Numero 18/2019

2 Maggio 2019

Il Birrificio 2 Sorelle: la dolcezza delle sorelle, la potenza degli ingredienti e il cuore del birraio!

Il Birrificio 2 Sorelle: la dolcezza delle sorelle, la potenza degli ingredienti e il cuore del birraio!

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Questo è il birrificio “2 sorelle”: una realtà a Santo Stefano Belbo, Cuneo; Piemonte. Un birrificio al femminile con Elisa e Federica Toso, due sorelle al timone: due ragazze coraggiose e intraprendenti che si sono messe in gioco e fanno con passione il loro lavoro ormai da cinque anni. Attualmente producono il loro orzo e in futuro prevedono di coltivare anche il loro luppolo.

Sosteniamo i nostri produttori che s’impegnano a portare sulle nostre tavole degli ottimi prodotti di qualità!

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Come e quando nasce il progetto birrificio “2 sorelle” e qual è la sua storia?

L’idea è nata nel 2010 quando abbiamo deciso di acquistare un antico cascinale nel nostro paese, Santo Stefano Belbo, con adiacenti circa 10 ettari di terreno, per la metà vigneti e per la metà seminativi. La legislazione ci ha aiutate: proprio nel 2010 è uscito un decreto che stabiliva che le aziende agricole che coltivano orzo possono produrre birra utilizzando come materia prima l’orzo autoprodotto, previa trasformazione in malto. Abbiamo, quindi, deciso di iniziare a coltivare orzo da destinare appunto alla maltazione e alla produzione di birra. Così, dopo un lungo processo di ristrutturazione del cascinale e l’installazione di tutti i macchinari necessari alla produzione della birra, a inizio 2014 è nato il Birrificio 2 Sorelle.

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Cosa vuol dire per voi fare birra artigianale?

Per noi produrre birra artigianale è una vera passione. Dalla scelta degli ingredienti per la realizzazione di una nuova ricetta al primo assaggio di una nuova birra, ogni volta è una grande emozione. L’obiettivo di un prodotto artigianale è appunto riuscire a trasmettere questa emozione anche a chi la beve.

 

Quali sono le vostre birre, gli stili?

Al momento nel nostro birrificio vengono prodotte 5 diverse tipologie di birra.

Naif, una birra tipo lager da 4,6%, in stile Zwickelbier, quindi una birra di stampo tedesco, a bassa fermentazione, che però come tutti i nostri altri prodotti viene rifermentata in bottiglia o in fusto.

Abbiamo poi 3 birre d’ispirazione belga:

Sister Ale, la prima birra nata nel nostro birrificio, una farmhouse ale da 5,9% vol, fruttata e delicatamente amarognola.

Special, una saison da 7,7% vol molto piacevole e corposa.

Amber Ale, una bière de garde da 7,5%, ambrata, intensa e decisa.

Infine, l’ultima nata, Hella Hop, una birra in stile I.P.A. (India Pale Ale) improntata sugli aromi del luppolo.

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Quali sono le caratteristiche del vostro attuale impianto di produzione?

Nel nostro birrificio è installata una sala cottura a 3 tini da 20 hl. Inizialmente avevamo 6 fermentatori da 40 hl ciascuno, ma nel corso degli anni ne abbiamo acquistati altri 4, arrivando a un totale di 10. Per quanto riguarda il condizionamento abbiamo una linea di imbottigliamento semiautomatica composta da un’etichettatrice e da un monoblocco di riempimento e tappatura, oltre che un’infustatrice.

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Quali materie prime usate e con quale criterio le scegliete?

Il nostro birrificio nasce come azienda agricola quindi ci auto-produciamo l’orzo destinato alla maltazione. Dal nostro orzo facciamo produrre esclusivamente malto pils, il malto base, mentre acquistiamo da fornitori selezionati i malti speciali che utilizziamo in quantità secondaria all’interno della composizione delle nostre birre. Per quanto riguarda i luppoli utilizziamo varietà slovene, ceche, tedesche e americane. Scegliamo le varietà da utilizzare selezionando quelle che meglio si adattano allo stile di birra che vogliamo produrre, preferendo quella che poi si adatta maggiormente ai nostri gusti personali. In futuro abbiamo in progetto di selezionare le varietà di luppolo che meglio si adattano al nostro territorio e realizzare un piccolo luppoleto nei territori di proprietà dell’azienda.

 

Qual è il vostro mercato?

Le birre del birrificio 2 Sorelle vengono vendute prevalentemente a livello nazionale. Grazie all’appoggio di un’azienda esterna che si occupa della distribuzione dei nostri prodotti, abbiamo una rete di agenti ben distribuita sul territorio nazionale. A livello locale, invece, la vendita dei nostri prodotti viene fatta direttamente dal birrificio.

 

Quali sono gli aspetti positivi e negativi del vostro progetto?

Quello della birra artigianale è un mondo giovane e in continua evoluzione e questo rende il nostro lavoro interessante ogni giorno. Siamo una piccola azienda e siamo solo in 4 a mandare avanti il tutto; le cose da fare in un birrificio sono molte e molto variegate, quindi non ci annoiamo mai! D’altro canto, il mercato della birra artigianale è caratterizzato da una moltitudine di piccoli produttori, quindi c’è molta concorrenza. Inoltre, spesso si fa fatica ad inserirsi in certi mercati a causa dei prezzi che per forza di cosa sono superiori rispetto a quelli dei prodotti industriali.

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Come vedete il futuro del movimento craft beer in Italia?

Ultimamente il consumatore è sempre più informato sulle birre artigianali che, dove più dove meno, si trovano un po’ ovunque. Sempre più persone iniziano a distinguere tra i vari stili birrai scegliendo quelli che meglio si adattano ai propri gusti e tutti i consumatori sono alla ricerca di prodotti di qualità. Tutto ciò non può che portare, in futuro, a un rafforzamento del settore e gradualmente a un sempre maggiore consumo di prodotti artigianali di qualità, a scapito di prodotti industriali.

Per maggior informazioni sul birrificio “2sorelle”: www.2sorelle.it

 

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Lina Zadorojneac
Info autore

Lina Zadorojneac

Nata in Moldavia, mi sono trasferita definitivamente in Italia per amore nel 2008. Nel 2010 e 2012 sono arrivati i miei due figli, le gioie della mia vita: in questi anni ho progressivamente scoperto questo paese, di cui mi sono perdutamente infatuata. Da subito il cibo italiano mi ha conquistato con le sue svariate sfaccettature, ho scoperto e continuo a scoprire ricette e sapori prima totalmente sconosciuti. Questo mi ha portato a cambiare anche il modo di pensare: il cibo non è solo una necessità, ma un piacere da condividere con la mia famiglia e gli amici. Laureata in giurisprudenza, diritto internazionale e amministrazione pubblica, un master in scienze politiche, oggi mi sono di nuovo messa in gioco e sono al secondo e ultimo anno del corso ITS Gastronomo a Torino, corso ricco di materie interessanti e con numerosi incontri con aziende produttrici del territorio e professionisti del settore. Il corso ha come obiettivo la formazione di una nuova figura sul mercato di oggi: il tecnico superiore per il controllo, la valorizzazione e il marketing delle produzioni agrarie e agro-alimentari. Così ho iniziato a scrivere per il Giornale della Birra, occasione stimolante per far crescere la mia professionalità.