buona preparazione potè iniziare gli studi che si addicevano al suo rango iscrivendosi alla Accademia dei cadetti per intraprendere la carriera militare, forte dell’appoggio di Dio con il quale aveva familiarizzato in precedenza.
Il giovane Sandels entrò nell’accademia dei cadetti di Stoccolma nel 1775, appena undicenne e si diplomò come alfiere di artiglieria alcuni anni dopo. Già all’inizio della sua carriera militare si fece conoscere come un uomo che apprezzava il mangiare, il bere nonchè il brivido del tavolo da gioco. Fu proprio questa passione che nel 1785 rese precaria la situazione economica tanto che, per non indurlo in tentazioni, venne trasferito nelle regioni dell’estremo oriente dell’impero di Svezia, vale a dire in Finlandia.

Molti giovani che iniziavano gli studi teologici prendevano i voti Numerosi ricercatori, inventori e studiosi erano ecclesiastici. Lo stesso vale per esempio per lo scozzese Robert Stirling, che ha inventato il motore che porta il suo nome, e per Anders Chydenius, figura importante della storia economica della Finlandia, che tra l’altro era anche un convinto sostenitore della produzione di oppio.

Sandels non aveva un carattere facile ma i soldati impararono a fidarsi di lui perché possedeva tre qualità importanti per un capo militare. Per prima cosa era sempre nel posto giusto al momento giusto. Inoltre era famoso per non perdere mai il controllo sul campo di battaglia. Infine sapeva ringraziare. I suoi soldati conoscevano il debole del loro comandante per i piaceri della vita. Ma tutto ciò passava in secondo piano perché se c’era da andare in prima linea nel mezzo di una feroce battaglia non si tirava indietro. Sapeva adattarsi e accontentarsi per un paio di giorni solo di un bicchier d’acqua. Godeva di una buona reputazione tra i suoi militari. Nel 1799 fu promosso al grado di colonnello e nel 1803 fu nominato comandante dei Cacciatori della contea del Savo per dare il suo supporto alla difesa nazionale. Nella Svezia del Settecento per la salvaguarda dell’Impero venne studiato un sistema di ripartizione dei territori su base regionale, assegnando ai soldati, ufficiali e sottoufficiali appezzamenti coltivabili nelle zone da difendere. L’erario di Stoccolma aveva calcolato la misura del lotto di terreno coltivabile che, insieme alla riscossione di alcune gabelle, poteva costituire una remunerazione sufficiente per un soldato. Sandels era consapevole delle gravi carenze del sistema perché se gli introiti di un ufficiale dipendevano dal rendimento del territorio assegnatogli, erano chiaro che molti di loro si dedicavano all’agricoltura anziché esercitarsi con lo studio e l’applicazione delle strategie militari.
Parimenti la truppa dislocate nelle piccole fattorie che dedicavano molte più attenzioni ai loro campi di patate e di rapa che a tutto il resto. Così come era chiaro anche che i proprietari terrieri non avrebbero permesso di schierare in battaglia i loro braccianti più capaci.

 

Sebbene i venti di guerra spirassero sempre più forti, l’attacco russo del 21 febbraio 1808 colse comunque di sorpresa le forze svedesi di stanza in Finlandia, per niente attrezzate per affrontare una guerra invernale. I comandanti militari svedesi scelsero la strategia della ritirata. Le fortezze di Svartholm e di Sveaborg (oggi Suomenlinna) sulla costa meridionale dell’impero erano le uniche progettate per resistere all’attacco. Per il resto, il piano consisteva nel ritirarsi e lasciar avanzare gli invasori che, dovendo consolidare le posizioni conquistate e le linee di rifornimento, avrebbero finito per disperdere sempre più le loro forze.
Nel maggio 1808 la Quinta brigata passò al contrattacco così come tutto l’esercito del regno svedese. Durante i cinque mesi successivi, Sandels e i Cacciatori del Savo lasciarono la loro impronta di trionfo nella storia militare svedese. Sandels riuscì a portare sotto il suo comando i soldati della domenica e gli ufficiali fattori a farsi grande onore nella battaglia contro i cosacchi e la fanteria russa.

La Quinta brigata vinse a Pulkkila il 2 maggio 1808. Le forniture sequestrate ai russi diedero ancora più coraggio a Sandels che puntò dritto al magazzino di viveri di Kuopio. Dopo oltre duecento chilometri di marcia centocinquanta uomini, guidati dal capitano Carl Wilhelm Malm di Kuopio, arrivò di notte in città depredando altre provviste ai russi. Nel bottino di guerra si contavano 1200 barili di grano, migliaia di sacchi di farina, 8500 kg di carne salata e 85 tonnellate di foraggio per cavalli. Senza parlare della birra che in Finlandia era stata esentata dai regolamenti delle gilde professionali nel 1776 permettendo così il proliferare di molti birrifici nella cittadina appena conquistata.

Sandels diede ordine di mettere al sicuro le provviste di cibo, di bevande e di armi. Per questo motivo iniziò a spostarsi verso la sponda settentrionale del lago Kallavesi, a Toivala che era di fatto molto più difendibile. Lo stretto di Kelloselkä, di appena tre chilometri di larghezza, fece da scudo alla brigata dagli attacchi russi che poté contare su un quantitativo di viveri sufficiente almeno per tre mesi. L’esercito posto sulla difensiva non restò mai a stomaco vuoto o bocca asciutta.

Durante i combattimenti finlandesi gli ufficiali svedesi organizzavano mosse e contromosse come se fossero su un terreno pianeggiante dell’Europa centrale. Ma la conformazione geografica del Savo, nella Finlandia orientale, era diversa. Faddej Venediktovič Bulgarin, giornalista, scrittore polacco naturalizzato russo, nonché ufficiale di cavalleria, scrisse: «La Finlandia è composta da innumerevoli laghi e rocce che in alcuni punti sono alte, ammassate l’una sull’altra, quasi invalicabili. I piccoli anfratti hanno cumuli di pietre e massi di granito attraversati da rapidi torrenti, fiumiciattoli, che collegano i laghi tra di loro. In alcune strozzature foreste impenetrabili la fanno da padrone».

 

Col tempo Sandels aveva imparato a conoscere quei luoghi e fu in grado di mettere in atto tattiche di «guerra a tutto campo» sviluppate nell’accademia dei cadetti finlandese di Haapaniemi. Piazzando tiratori scelti lungo i fianchi di percorsi obbligati riuscì ad ostacolare l’avanzata dell’esercito russo.
Oltre che ai cecchini i difensori della zar dovevano lottare anche contro le difficoltà di ricevere i viveri.
In base alle norme in vigore nell’epoca di Pietro il Grande la razione giornaliera di un soldato, oltre al pasto, prevedeva 3,2 litri di birra. Nella pratica, un quantitativo simile i soldati potevano solo sognarlo. I russi dovettero guerreggiare in preda ai morsi della fame, e neanche un goccio di birra arrivava da Pietroburgo. E la situazione si fece ancor più critica quando le truppe del regno svedese riuscirono a impadronirsi della maggioranza dei vettovagliamenti russi. Gli svedesi trafugavano quanto più grano e liquore potevano trasportare e gettavano il resto nel lago più vicino. Di fatto le truppe russe dovettero ricorrere a rifornitori locali pur di rimanere in vita, procurandosi pane, latte, pesce essiccato o salato e bevande analcoliche al malto dalle fattorie del posto.

Presso Toivala, Sandels poteva usufruire di bevande importate dall’estero e destinate solo agli ufficiali, ma lui beveva la stessa birra che consumavano i soldati. Questo era uno dei suoi sistemi per alimentare la fiducia dei Cacciatori del Savo nel proprio comandante. Il colonnello era fatto della loro stessa carne e sangue e aveva anche la loro stessa sete. Siccome il cibo delle truppe era molto salato per aumentare i tempi di conservazione, era naturale che la birra venisse consumata in grandi quantità.
Nella lettera per il consiglio di guerra di Svezia del 1655 il maresciallo Gustav Horn dichiara: «Ai soldati deve essere data birra a sufficienza oppure abbastanza denaro perché possano comprarla, affinché non siano costretti in caso contrario a bere acqua e quindi a cadere preda di malattie e debolezza a danno di sua maestà e della Corona».

La brillante carriera militare di Sandels continuò anche dopo la fine della guerra di Finlandia. Nel 1813 Sandels partecipò alla battaglia di Lipsia contro le forze di Napoleone, poi divenne presidente del consiglio di guerra di Svezia e prestò servizio come governatore della Norvegia dal 1818 al 1827. Nel 1824 fu promosso maresciallo: è lui l’ultimo svedese a essere stato insignito di tale altissimo grado militare. Considerato uno dei più eminenti strateghi del nord Europa, soprattutto dagli storici militari britannici, Sandels morì nel 1831 all’età di sessantasette anni, a Stoccolma. Gli appassionati di storia militare e del buon cibo e della birra che capitano a Stoccolma possono andare a fargli un saluto al suo memoriale nella chiesa di Santa Clara, in pieno centro.

 

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Giovanni Messineo
Info autore

Giovanni Messineo

Giuliano di adozione di origini siciliane (nato a Palermo nel 1972), dal 2009 vivo a Gorizia.
Perito elettrotecnico mancato ho un diploma informatico e prediligo tutto ciò che riguarda la tecnologia a supporto delle attività umane (senza però sostituirle).
Lavoro nel settore della siderurgia da anni occupandomi di Operation e formazione del personale italiano ed estero.
Sono appassionato della nostra bella lingua italiana e credo fermamente in una comunicazione che sia chiara, diretta e concisa per evitare dubbi e/o incomprensioni.
Mi piace affrontare nuove sfide cercando i miei limiti. Mi dedico con passione, sempre da autodidatta alla musica (suono l’armonica a bocca e la batteria), “fai da te” in generale. Incido il legno con il pirografo dedicandomi alla mtb, corsa e sport vari.
La passione per l’homebrewing nacque per caso nel 2012.
Al mio rientro da una lunga permanenza in Cina, mia sorella e mio cognato per il mio compleanno mi regalarono il primo KIT.
Dopo un paio di anni di pratica, esperimenti, assaggi, degustazioni, mi sono appassionato. Nel ho voluto provare tutte le tecniche fino ad arrivare all’ AG in quanto permette di esprimere di più la mia creatività di Mastro Birraio (da cui il nome MMB).
Da allora progetto, sperimento e realizzo una vasta gamma di prodotti per i quali creo in modo autonomo anche le relative etichette che hanno un filo conduttore con la birra e la sua storia.
Non ho mai smesso perchè lo trovo un passatempo che rilassa, mi diverte, mi soddisfa e riempie la casa di ottime fragranze.
Inoltre amici e parenti apprezzano. Le loro critiche mi danno modo di migliorare sempre.
Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma…(in birra)