Numero 27/2023
8 Luglio 2023
Utenos Alus: dalla Repubblica Ceca alla conquista del Vecchio continente!
Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore</strong
Utena/Lituania
Nel 1970, con l’aiuto di costruttori esperti dell’azienda TechnoExport della Repubblica Ceca, ebbe inizio la costruzione del birrificio più moderno della regione, inaugurato nel 1977.
La Baltic Beverages Holding, che dal 1994 possedeva la Kalnapilis di Panevėžys, nel 1997 divenne il principale azionista anche di Utenos Alus.
A sua volta, la Carlsberg, dopo aver acquisito, nel 1999, il 95% delle azioni della Švyturys di Klaipėda, l’anno successivo, fondendosi con la norvegese Orkla, prese il controllo anche delle altre due maggiori fabbriche di birra lituane: Kalnapilis e Utenos Alus.
Nel 2001, su ordine del Consiglio lituano per la concorrenza, la Kalnapilis passò al Danish Brewery Group (ora Royal Unibrew); mentre la Švyturys e la Utenos Alus venivano fuse in Švyturys-Utenos Alus, con sede legale a Utena, per diventare, due anni dopo, una società a responsabilità limitata.
Oggi i due birrifici occupano i primi due posti sul mercato della birra; ma producono anche cocktail di birra e analcolici, sidro, acqua potabile, bibite e kvas.
Utenos Porter, baltic porter di colore marrone intenso con riflessi rubino e dall’aspetto opaco (g.a. 6,8%). Nel 2001 ebbe il riconoscimento di “migliore birra scura” da parte del Chicago Beer Tasting Institute. La carbonazione è piuttosto bassa; la schiuma cachi, ricca, spessa, cremosa, di ottima tenuta e allacciatura. Nella sua intensità molto elevata, il bouquet olfattivo sa esprimere con gradevole finezza odori di caramello e malto tostato, uva passa e prugne secche, biscotti e pane integrale, caffè e cioccolato, fumo e trucioli di legno bruciati, mela stufata e gomma da masticare, luppolo terroso e spezie leggere: il tutto intiepidito da un delicatissimo etanolo. Il corpo, medio-pesante, ha una consistenza cremosa e liscia.
Il gusto, ricco, dolciastro e fluido, ben supportato da malto caramellato, zucchero di canna, fichi, datteri, miele, frutta scura, si snoda a proprio agio, potendo contare sul carattere caloroso del malto e sul lieve amarore di fondo sia del luppolo che dei cereali tostati. Imbrattato di fichi e prugne, il finale risulta un po’ appiccicoso e non certamente secco. Nella discreta lunghezza del retrolfatto, l’armonica combinazione dell’anice e del finocchio origina piacevoli impressioni più amare che dolci. Si tratta di un prodotto che, con la maturazione nel tempo, si arricchisce straordinariamente nei sapori.