Numero 27/2018

4 Luglio 2018

A casa di Mr. Malt per un Brewing Lab senza frontiere

A casa di Mr. Malt per un Brewing Lab senza frontiere

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Vi ricordate “Giochi senza frontiere”? Era un programma televisivo prodotto dall’Unione Europea di Radiodiffusione (UER). L’idea del programma fu del presidente francese Charles de Gaulle, che voleva che i giovani francesi e tedeschi si incontrassero in un torneo di giochi allo scopo di rafforzare l’amicizia tra Francia e Germania. Nel 1965, tre francesi proposero l’idea dei giochi anche ad altri paesi europei.
Il gioco consisteva in una serie di prove che le nazioni dovevano affrontare per guadagnare punti. Nelle prove in cui le nazioni si sentivano più forti potevano giocare il jolly, che faceva raddoppiare il punteggio totalizzato, mentre, a turno, saltavano una prova per giocare (se presente) il fil rouge, una prova speciale che ogni squadra doveva affrontare individualmente.

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Questa la premessa storica che ha cominciato a prendere piede nei miei ricordi nel momento stesso in cui al check in ho saputo di appartenere ad una delle sei squadre a cui stavano aderendo gli oltre 50 iscritti al Brewing Lab.

La splendida ventilata giornata di sole inizia in modo ordinato sin dall’ingresso nella zona artigianale dove uno dello staff ci indica dove parcheggiare.
Sabrina e Lorin si intendono all’unisono e come due musicisti che scorrono a memoria lo sparito, procedono a registrare i partecipanti di ogni età, sesso e provenienza geografica.
È un bel vedere sin dalle prime battute. Tutto coperto ed allineato, sistemato con gusto. Le pareti parlano di cotte, malti, emanano luppolina, raccontano un mondo che presto conosceremo meglio.

Oggi dopo anni ho l’opportunita di vedere questa azienda e il sempre cordiale e sorridente team, da un altro punto di vista.

 

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Ci accomodiamo nel magazzino che per l’occasione è diventato una delle sale corsi. Passiamo tra due ali gialle formate dal personale di Mr. Malt in “divisa”.
Su lunghe tavolate troviamo il materiale didattico, il necessario per gli appunti mentre davanti a noi Cristiano Finelli dà ufficialmente inizio ai lavori. Lo supporta molto bene Giulio Cervi. Sembrano fratelli.

Alle loro spalle si “sfideranno” all’ultimo punto di OG quattro domozimurghi suddivisi in due squadre. Quella italiana dell’Associazione Homebrewers FVG rappresentata da Walter Cainero e Davide Bombardier a cui si contrappongono i belgi Tessa Pauwels e Joey Andries, direttamente dalla casa che ha ideato il Brew Monk.

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Stessa ricetta AG (Ginger Saison) che i primi brasseranno con il metodo classico mentre i fiamminghi con il sistema automatico All in One.

Mentre la cotta procede Cristiano spiega come un rodato telecronista. Lessico chiaro, mirato, a prova di non addetti ai lavori. L’ABC per iniziare. Cosi si fa. Ad intervalli cadenzati da schemi ormai collaudati, a turno le sei squadre partecipano a workshop di gruppo. Piccole sfide da cui imparare mentre lo staff di Mr. Malt ci spiega diverse cose e novità.

Mentre l’Italia armeggia dietro le pentole per tutto il mash, gli ospiti d’oltralpe se la ridono se la cantano…sta facendo quasti tutto il sistema AIO.
Queste due tecniche permettono ai presenti di avere diversi spunti di riflessione.
C’è interazione. Possiamo domandare, osservare, provare, valutare, fare pratica.
Giulio mette alla prova tutti i partecipanti chiedendo di provare a tracciare la scheda organolettica del luppolo che abbiamo di fronte: il Citra.
Unendo i punti sul mio foglio si disegna il complesso genoma umano che, confrontato con il semplice risultato corretto, evidenzia che ho ancora tanto da bere, annusare ed imparare.

 

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La pausa pranzo decreta la fine della prima parte e il temporaneo stop alle ostilità tra le due simpatiche fazioni. Siamo tutti in doveroso silenzio, accomunati dal piacere di PUNK IPA (Brewdog), Lone Wolf e Sucubo (Reservoir Dogs) alla spina, che fanno da contorno all’ottimo servizio a buffet offerto.

 

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Si riparte con il boil mentre Enrico Carlon di Mr.Hops e Roberto Pavesi di Fermentis a rotazione ci indottrinano sui luppoli e sui lieviti. Si apre un mondo. Non basta il tempo che gli è concesso per cui il tema andrà approfondito.

Si misurano le OG e ITALIA batte BELGIO centrando l’obiettivo. La scuola classica ha la meglio sulla moderna tecnologia e un applauso scrosciante motiva gli amici Walter e Davide che procedono all’inoculo e alla pulizia dell’attrezzatura.

È ora di accomiatarsi non prima di avere ritirato l’attestato di partecipazione unitamente al premio come secondi classificati.
Strette di mano finali ed alcuni giri di birre, portate dai partecipanti per essere giudicate dai più esperti, decretano la fine dei lavori.

Si torna a casa con lo spirito ancora più ricco. Pronti per la prossima avventura.

 

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Giovanni Messineo
Info autore

Giovanni Messineo

Giuliano di adozione di origini siciliane (nato a Palermo nel 1972), dal 2009 vivo a Gorizia.
Perito elettrotecnico mancato ho un diploma informatico e prediligo tutto ciò che riguarda la tecnologia a supporto delle attività umane (senza però sostituirle).
Lavoro nel settore della siderurgia da anni occupandomi di Operation e formazione del personale italiano ed estero.
Sono appassionato della nostra bella lingua italiana e credo fermamente in una comunicazione che sia chiara, diretta e concisa per evitare dubbi e/o incomprensioni.
Mi piace affrontare nuove sfide cercando i miei limiti. Mi dedico con passione, sempre da autodidatta alla musica (suono l’armonica a bocca e la batteria), “fai da te” in generale. Incido il legno con il pirografo dedicandomi alla mtb, corsa e sport vari.
La passione per l’homebrewing nacque per caso nel 2012.
Al mio rientro da una lunga permanenza in Cina, mia sorella e mio cognato per il mio compleanno mi regalarono il primo KIT.
Dopo un paio di anni di pratica, esperimenti, assaggi, degustazioni, mi sono appassionato. Nel ho voluto provare tutte le tecniche fino ad arrivare all’ AG in quanto permette di esprimere di più la mia creatività di Mastro Birraio (da cui il nome MMB).
Da allora progetto, sperimento e realizzo una vasta gamma di prodotti per i quali creo in modo autonomo anche le relative etichette che hanno un filo conduttore con la birra e la sua storia.
Non ho mai smesso perchè lo trovo un passatempo che rilassa, mi diverte, mi soddisfa e riempie la casa di ottime fragranze.
Inoltre amici e parenti apprezzano. Le loro critiche mi danno modo di migliorare sempre.
Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma…(in birra)