Numero 13/2023

27 Marzo 2023

Il giro del mondo in… tante birre: Argentina

Il giro del mondo in… tante birre: Argentina

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In questo viaggio inebriante intorno al mondo si alternano Paesi con una tradizione brassicola appena nata a Paesi dove la birra ha radici profondissime. Tutto ciò influenza la scelta delle realtà da raccontare, in alcuni casi l’elenco corrisponde al numero effettivo dei birrifici presenti mentre in altri la lista rappresenta, per ovvi motivi, una semplice selezione in base a fatti curiosi ed aneddoti. Ed è proprio questo il caso dell’Argentina. Descrivere con un breve articolo il panorama birrario di un paese così vasto e storicamente importante sarà un’impresa ardua, ma ce la metterò tutta!

L’Argentina dista dall’Italia quasi 12.000 Km e ci vogliono circa 15 ore di volo per raggiungere la capitale Buenos Aires ma noi Italiani la sentiamo vicinissima, forse più di ogni altro Paese al mondo. Non è per il calcio o per Maradona, è il nostro passato che sentiamo, quello dei nostri emigranti, il richiamo di quelle vecchie radici messe in questo nuovo mondo.

È non è un caso che, proprio in Argentina, birra e immigrati europei abbiano un legame imprescindibile. Scopriamo insieme di cosa si tratta!

LA STORIA DELLA BIRRA IN ARGENTINA

La tradizione birraria argentina è legata ai primi emigranti europei che giunsero qui intorno alla metà del XVIII sec. Risale, infatti, al 1738, il primo birrificio chiamato “La Zervezeria”, fondato dall’inglese Thomas Stuart. Ma bisogna aspettare fino alla metà del 1800 per assistere ad un vero e proprio boom. La molla fu la massiccia immigrazione europea che portò sul suolo argentino milioni di persone provenienti da Germania, Italia e Spagna. Ad oggi, si stima che più del 50% degli argentini abbia origini italiane.

Queste nuove popolazioni non sbarcarono solo con la valigia di cartone ma si portarono dietro il bagaglio più prezioso fatto di usi, costumi e tradizioni indimenticabili. E tra queste c’era anche: fare la birra. I primi grandi birrifici, sorti nella seconda metà dell’800, furono fondati da immigrati tedeschi.

Facendo un enorme salto in avanti, ad oggi, il mercato in Argentina è quasi totalmente in mano a colossi industriali sudamericani ed internazionali. Il consumo di birra artigianale, infatti, si attesta ancora intorno al 3%. Il costante lavoro di ricerca e di innovazione portato avanti dai mastri birrai, però, ha dato i suoi frutti: il BJCP (Beer Judge Certification Program) ha riconosciuto ufficialmente 2 stili birrari argentini: Dorada Pampeana (tipo Blonde Ale) e IPA Argenta (versione sudamericana delle American IPA).

Infine, per farvi capire quanto sia importante la tradizione birraria in Argentina, vi indico semplicemente una data: 19 Gennaio. Il giorno in cui si celebra la “Giornata del lavoratore della birra” per commemorare la creazione della “Federazione argentina dei produttori di birra e suoi lavoratori” nel 1936.

 

UNA BREVE LISTA DEI BIRRIFICI PIU’ IMPORTANTI IN ARGENTINA

  1. Il più antico birrificio in Argentina: CERVECERIA BIECKERT

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Birrificio-pioniere, ancora in attività, venne fondato nel 1860 nella capitale Buenos Aires da Emilio Bieckert, immigrato dell’Alsazia, regione al confine tra Germania e Francia. Il successo incredibile della sua birra Pils fu raggiunto grazie all’aspetto limpido e alla grande qualità che la differenziarono subito dalle birre locali torbide e più scure. Fu un vero precursore in diversi ambiti: agli inizi del ‘900 inaugurò la prima fabbrica del ghiaccio del Paese; negli anni ’20 lanciò una bevanda analcolica a base di malto dedicata alle mamme che allattavano; dai primi anni ’60 fu il primo birrificio ad utilizzare le lattine. Nel 2008 fu acquisito dal colosso industriale cileno “Compañía de Cervecerías Unidas” (CCU).

BIECKERT: classica lager chiara, il cavallo di battaglia del birrificio. Gradazione alcolica: 4,9%

BAPA: è l’acronimo di Buenos Aires Pale Ale, birra in stile Pale Ale dedicata alla capitale dall’atmosfera cosmopolita. Birra ambrata con note fruttate e uso abbondante di luppoli in Double Dry Hopping. Gradazione alcolica: 6,5%

  1. Il più grande birrificio argentino: CERVECERIA Y MALTERIA QUILMES

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Birrificio storico fondato nel 1888 a Quilmes (Buenos Aires) da Otto Bemberg, un immigrato di origini tedesche. La scelta di questa città non fu casuale, l’acqua di Quilmes, infatti, è sempre stata di altissima qualità. Nel 1910 venne prodotta la prima birra con ingredienti 100% argentini. Molto attivo nel sociale, nel tempo, il birrificio ha contribuito alla nascita di ospedali, scuole, associazioni di volontariato e sportive per aiutare la comunità di Quilmes. Negli anni ’90 del Novecento, Quilmes divenne il più grande produttore di birra in Argentina, grazie anche all’apertura di cinque nuovi impianti e all’impulso dato al settore di ricerca e sviluppo. Dal 2002, la proprietà di Quilmes passò sotto Ambev e poi divenne parte del colosso industriale internazionale Ab-InBev. Ad oggi rappresenta il 67% del mercato della birra argentina.

CLASICA: la birra iconica dell’Argentina, una lager dal colore dorato, equilibrata e dissetante, prodotta con ingredienti 100% argentini. Gradazione alcolica: 4,9%

STOUT: birra scura che si ispira alle Stout anglosassoni. Note di cioccolato e caffè, con una schiuma cremosa. Gradazione alcolica: 6,3%

RED LAGER: birra ambrata ispirata allo stile Vienna. Le note di caramello sono bilanciate da un finale piacevolmente luppolato. Gradazione alcolica: 4,9%

La gamma è completata da: BOCK (Bock tedesca con gradazione alcolica: 6,3%) e DOBLE MALTA (Pilsner con gradazione alcolica: 4,9%).

Oltre a distribuire e produrre marchi internazionali (Stella Artois, Budweiser e Corona), negli anni ha acquisito anche importanti marchi locali come:

ANDES: birrificio fondato nel 1921 a Mendoza, città ai piedi della Cordigliera della Ande, da cui il nome. Fa parte di Quilmes dal 1998. La produzione si focalizza su stili classici: Rubia (lager chiara di ispirazione tedesca. Gradazione alcolica: 5,1%); Roja (lager ambrata in stile Vienna. Gradazione alcolica: 5,1%); Negra (birra scura che riprende le Schwarzbier tedesche. Gradazione alcolica: 5,5%).

 

 

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

CERVEZA PATAGONIA: birrificio con sede a San Carlos de Bariloche (Patagonia), uno dei territori a forte vocazione brassicola di tutto il paese. In produzione una quindicina di birre dal tocco originale, tra cui: Kilometro 24.7 (Session IPA con luppoli della Patagonia. Il nome deriva dall’indirizzo del birrificio. Gradazione alcolica: 4,5%); Sendero Sur (la prima birra argentina certificata 100% biologica. Una Golden Ale con gradazione alcolica: 4,3%).

  1. La birra Pils più tradizionale di tutta l’Argentina: CERVEZA SCHNEIDER

 

 

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Come rivela il nome, anche questo birrificio ha origini tedesche! Il mastro birraio Otto Schneider, arrivato in Argentina dalla Prussia, fondò, nel 1912 a Santa Fè, la Cerveceria Santa Fé ma fu nel 1932 che riuscì ad avverare il suo vero sogno: aprire un birrificio a suo nome. La scelta della città non fu casuale, l’acqua ha, infatti, le stesse caratteristiche chimico-fisiche di quella di Plzen (Repubblica Ceca), la città che ha rivoluzionato il mondo della birra con il suo stile iconico, lo stile Pils, nato grazie all’acqua povera di sali minerali. Nel 1979 Cerveceria Santa Fé divenne proprietaria di Cerveza Schneider ed entrambe furono poi acquisite dal grande gruppo “Compañía de Cervecerías Unidas” (CCU).

LAGER: birra chiara ispirata alle Pils boeme. Note fruttate e maltate fanno da contraltare ad un piacevole amaro. Uno delle birre tradizionali dell’Argentina. Gradazione alcolica: 4,6%

ROJA: lager ambrata con aromi di caramello e un lieve tostato, bilanciati dall’amaro del luppolo nel finale. Gradazione alcolica: 5%

NEGRA: birra scura che riprende le Dunkel tedesche. Presenti note tostate e di caffè. Lievissima la luppolatura. Gradazione alcolica: 3,9%

  1. Il primo birrificio artigianale dell’Argentina: CERVEZA ANTARES

 

 

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Birrificio artigianale inaugurato da tre amici (Mariana, Pablo e Leonardo) nel 1998 a Mar del Plata, città costiera a sud di Buenos Aires, In pochi anni le loro birre divennero modelli da seguire per tutti coloro che si affacciavano sulla scena craft, proprio come i marinai seguivano la stella Antares per orientarsi. Il loro grande successo ha consentito, negli anni, l’apertura anche di una cinquantina di locali franchising in tutto il Paese. Tra le 15 etichette prodotte (classiche, barricate e speciali), vi segnalo:

ATLANTICA: birra che omaggia uno dei due stili argentini riconosciuti dal BJCP, Dorada Pampeana. Per produrla in modo sostenibile, si usa l’acqua di mare opportunamente trattata. Colore dorato e fresche note fruttate. Gradazione alcolica: 5%

KOLSCH: birra chiara ispirata alle birre tradizionali di Colonia (Germania). Leggera, maltata con lievi note fruttate e un tocco di luppolo. In produzione dal 1998. Gradazione alcolica: 5%

20 ANOS: birra commemorativa per il 20° anniversario del birrificio. Una Belgian Strong Ale complessa, dagli aromi speziati, fruttati e maltati. Birra maturata in barrique, da meditazione vista la gradazione alcolica di ben 11%

  1. Il birrificio più a sud del mondo: FUEGIAN BEVERAGE COMPANY

 

Il nome di questa azienda nasconde due birrifici che, lasciatemelo dire, sono veramente “la fine del mondo”!!! Eh sì perché entrambi hanno sede a Ushuaia, capoluogo della Terra del Fuoco, ultimo avamposto australe. In questa città, a cavallo del Duemila, nacquero infatti, “Cerveza Beagle” e “Cervecerìa Cape Horn”. Nel 2010, i giovani fondatori decisero di non farsi più concorrenza ma di collaborare e unire le loro forze in un’unica impresa.

CERVEZA BEAGLE

Il nome del birrificio e il logo sono fortemente legati al territorio. Il primo deriva dalla nave da carico inglese del capitano Fritz Roy che scoprì, nel 1826, il canale a cui diede il nome. Il secondo rappresenta un omaggio alla tribù nomade Yamana, uomini coraggiosi ed abili canoisti. 15 le birre in produzione, tra cui:

IPA: birra in stile IPA Argenta (stile argentino riconosciuto dal BJCP) con luppoli della Patagonia, agrumata e fruttata. Gradazione alcolica: 6,2%

CALAFATE ALE: birra ad alta fermentazione, dal colore granata, con aggiunta di Calafate, frutto autoctono della Patagonia meridionale, una bacca di colore blu scuro simile al mirtillo, il sapore ricorda l’uva ma è più acido. Gradazione alcolica: 4,2%

CERVECERIA CAPE HORN

7 etichette attualmente in linea che prendono ispirazione da stili un po’ più legati alla tradizione, tra cui:

NUT BROWN ALE: birra ispirata alle Dark Mild inglesi. Note maltate di caramello e frutta secca. Gradazione alcolica: 5,1%

HONEY: birra chiara ad alta fermentazione prodotta con miele puro. Dolce e rotonda. Gradazione alcolica: 7,2%.

Terminare il nostro piccolo tour birrario in Patagonia era proprio doveroso. Come avrete capito, infatti, questa lista è la classica punta dell’iceberg, centinaia e centinaia di altre birre aspettano di allietare i palati dei viaggiatori più curiosi.

Alla prossima tappa!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

https://www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

https://www.cerveceriaymalteriaquilmes.com/

https://www.ccu.com.ar/

https://www.cervezaantares.com/

https://cervezabeagle.com/

https://www.facebook.com/capehornbeer

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!