Numero 46/2022

18 Novembre 2022

BrewDog sfida apertamente i mondiali di calcio in Qatar

BrewDog sfida apertamente i mondiali di calcio in Qatar

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Non la tocca piano la nuova campagna pubblicitaria della birra britannica BrewDog che, con cartelloni out of home a Londra, si è proclamata l’anti-sponsor dei Mondiali di calcio in Qatar.

Parecchio contestato per le numerose violazioni dei diritti umani collegate alla manifestazione, tra le quali le condizioni di lavoro disumane e l’alto numero di morti degli operai immigrati impiegati nella costruzione degli stadi e delle infrastrutture, il torneo non ha visto però defilarsi i suoi principali sponsor, i quali hanno certamente stigmatizzato l’accaduto ma non sono andati oltre.

Come riporta la stampa Uk, i copy della campagna BrewDog realizzati da Saatchi & Saatchi UK dicono ‘Proud anti-sponsor of the World F*Cup,’ ‘The Beautiful Shame,’ ‘Eat, Sleep, Bribe, Football’ e ‘First Russia, then Qatar. Can’t wait for North Korea’.

 

Il comunicato del brand spiega “Il calcio è stato pensato per essere per tutti. Ma in Qatar l’omosessualità è illegale, la fustigazione è una forma di punizione accettata e minimo 6.500 lavoratori sono morti costruendo gli stadi”, aggiungendo che i profitti della birra Lost Lager venduta durante i Mondiali andrà a finanziare programmi di sostegno ai diritti umani.

L’exploit ha generato anche qualche critica verso il brand, i cui pub trasmetteranno le partite di calcio come del resto tutti i suoi omologhi nel Regno Unito. Critica a cui la marca ha risposto spiegando che “ama il calcio, ma non la corruzione, abusi e morte”.
James Watt, ceo del birrificio, ha dichiarato su LinkedIn «Siamo onesti, le persone guarderanno sempre i Mondiali, così abbiamo voluto dare loro un luogo dove guardarli e insieme raccogliere fondi per stimolare un cambiamento positivo allo stesso tempo. Siamo orgogliosi di lanciare BrewDog come l’anti-sponsor della World F*Cup. Per essere chiari, amiamo il calcio. Quindi unisciti a noi. Brindiamo ai giocatori. Ai fan. Alla libertà di parola. E due dita (fuck off, ndr) a chi pensa che un Mondiale in Qatar abbia senso».

 

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