Numero 34/2018

22 Agosto 2018

La “birra segreta” in un libro antico

La “birra segreta” in un libro antico

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Venduto come “settecentina” (anche a caro prezzo), un volume raro, reperito in un mercatino, s’intitola cripticamente: “Il libro segreto – Consigli”. Incuriosito dal frontespizio, m’immergo nella lettura di rimedi e suggerimenti su pressoché tutto lo scibile umano, in rigoroso ordine alfabetico. Così si apprende come si tempera l’acciaio, come si può avere l’acqua di rose, ricette per tingere i capelli di nero, e la “maniera di cavar l’oro dal legno dorato” nonché altre cose che sembrano lasciar presagire la possibilità di una pietra filosofale qua e là nascosta.

 

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Poteva mancare la birra? Giammai. Dalla pagina 64 alla pagina 70 è dedicato ampio spazio alla bevanda preferita che “disseta bene, nutrisce, ed eccita leggermente”, indicata “per le persone deboli e gracili, la cui digestione dev’essere stimolata”.
Quali sono gli ingredienti per prodursela in casa?
“Prendi 10 chilogrammi d’orzo, un ettogrammo di luppolo, e 40 litri d’acqua. Invece di 10 chilogrammi d’orzo, si può mettervene soltanto 8 o 9, e compiere il peso di dieci con tanto frumento. Il luppolo da adoperarsi non dev’essere recente, ma bensì di un anno almeno”.

Risparmio le minuzie sul come si fa (è un segreto, no?) ma si sappia che il libro dettaglia diverse modalità, con una raccomandazione:
“La birra fabbricata co’ due processi che abbiamo descritti, è amarissima, e può serbarsi per moltissimo tempo. Chi volesse farne uso subitamente, dovrebbe impiegare una quantità proporzionatamente minore di luppolo. Allora la birra è meno amara”. Inoltre:
“Se vuoi una birra più spiritosa, potrai gettare nella botte 4 o 5 ettogrammi di miele, o qualche pugno d’uve passe. Questa birra si conserva benissimo in bottiglie; ma dacché l’avrai manomessa dovrai berla prestamente. Il vero momento di servirsene è quando essa ha perduto il sapor di mosto, ed ha cominciato a prendere un po’ di frizzante”.

 

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Per conservarla al meglio, si consiglia di aggiungere “per ogni ettolitro di birra 6 decilitri di spirito di vino” e per rimediare alle alterazioni occorre mescolare “un poco di lievito cogli avanzi di ciò che già servì a fare della birra forte, e lascia al fuoco questo miscuglio per qualche tempo, indi fanne uso per rinnovare la fermentazione della tua birra. In mancanza di lievito di birra, potrai valerti di miele, di lievito di fornaio, e di melassa”.

“Il libro segreto” non ha né autore né anno né luogo di pubblicazione, è plausibile che comunque abbia due secoli e mezzo. Quindi racchiude antichissime dritte per produrre una birra casalinga o artigianale per così dire primordiale. Probabilmente destinato a “donne di casa”, suggerisce ricette per qualsiasi cosa, dalle vernici ai biscotti, dai rimedi contro i calli alla cura per l’asma; non manca una lunga parte sui diversi tipi di avvelenamenti, rendendolo utile spalla per chi volesse cimentarsi nella scrittura di un libro giallo. Non è previsto l’avvelenamento da birra.

 

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Umberto Pasqui
Info autore

Umberto Pasqui

Nato a Bologna il 19 agosto 1978, vivo da sempre a Forlì dove lavoro come professore. Ho pubblicato racconti, raccolte di racconti, manuali e saggi, molti pubblicati anche su riviste e antologie. Ho conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza e sono dottore summa cum laude in Scienze religiose con specializzazione pedagogico-didattica. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti, ho collaborato e collabo ad oggi con alcune testate locali. Grazie ad alcuni studi condotti, ho contribuito a far rinascere l’antico marchio familiare (dal 1835) della Premiata Fabbrica di Birra Gaetano Pasqui – Forlì®. In tema brassicolo, ho pubblicato “L’uomo della birra” (CartaCanta, 2010) ed ho curato l’antologia di racconti “Dentro la birra” (BraviAutori, 2012). Per saperne di più su di me: www.birrapasqui.blogspot.com