Numero 48/2022

28 Novembre 2022

Originalità, ma senza esagerazioni: la filosofia di Birra Carrù

Originalità, ma senza esagerazioni: la filosofia di Birra Carrù

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Chi bazzica nell’ambiente birrario ha molto probabilmente sentito parlare del marchio Birra Carrù: e in questo senso aiuta, ancor più che l’ampiezza di distribuzione delle sue birre o la longevità di apertura – è partito nel 2011 come beerfirm, per arrivare a produrre in proprio nel 2017 –, la “vulcanicità” del fondatore e mastro birraio, Lelio Bottero, assai attivo nell’ambiente. Le birre non sono comunque solo opera sua: tiene sempre a precisare che questo è un affare di famiglia, dato che ad affiancarlo nel lavoro di mastro birraio c’è la moglie Lorella, in amministrazione e ad occuparsi delle visite al birrificio c’è la figlia Paola, e a capo della comunicazione la figlia Marianna.

 

 

Sono quasi una ventina, tra fisse e stagionali più le versioni senza glutine, le birre che escono dai fermentatori di famiglia; in cui si riconosce la filosofia non solo di fare birre facili a bersi, ma anche di dare interpretazioni “semplici” di stili sulla carta più complessi – non solo quindi evitando caratteristiche come luppolature o speziature molto intense o aromatizzazioni sopra le righe, ma più in generale rimanendo molto sobri tout court.

 

Tra gli stili classici la birra di bandiera può essere considerata la Apa Battagliera, dalla schiuma e pannosa ben persistente. Per quanto, coerentemente con lo stile, a dominare all’olfatto siano gli aromi di frutta tropicale, viene resa giustizia anche al cereale sia all’aroma che in bocca – con un tocco di pane fresco ad equilibrare la componente luppolata, senza essere invasivo né pregiudicare la bevibilità. Versatile, può andare incontro ai gusti sia dei patiti del luppolo, sia di chi sostiene che birra e tisana di luppolo siano due cose diverse.

 

 

Da una zona come le Langhe non possono poi non arrivare anche delle Iga, tra cui la Manico Rosso – con mosto di moscato su base Red Ale. Al naso esibisce profumi di caramello, nocciola e frutta rossa ben amalgamati; poi un corpo ben pieno e biscottato, ma straordinariamente bevibile anche grazie alla frizzantezza. Il mosto rimane nelle retrovie ma poi si fa vivo, comunque discreto e ben armonizzato, più percepibile al salite della temperatura. Interessante anche la speziatura sul finale, che unita al nocciola-biscottato ricorda quasi certe dubbel. Secca nonostante la dolcezza complessiva, soddisferà chi ama le Iga incentrate sul malto più che sulla componente del mosto.

 

Spicca per la buona riuscita della costruzione anche la 41 Dì, ale alla castagna garessina: schiuma da cappuccino, aroma tra l’arrostito l’affumicato che accompagna la bevuta al palato, elegante e ben amalgamato con la base caramellata, non aggressivo. Corpo caldo e avvolgente ma scorrevole, finale corto a beneficio di bevuta.

 

 

Esempio di che cosa si intenda per interpretazione non sopra le righe anche di birre fuori canone può essere considerata la Splanga, ale al farro definita “medievale”. Al naso presenta aromi floreali e di cereale “grezzo”, ben armonizzati. Il corpo scorrevole fa arrivare la peculiarità del cereale in seconda battuta, ben percepibile, su toni dolci di miele; equilibrati però da una chiusura amara che comunque contrasta ma non cancella il cereale – rimanendo quindi nel complesso dolce. Pur rimanendo una sui generis in cui si nota che c’è dell’altro oltre all’orzo, non risulta qualcosa di “eccentrico”.

 

Per una panoramica completa sul birrificio e sulla sua produzione, vi rimandiamo al sito www.birracarru.it

 

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Chiara Andreola
Info autore

Chiara Andreola

Veneta di nascita e friulana d’adozione, dopo la scuola di giornalismo a Milano ho lavorato a Roma – dove nel 2009 ho conseguito il titolo di giornalista professionista – e a Bruxelles al DG Comunicazione della Commissione Europea. Lì sono iniziati i miei primi timidi approcci con la birra, tra cui la storica Bush de Noel che ha finito per mettere il sigillo definitivo alla storia d’amore tra me e il mio futuro marito – e già da lì si era capito che una storia d’amore era nata anche tra me e la birra. Approdata a Udine per seguire appunto il marito, qui ho iniziato ad approfondire la mia passione per la birra artigianale grazie al rapporto in prima persona con i birrai – sia della regione che più al largo – e i corsi di degustazione tenuti dal prof. Buiatti all’Università di Udine; così dal 2013 il mio blog è interamente dedicato a questo tema con recensioni delle birre e resoconti delle miei visite a birrifici, partecipazioni ad eventi e degustazioni. Le mie collaborazioni con pubblicazioni di settore come Il Mondo della Birra e Nonsolobirra.net, con eventi come la Fiera della Birra Artigianale di Santa Lucia di Piave e il Cucinare di Pordenone, e la conduzione di degustazioni mi hanno portata a girare l’Italia, la Repubblica Ceca, il Belgio e la Svezia. Ora sono approdata anche al Giornale della Birra, un altro passo in questo mio continuare a coltivare la mia passione per il settore e la volontà di darvi il mio contributo tramite la mia professione.