Numero 15/2020

8 Aprile 2020

Dall’acqua dolce ad un mare di birra: l’esperienza di un italiano in NZ

Dall’acqua dolce ad un mare di birra: l’esperienza di un italiano in NZ

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Oggi siamo in compagnia di Daniele Danesin, ex atleta azzurro della canoa , vincitore di più medaglie a livello mondiale che ora sì è convertito alla birra in Nuova Zelanda , dove ci racconterà la sua nuova vita in birrificio.

Ciao Daniele, dall’acqua dolce ad un mare di birra. Prima eri uno sportivo , dove nel canottaggio hai vinto diverse medaglie e partecipato anche alle olimpiadi. Ci racconti la tua storia e come ti sei avvicinato poi al mondo della birra ?

Originario di Lezzeno ho iniziato a praticare canottaggio molto giovane, nel lontano 1996, grazie a mio papà Luciano che è stato il mio allenatore fino a quando ho deciso di smettere nel 2014. Durante questi anni ho vinto 5 titoli mondiali, 2 argenti, un bronzo e ciliegina sulla torta ho partecipato ai giochi Olimpici di Londra 2012.

Nel 2008 ho avuto l’onore di entrare a fare parte del Gruppo Sportivo Forestale che purtroppo non esiste più.

Dopo aver deciso di smettere con l’attività agonistica nel 2014 ho voluto subito iniziare a lavorare come guardia forestale, avrei potuto restare nel gruppo sportivo per altri 3/4 anni partecipando soltanto ai campionati italiani come purtroppo fanno molti miei ex colleghi ma non è nel mio stile.

Sapevo già che il passaggio sarebbe stato abbastanza difficile, abituato alla frenesia dello sportivo, due allenamenti solo giorno, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno.

Ho avuto la fortuna di lavorare con colleghi fantastici ma dentro di me sentivo una voglia di cambiamento, questa volta radicale.

Quindi mi sono licenziato, si mi sono licenziato dalla forestale, ho lasciato il posto fisso come guardia Forestale, ho lasciato 13sima e 14sima, ho lasciato famiglia, casa, amici e sono partito con la mia compagna Stefania(che ha lasciato il suo posto fisso ben retribuito in Svizzera) e siamo partiti all’avventura.

 

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Ora ti trovi dall’altra parte del mondo , in Nuova Zelanda. Come ci sei finito?  Hai da subito cercato impiego nel mondo della birra?

La scelta della nostra avventura è stata la Nuova Zelanda appunto.

In principio ho lavorato per qualche mese nelle costruzioni, come manovale.

Ho trovato il mio primo posto di lavoro come lava fusti al birrificio Three Boys di Christchurch, ho lavorato per loro 3 mesi, poi ho avuto l’opportunità di entrare a far parte della famiglia Cassels.

Mi sono avvicinato al mondo della birra grazie al mio migliore amico, Martino Goretti, tante battaglie combattute insieme uno contro l’altro e durante gli ultimi anni della mia carriera abbiamo avuto l ’opportunità di gareggiare sulla stessa imbarcazione che con un grandissimo secondo posto ai mondiali del 2011 ci ha portato la qualifica ai giochi Olimpici.

Fu proprio dopo quella gara che facemmo la nostra prima cotta di birra, a casa di Martino, una IPA estremamente luppolata, naturalmente l’abbiamo chiamata SILVER, in onore della nostra medaglia d’argento.

 

 

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Ci parli della realtà produttiva dove lavori e di come è strutturato il birrificio , oltre alle birre da Voi realizzate ?

Cassels & Sons Brewery si trova a Christchurch ed è un birrificio che 4 anni fa era molto promettente, il mastro birraio è un certo Simon Bretherton ( primo mastro birraio di Little Creatures di Perth Australia ). Ho iniziato come assistente ed ora sono Brewery Team Leader.

Siamo ancora una realtà molto piccola se paragonati ai mostri Australiani, Inglesi o Americani, la Nuova Zelanda è relativamente piccola e sottopopolata rispetto al resto del mondo, per nostra fortuna, specialmente in questo periodo di pandemia mondiale.

La struttura del birrificio è molto semplice Simon è il mastro birraio, poi ci sono io che mi interfaccio direttamente con lui, organizzo il piano settimanale, gestisco i miei sei assistenti, organizzo gli ordini delle materie prime ecc..

Le birre che attualmente fanno parte del nostro core range sono 7 , una New Zealand Pale Ale da 4,5% estremamente luppolata al naso con Nelson Sauvin, Motueka e Taiheke; una Lager da 4,3% molto maliosa ( classica Lager Neozelandese ), una Red IPA da 6,6 che grazie ai suoi 8 differenti malti è estremamente bilanciata, partita come stagionale ma diventata subito un classico, una NZ Pilsner da 5,3 molto secca, un bell’amaro speziato dato dal luppolo Saaz bilanciata con Motueka e Nelson Sauvin che le donano un fantastico profumo di agrumi, una APA da 5,4 classica espressione dello stile ma abbiamo cercato di creare una birra molto facile da bere nonostante l’abbondante utilizzo di luppoli in particolare Mosaic, Amarillo e Simcoe, la nostra amatissima Double Cream da 8,1 amatissima e ricercatissima in Inghilterra è praticamente la doppia versione della nostra Milk Stout, ed ultima ma non ultima la nostra campionessa Milk Stout da 5,2°.

 

Sono a conoscenza che una tua birra è salita sul tetto del mondo, una Milk Stout. Cosa ci racconti di questa esperienza e com’è il mondo craft in Nuova Zelanda?

Bravissimo, la Milk Stout da 5,2 laureatasi campionessa del mondo nella sotto categoria Sweet Stout prima e come miglior Stout e Porter poi, siamo orgogliosissimi di questa birra, è sempre stata la nostra punta di diamante, abbiamo dovuto modificare la ricetta piano piano in questi ultimi 3 anni per raggiungere questo fantastico bilanciamento, per chi non lo sapesse una Milk Stout è una stout dolce, Milk perché nel processo di burrificazione viene utilizzato il lattosio che non è fermentative dal lievito quindi ne risulta una birra molto corposa, bella piena e morbida, dovrei mandarti qualche bottiglia per fartela assaggiare, è fantastica, utilizziamo 9 malti differenti in ricetta.

Dopo aver vinto questo titolo fantastico le nostre vendite sono schizzate alle stelle, da novembre a febbraio non siamo riusciti a rispondere alla richiesta, nonostante tutto il team abbia buttato il cuore oltre l’ostacolo, da novembre ho avuto il mio primo weekend libero due settimane fa, facevamo cotte 7 giorni su 7, è stato difficile ma abbiamo costruito una squadra veramente affiatata e con una grande passione per il nostro lavoro.

 

l mondo craft qui in NZ è ancora molto giovane, ci sono ancora molti birrifici che credono sia facile produrre un prodotto di qualità, direi che i birrifici negli ultimi anni sono cresciuti come funghi (come si dice dalle nostre parti ), nei prossimi anni sono convinto ci sarà una forte scrematura, molti dei nuovi birrifici non hanno un impianto loro e producono per conto terzi, direi un buon 80/90%, ci sono molti birrifici che addirittura non producono nessuna birra loro, producono soltanto birre di altri, in base alla richiesta.

 

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Da sportivo , vuoi aggiungere qualcosa su birra – sport e salute?

Da sportivo ho sempre detto che la birra è la miglior bevanda post allenamento, logicamente senza esagerazioni, ma la birra è ricca di carboidrati, proteine e vitamine, l’unico “difetto” per lo sportivo è l’alcol, ma basta bere una leggerina da 2,5, io mi sono sempre concesso una berretta dopo allenamento, specialmente durante l’inverno, dopo i lunghi allenamenti, logicamente non tutti i giorni!

 

Chiudo l’intervista con due domande che amo fare a tutti. Un luogo in ambito birraio e una birra che non hai mai dimenticato .

Una birra che non ho mai dimenticato è una domanda alla quale è facilissimo rispondere per me, l’imbattibile Super di Baladin, INARRIVABILE, è da anni che non la bevo purtroppo!

Un luogo in ambito birraio, qui mi trovi un pò in difficoltà, non saprei che dire, ti direi quando sono andato a visitare il mio amico mastro birraio di Colonial Brewery a Melbourne, un birrificio che è salito da 1 milione di litri annui a 5 in soli 2 anni, avevano appena installato la nuova linea Krones, un gioiello, e la nuova Brewhouse BrauKon da 50hl completamente automatizzata, è stata un’esperienza che mi ha fatto capire che abbiamo ancora tanta strada da fare, tante cose da imparare e tanti soldi da investire!

 

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Christian Schiavetti
Info autore

Christian Schiavetti

Classe 1986, originario di Lecco, città che amo in tutto, dal suo lago alle sue magnifiche montagne.

Ho iniziato presto ad appassionarmi al mondo della birra, grazie ad un amico più grande, che mi regalava i primi sottobicchieri, e mi innamorai poi della collezione di birre del fratello. Iniziai poi io stesso a collezionarle. Oggi ne conto circa 1000 – 1100, oltre a bicchieri e altro.

Un’osteria in paese e le prime birre belghe, Kasteel, Kwack, Delirium, Chouffe, le prime trappiste , la Gouden Draak e le prime Baladin, fu amore. Presa la patente, la mia “ scuola” è stata l’Abbazia di Caprino Bergamasco del grande Michele Galati.

I primi viaggi ho iniziato a farli nel 2010, in Belgio per una settimana e li mi innamorai del Lambic; non ho più smesso di viaggiare: Belgio, Franconia, Baviera, Austria, Irlanda, Francia del nord e ovviamente Italia.

Navigo e leggo spesso sul web riguardo questo mondo, dal 2011 faccio birra in casa. Dopo i kit, grazie a un corso MOBI e a due giorni con Pietro del Carrobiolo, sono passato a all grain con buoni risultati.

Come detto, amo viaggiare appena posso e la birra non manca mai, da singoli eventi a locali famosi, dai piccoli birrifici a ben più lunghi beer tour che mi auto-programmo.

Amo le birre luppolate, e quelle parecchio alcoliche, che spesso dimentico in cantina per anni.

Da gennaio 2015 è nato quasi per gioco il mio blog, BIRREBEVUTE365 , supportato dalla mia pagina facebook, dove scrivo singole recensioni di birra, oltre ai miei viaggi e alle partecipazioni a fiere ed sagre, oltre ad un calendario eventi sempre aggiornato.

In futuro vorrei, visto che tra gli amici c’e già chi lavora in questo campo, poter fare della birra un lavoro dalla beer firm al birrificio, o un beer shop, o perchè no scrivere e viaggiare per la birra!!

Potete visitare anche il mio blog: www.birrebevute365.blogspot.it