Numero 02/2022

14 Gennaio 2022

Heineken Italia cede il birrificio Hibu, che torna artigianale: buona o cattiva notizia?

Heineken Italia cede il birrificio Hibu, che torna artigianale: buona o cattiva notizia?

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La notizia che questa settimana ha attirato di più l’attenzione di addetti ai lavori e semplici appassionati del mondo della birra artigianale italiana è stata la vendita da parte di Heineken Italia del birrificio Hibu ai suoi vecchi proprietari e fondatori, Tommaso Norsa e Raimondo Cetani che, quindi, dal primo gennaio 2022 è tornato ad essere artigianale.
Nel 2017 infatti il birrificio di Burago di Molgora (MB) era stato acquistato da Dibevit Import, società controllata proprio da Heineken Italia e specializzata nell’importazione di birre premium e speciali che recentemente ha cessato di esistere in seguito alla fusione per incorporazione nella stessa Heineken Italia.
Proprio l’acquisto di Hibu da parte di Heineken fu l’ultimo di una serie di passaggi di proprietà che nel biennio 2016/2017 ‘sconvolsero’ il mondo della birra artigianale nel nostro Paese e che viderò anche Birradamare, Birrificio del Ducato e Birra del Borgo finire rispettivamente nelle mani di Molson Coors, Duvel e Ab Inbev.
Se non l’avete ancora letta vi consigliamo di dare un occhio all’intervista che Andrea Turco ha fatto a Tommaso Norsa (https://www.cronachedibirra.it/interviste/33829/il-birrificio-hibu-esce-da-heineken-e-torna-artigianale-intervista-a-tommaso-norsa/) nella quale Tommaso spiega chiaramente come sono andate le cose e fornisce qualche prima indicazione su come cambierà la strategia di Hibu.
Uno dei punti più interessanti, che puo’ fornire anche uno spunto sullo stato dell’arte del mercato della birra artigianale in Italia, è legato però alle seguenti parole di Norsa: “…nel corso del 2021 la multinazionale olandese ha ridefinito la propria strategia, scegliendo di compiere un passo indietro rispetto ai marchi “speciali”. In questo quadro è stata anche ipotizzata la cessione di Hibu…”.
Si tratta, quindi, di una totale inversione a U nella strategia di Heineken rispetto a quanto fatto solo quattro anni fa e rappresenta una conferma che le acquisizioni di birrifici artigianali da parte dei grandi gruppi industriali, con l’idea di proporre dei prodotti ‘crafty’ per rincorrere un mercato della birra artigianale in continua crescita, almeno fino a prima della Pandemia (anche se qualche ‘scricchiolio’ nel settore era già evidente), non portano ai benefici sperati considerando le logiche completamente diverse tra questi due segmenti.
Le reazioni alla notizia si sono subiti divise tra chi giudica l’operazione positiva per il comparto della birra artigianale con il ritorno in mano italiane, e appunto in ambito artigianale del marchio Hibu, e chi invece ritiene che questa decisione sia un ulteriore segnale dello stato di difficoltà nel comparto artigianale, aggravato ancora di più dalla Pandemia, con i grandi marchi che ormai non ritengono neanche più necessario ‘combattere’ i birrifici artigianali avvicinandosi al loro campo.
Se di sicuro la Pandemia ha accentuato e messo ulteriormente a nudo le criticità di un settore caratterizzato dalla presenza di molti (troppi?) birrifici, la quasi completa assenza di presenza nella Gdo – con le conseguenze negative che abbiamo visto in occasione dei lockdown e delle chiusure delle birrerie nel pieno della pandemia da Covid – e di una certa litigiosità tra i vari attori della filiera, la mossa di Norsa e Cetani ben riassume il coraggio e la passione dei nostri birrai, che rappresentano ancora la forza propulsiva alle spalle del mondo della birra artigianale.

 

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