Numero 10/2022

10 Marzo 2022

Bossum: alla scoperta del birrificio del Parco di Veio

Bossum: alla scoperta del birrificio del Parco di Veio

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La tradizione dei birrifici più antichi voleva che i birrai costruissero le proprie aziende in prossimità di grandi corsi di acqua o delle sorgenti più pure: questa componente preziosissima del processo produttivo, infatti, era fondamentale per garantire sufficienti e buoni approvvigionamenti da utilizzare in cotta. Anche se al giorno d’oggi questa esigenza tecnica è del tutto superata, molti birrifici artigianali sorgono in luoghi strettamente legati a contesti ambientali incontaminati e difesi. La birra, come prodotto della natura, è infatti un veicolo importante di valori connessi alla salubrità, alla naturalità, alla bellezza. Proprio in un contesto territoriale bellissimo e tutelato, ovvero il Parco di Veio nelle campagne romane, sorge il Birrificio Bossum: attivo dal 2019 ha fatto un progressivo percorso di crescita, che oggi andiamo a conoscere insieme.

Il progetto di Bossum Birra Artigianale nasce appunto nel 2019 dalla passione dei soci che decidono di investire da zero in questa avventura. Durante il percorso di startup, incontrano Federico Flesia, impegnato ogig a capitanare la produzione e garantire qualità e innovazione dei prodotti come Mastro Birraio dopo un iniziale affiancamento ad uno dei nostri soci: combinata la sua esperienza all’estro di alcuni soci, nascono le prime birre. Prima, una Blond Ale, e Genesi, una American Amber Ale. Nel 2021 per consolidare i risultati, viene ingaggiato Pietro Pellegrini, nel ruolo di amministratore unico, e confermato nell’assemblea di apertura del 2022. Nel frattempo, cambia la compagine sociale, ma lo spirito rimane lo stesso.

 

A guidarci nella visita è Alessandro, uno dei soci, che si occupa dell’ufficio stampa e della comunicazione.

Come avete mosso i primi passi, dalla prima cotta del dicembre 2019 ad oggi, nonostante le difficoltà determinate dalla pandemia?

A dicembre 2019 siamo partiti con molta determinazione ed adrenalina: volevamo portare la birra artigianale nelle case dei nostri clienti, e per farlo abbiamo iniziato la produzione con una che voleva essere il nostro biglietto da visita per tutti: una Blond Ale (Prima), la prima birra del birrificio e la prima artigianale da assaggiare per i neofiti che si avvicinavano a questo mondo e che li aiutasse a cogliere le differenze.

Il lavoro è iniziato a rilento, con tanto entusiasmo che si rifletteva nella nostra proattività a proporre il prodotto. Poi è arrivato il lock-down: una mazzata, pub chiusi. Tutto chiuso. I soci si sono riuniti per decidere cosa fare: era un’opportunità troppo importante per Bossum che voleva portare l’artigianale in bottiglia. Infatti, la scelta sin da subito era di produrre birra a bassa fermentazione in isobarico. Ci siamo organizzati: portiamo le birre a casa dei consumatori! Abbiamo lanciato una campagna social, abbiamo chiamato tutti i nostri amici e abbiamo iniziato a consegnare il nostro prodotto direttamente dal laboratorio a casa delle persone: una coccola da regalarsi in un momento terribile. È stata una mossa vincente. Ci siamo affermati subito, i nostri amici e clienti hanno risposto ed è stato un successone.

 

Quali sono le caratteristiche del vostro impianto di produzione?

Quella della scelta dell’impianto è stata una delle decisioni più sofferte: volevamo l’impianto giusto per partire, non troppo piccolo ma nemmeno troppo grande. Qualcosa che ci permettesse di poter fare una crescita graduale ma allo stesso garantisse la qualità del prodotto. A Rimini nel 2019 abbiamo incontrato TMC Padovan. Subito è scattato un feeling: siamo stato riconosciuti come partner e questo ci ha permesso di costruire con loro un percorso che si adattasse alle nostre esigenze. Abbiamo scelto un impianto Easy – Brau della linea Pocket da 5HL. Si è rivelato sin da subito la misura giusta per un birrificio come il nostro, che punta ad una produzione continua e con un rendimento pazzesco. Inoltre, il pocket all’apparenza molto complesso, si è rivelato semplicissimo da gestire (questo non vuol dire che lo possono far tutti, ma con un po’ di pratica, si diventa subito esperti!).

 

Il legame tra il birrificio ed il Parco di Veio in cui sorge è molto stretto: già il nome evoca questa origine. Come trasmetti il valore territoriale attraverso le tue creazioni?

Innanzitutto, siamo grati di poter essere ospiti del parco: non è scontato avere tutti i permessi per operare, ma grazie alla nostra determinazione, possiamo fregiarci di essere il Birrificio all’interno del Parco di Veio!

Nel nostro progetto vogliamo essere parte integrante del parco, rispettare l’ecosistema del parco: ad esempio, i nostri scarti di produzione vengono ritirati dagli allevatori della zona ed usati come integrazione nell’alimentazione dei maiali. Abbiamo anche in progetto di investire nell’energia green: integreremo nel birrificio anche la produzione di energia dal sole per dare un segno tangibile dell’attenzione di Bossum alla sostenibilità.  Anche le persone che lavorano all’interno del birrificio sono riferimenti del territorio. E poi ci sono le birre… sono tutte ispirate al territorio. Ma quella che ha un legame speciale è la Humilis. È stata la nostra prima birra ad alta fermentazione, ha respirato per 3 mesi l’aria di questo meraviglioso parco e cresciuta alla vista del meraviglioso prato che si estende davanti al birrificio: è una birra in stile Lager Pils non pastorizzata.

 

Tra le vostre birre, quali ritieni essere la più rappresentativa della filosofia di Bossum?

Non c’è una in particolare, anche se Prima vuole essere l’ambasciatrice dell’artigianale. C’è la Salina, una Gose che è una scoperta di sapori che si intreccia con il sale della salina di Margherita di Savoia in Puglia. C’è la Otto Gradi, una delle birre che i nostri amici amano di più, una Belgian Dark Strong Ale: veramente ci caratterizza nei pub e nei bar della nostra zona. E poi ci sono le IPA, ben tre: una Imperial, Pacific e Session.

Insomma, sono tutte figlie nostre, ognuna con una storia alle spalle, nate per soddisfare una esigenza, qualcuna per farci godere dei momenti speciali, come la Nera di Veio, una Coffe Stout nata per farci accarezzare l’inverno del 2021 o la Saison di Natale scorso per accompagnare i dolci sulle nostre tavole.

Ad oggi abbiamo circa 5 birre fisse a catalogo (Prima, Genesi, OTTOGRADI, Salina e Front Ale), 2 stagionali (Levante e Ponentina) e ci siamo cimentati con quattro special, delle one-shot per i nostri clienti (Nera di Veio, Humilis, Ambrosia e Saison)

 

Quale è il mercato di riferimento e quali gli obiettivi futuri che vi ponete in termini di sviluppo?

Il nostro mercato di riferimento principale al momento è Roma ed in generale il Lazio, con una forte presenza sul litorale di Gaeta, dove abbiamo delle partnership importanti: stiamo anche prendendo degli accordi per arrivare in Umbria, Toscana e Campania. Noi vogliamo essere l’entry point dell’artigianale, la birra che ti fa uscire dalla comfort zone dell’industriale ma che ti permette di arrivare a godere di un prodotto artigianale senza troppi risvolti nella complessità dei sapori. Lanceremo il prossimo anno anche delle micro-produzioni per appassionati, prodotti numerati capaci di soddisfare palati molto esigenti.  Inoltre, non tralasciamo le beer-firm: birrai alle prime armi e no, ristoratori, tutti coloro che vogliono un produrre una birra ma non hanno i mezzi o il know-how, trovano da noi la giusta partnership per mettere in pista un prodotto personalizzato, dalla ricetta all’etichetta.

Tutto questo per dire che abbiamo obiettivi importanti, sia in termini di fatturato che di crescita. Siamo entrati nel terzo anno di attività, quest’anno abbiamo avuto una crescita di circa il 35% del fatturato rispetto al primo anno, vogliamo chiudere il 2022 con una produzione di 900 HL che ci permetterà di consolidare il debito attraverso l’aumento della marginalità. Vogliamo anche rafforzare la nostra struttura, per supportare la crescita: la parte operativa gestita da Federico (Flesia) è al momento al completo dall’arrivo dell’altro Federico la scorsa estate (ormai la nostra mascotte). Investiremo di più sulle vendite, dove i soci, supportati da Mauro lo scorso anno hanno fatto grandi cose ma per crescere ed entrare nel mondo dei grandi, dobbiamo lavorare ancora tanto.

 

Maggiori informazioni: www.bossumstore.com  e www.beremente.it

 

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!