Numero 09/2021

5 Marzo 2021

Le cime di luppolo, ortaggio primaverile ipocalorico

Le cime di luppolo, ortaggio primaverile ipocalorico

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Le cime di luppolo sono un ortaggio ipocalorico chiamato spesso “asparagi selvatici” per la somiglianza con l’asparago. Si raccolgono in primavera e sono ottimi per frittate e risotti.

A differenza della maggior parte dei germogli utilizzati per uso culinario, le cime di luppolo selvatico sono tanto più gustosi quanto più sono grossi. Alimento ipocalorico con proprietà tonificanti, sedative, diuretiche e lassative, purificano il sangue e stimolano le funzioni epatiche.

In cucina si utilizza solo la parte apicale del rametto, i primi 10-15 centimetri. Le cime, vengono utilizzate come il più comune asparago per risotti, insalatine o gustose frittate, ripieni, zuppe e minestre. Si possono anche far lessare per 5-10 minuti e condire con olio, sale e limone.

 

Il luppolo predilige ambienti freschi e terreni fertili e ben lavorati. Cresce spontaneamente sulle rive dei corsi d’acqua, lungo le siepi, ai margini dei boschi, dalla pianura fino ad un’altitudine di 1.200 metri se il clima non è troppo ventoso ed umido. La sua presenza è molto comune nell’Italia settentrionale. Oggi, grazie alla diffusione della coltivazione del luppolo, è anche possibile trovarlo in vendita come prodotto secondario dei luppoleti.

Una volta raccolte, bisogna lavarle bene sotto l’acqua e possibilmente usando anche del bicarbonato. Se ne usano le cime, le foglie e a scelta anche il gambo che tagliato a pezzetti è ottimo per le frittate. È preferibile utilizzarle appena colte, altrimenti le si può conservare per alcune ore mantenendo il mazzetto in un bicchiere d’acqua.

I germogli del luppolo sono ipocalorici e hanno proprietà tonificanti, rinfrescanti, diuretiche e lassative. È considerato anche purificatore del sangue e stimolante delle funzioni epatiche, nonché sedativo. Combattono anche la cellulite, purché cucinati con pochi grassi. Non contengono glutine quindi ottimo ortaggio anche per chi soffre di celiachia.

 

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Jacopo Gatto
Info autore

Jacopo Gatto

«Papà fammi assaggiare quello che hai nel bicchiere».
«È un whisky invecchiato trent’anni. Non te lo do».
«Allora passami l’altro bicchiere».
E così fu il mio primo incontro con la birra e conseguente colpo di fulmine. Avevo sette anni.
Ringrazio i miei genitori tosco-veneto-trentini e l’universo per non avermi fatto nascere in USA.
Per caso nato a Milano nel lontano ’77 perdo tempo tra liceo classico, Laurea in Comunicazione, Ordine dei Giornalisti della Lombardia e svariati lavori niente male ma tutti precari finché il desiderio di acquisire il superpotere di trasformare l’acqua in birra mi porta un diploma da birraio artigiano.
Autore del romanzo umoristico “In una Piccola Galassia ai Confini dell’Universo” oltre che responsabile della rubrica sulla birra della “Prova del Cuoco Magazine” e collaboratore per Gqitalia.it ho come sogno nel cassetto di vivere di sola birra e riuscire a farmi pubblicare un romanzo dal titolo “Le Avventure di Gesù Cristo Birraio”.