Numero 51/2023

23 Dicembre 2023

Tucher Bräu

Tucher Bräu

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Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Norimberga e Fürth/Germania
Una delle birrerie più antiche di tutta la Baviera, fu fondata a Norimberga nel 1672 come Städtische Weizenbräuhaus (“Birreria di Frumento Municipale”).
Nel 1806 però Norimberga, che nel 1219 aveva ottenuto dall’imperatore Federico II il privilegio di intitolarsi “città libera” e di autogovernarsi con istituzioni autonome, entrò a far parte del Regno di Baviera, pertanto la birreria acquisì il titolo reale, Königlich-Bayerisches Weizenbräuhaus.
Nel 1855 il barone Siegmund von Tucher acquistò il birrificio reale e fondò la Freiherrlich von Tucher’sche Braurei. Per il logo, fu preso il simbolo araldico della famiglia Tucher, con la testa di moro, che figura tuttora sull’etichetta delle birre. La gestione come birrificio privato fu l’inizio di un rapido, inarrestabile, sviluppo. Con l’utilizzo poi dei moderni impianti a vapore, la birra varcò i confini, prima, della Baviera e, poi, della Germania: dal 1875 per circa i due terzi andava in tutto il mondo.
Il vertiginoso incremento delle vendite, da una parte e dall’altra, i necessari ingenti investimenti portarono alla costituzione, nel 1898, di una società per azioni, Tucher AG. L’anno dopo, nell’ottica lungimirante di espansione, venne costruito un nuovo stabilimento a Norimberga, nella Schillerplatz.

Nel 1906 la Tucher AG si fuse con la Nürnberger Aktienbrauerei (ex Heinrich Henninger), nella Bayreuther Straße, e sorse la Freiherrlich von Tucher’sche Braurei AG . Nel 1913 l’edificio della Städtische Weizenbräuhaus fu venduto alla città di Norimberga che lo destinò a uso amministrativo fino alla distruzione durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1966 la Freiherrlich von Tucher’sche Braurei AG si fuse con la Brauhaus Nürnberg JG Reif AG e trasferì completamente il birrificio negli edifici dell’ex birrificio di Norimberga, in Schillerplatz. E, da questa nuova fusione, nacque la Tucher-Siechen.
Nel 1985 il gruppo March di Rosenheim rilevò la maggioranza delle azioni e ribattezzò la società Tucher Bräu AG. Ma, per insolvenza, nel 1994 le sue azioni furono acquistate da Hans Inselkammer (appartenente a una vera e propria dinastia di birrai bavaresi).
La Lederer Bräu AG di Norimberga, risalente al 1468 e che nel corso degli anni aveva acquisito una serie di birrifici più piccoli, nel 1972 fu rilevata dal gruppo Schickedanz e fusa con altre sei birrerie tradizionali per diventare Patrizier Bräu AG.
Nel 1994 Hans Inselkammer acquistò la maggior parte delle azioni della Patrizier Bräu AG e la fuse con la Tucher Brau AG, convertendo la società in un cosiddetto “birrificio privato”. Una mossa felice, perché si aggregarono tutte e cinque le birrerie tradizionali di Fürth (Joh. Humbser, Grüner, Geismann, Bergbräu, Evora & Meyer).
Sicché l’intera produzione della Tucher si concentrò a Fürth (ex Joh. Humbser, dal 1967 Humbser-Geismann) e a Norimberga (Lederer). Continuò invece la produzione del marchio Zindorfer presso il proprio impianto di Zindorf la Brauerei Zindorf, fondata nel 1674 da Johann Friedrich (margravio von Brandeburg-Ansbach), privatizzata nel 1900 e acquistata nel 1936 dalla Brauerei Grüner.
Intanto che le sue weizen venivano ripetutamente premiate dall’Associazione Alimentare Tedesca (DLG), la Tucher ottenne dal 1995 il certificato DIN ISO 9001, a garanzia della qualità in tutto il ciclo produttivo. Nel 1996 le fu conferito un brevetto speciale sul metodo di produzione della hefe weizen appunto, un procedimento che garantisce la stabilità del gusto e la freschezza della birra in bottiglia più a lungo.
Nel 2003 Jannik Inselkammer, figlio di Hans e amministratore delegato della Tucher Bräu, vendette l’azienda al gruppo Brau und Brunnen che, l’anno dopo, passò al gruppo Radeberger di Francoforte.
Nel 2008 iniziarono i lavori per un nuovo, tecnologicamente avanzato, “birrificio a 2 città”, esattamente ai limiti di Fürth e Norimberga. Al suo completamento, venne chiuso il birrificio Humbser-Geismann.
Infine, dopo ampie misure di ristrutturazione e l’installazione di una caldaia molto più piccola, nel 2018 venne ufficialmente riaperto il birrificio nella Schillerplatz di Norimberga costruito nel 1899. Ma qui, attualmente, viene prodotta soltanto la Tucher Original Nürnberger Rotbier Naturtrüb.
Molto attiva sul mercato internazionale, la Tucher è riuscita a penetrare in diverse zone del Nuovo Mondo. Propone una vasta gamma di birre tradizionali bavaresi, pur essendo specializzata nelle weizen. E chiaramente supporta la loro commercializzazione con i soliti mezzi pubblicitari: sponsorizza molti eventi a Norimberga, come il Blues & Jazz Festival dell’agosto del 2007, o feste popolari tipiche della città che si tengono in primavera e in autunno (in particolare la Nürnberger Herbstvolksfest). È presente in diversi sport, come calcio, palla a mano, hockey su ghiaccio, ciclismo.

 

Tucher Pilsener, pilsner di colore giallo paglierino (g.a. 5%). È una birra di puro malto e di stampo tipicamente teutonico. La carbonazione è piuttosto alta, ma non eccessiva; la schiuma bianca, ampia e sottile, compatta e cremosa, di buona tenuta e aderenza. La finezza olfattiva risulta gradevole, con particolari esalazioni nella sfera dell’erbaceo e del cereale. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza non proprio acquosa, eppure molto scorrevole e briosa. Nel gusto, l’abbondante luppolizzazione si fa sentire, eccome; in ogni modo, il suo carattere asciutto e floreale apporta un inconfondibile amaro rinfrescante e dissetante. Il finale, di una piacevole aromaticità, lascia un corto retrolfatto secco e aspro, di erbe e fieno.
Tucher Übersee Export, export di colore dorato chiaro (g.a. 5,3%); birra di solo malto d’orzo. Übersee, che significa “oltremare”, intende sottolineare che il prodotto nacque per l’esportazione fin dall’inizio del secolo XVIII. A differenza quindi della “consorella” Pilsener, esalta il malto e gli aromi derivati dall’estratto zuccherino a scapito dell’amaro, per assumere un carattere internazionale. Con una media effervescenza, la schiuma bianca si alza minuta, spessa, cremosa, di pregevole tenuta e allacciatura. L’aroma, di un malto dolciastro e granuloso, reca lievi sentori di luppolo erbaceo, nonché qualche accenno di frutta secca e un alito delicato di spezie. Il corpo, da leggero a medio, ha una liscia consistenza oleosa. Nel gusto, ancora un maltato, soffice e pieno, alquanto amabile, impronta l’imbocco, per prendere poi lentamente discrete note di luppolo, antesignane del persistente retrolfatto amarognolo, dopo un corto finale asciutto e ripulente.
Tucher Helles Hefe Weizen, hefe weizen di colore giallo un po’ più scuro rispetto alla tipologia e dall’aspetto torbido per la presenza in sospensione di lievito e proteine del frumento (g.a. 5,2%); tipica birra estiva per i tedeschi. Utilizza malti d’orzo brillanti, malto di grano “Bagou” e il lievito “Sapienza” della casa. Con una forte carbonazione, la schiuma bianca sprizza ampia, fine, spessa, cremosa e resistente. Nell’elevata intensità olfattiva, si accavallano, ma ben distinguibili, attraenti profumi di arancia e banana, limone e biscotto di malto, chiodi di garofano e semi di coriandolo, e, su tutti, lievito speziato. Il corpo tende al leggero, in una consistenza spiccatamente acquosa. Dopo un inizio dolce e fruttato, il gusto comincia a risentire le spezie, e si evolve in note asciutte, fresche, effervescenti, che portano a un finale acidulo e lievemente più amaro rispetto alla maggior parte delle birre di grano. Le impressioni secche e asprigne del retrolfatto s’imbattono in qualche blando slancio balsamico.

Tucher Christkindlesmarkt Bier, oktoberfest/märzen di colore dorato (g.a. 6%). È la festbier natalizia per i tedeschi: il nome infatti (“mercatino del Bambin Gesù”) si riferisce al mercatino di Natale ospitato nella piazza Hauptmarkt di Norimberga. Non ha la caratterizzazione, spesso data dalle spezie, delle birre belghe e inglesi. Utilizza invece un esclusivo “trattamento nobile” natalizio (chiamato Nürnberger Original), che consiste nell’aggiungere al luppolo del suo estratto. La carbonazione è vivace, ma piuttosto grossolana; la schiuma bianca, cremosa e di buona tenuta. Nell’aroma si esaltano caramello e miele, pane e fieno, erbe e agrumi, abete rosso e resina, con un secco fondo floreale ed erbaceo di luppolo. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza oleosa alquanto appiccicosa. Il gusto reca una lieve dolcezza di malto, con accenni di paglia e vaniglia; mentre non si fanno attendere più di tanto un moderato amaro erbaceo, una lieve piccantezza speziata e un rinfrescante acidulo fruttato. Anche nel finale si rileva una certa amabilità, prima però che si chiuda con una timida nota amaricante tra il floreale e l’erbaceo. Mentre una confusa impressione burrosa rimane nella peraltro ristretta ricchezza retrolfattiva.
Tucher Bajuvator Doppelbock, doppelbock di colore marrone rossastro (g.a. 7,5%); realizzata con tanto malto ma poco luppolo. La carbonazione è abbastanza contenuta; la schiuma cachi, ampia, sottile, cremosa, di eccellente tenuta e discreta allacciatura. Nella sua elevata intensità, l’olfatto propone un attraente bouquet a base di malto tostato, caramello, frutta scura, cioccolato, mou, caffè, noci, melassa, zucchero di canna; mentre dal fondo si leva qualche timido sentore di fumo, terra, lievito speziato. Il corpo medio tende al pieno, in una consistenza leggermente oleosa. All’imbocco, il gusto è letteralmente dominato dal malto scuro, piuttosto granuloso e con insufflazioni di caramello, pane di segale, fico, prugna, uva passa, caffè, melassa, liquirizia: una dolcezza complessa che però va poi lentamente scemando per fondersi con un delicato amarore da luppolo e il calore dell’alcol, fino a comporre un eccellente equilibrio. Il finale sopraggiunge secco e dall’accento tostato. Il retrolfatto, lungo e agrodolce, fomenta calde suggestioni etiliche e di frutti scuri.
Tucher Original Nürnberger Rotbier Naturtrüb, amber lager/vienna di colore rosso ambrato e dall’aspetto leggermente torbido (g.a. 5,5%); maturata in botti di rovere. Con una morbida effervescenza, la schiuma avorio sbocca alta, soffice, cremosa, di sufficiente durata e allacciatura. Nell’aroma, non certo esplosivo, si mettono comunque subito in evidenza un dolce malto caramellato e un delicato luppolo floreale che, insieme a sentori di agrumi, frutta e camomilla, finiscono per allestire un bouquet di gradevole finezza. Il corpo, medio-pieno, ha una consistenza oleosa abbastanza scorrevole. Anche nel gusto si fa presto notare una piacevole dolcezza, più caramellata che fruttata, mentre la discrezione del luppolo è tanta e tale da limitarsi a scongiurare il minimo pericolo di stucchevolezza nel caso ce ne fosse bisogno. Il finale non si dilunga più di tanto nelle sue note erbacee e minerali. Nello sfuggente retrolfatto, l’amaro è a malapena percettibile.
Zirndorfer Landbier, zwickelbier di colore giallo oro con riflessi ramati e dall’aspetto chiaro (g.a. 5%); tipica birra di campagna della Franconia, prodotta con ingredienti di coltivazione controllata. La carbonazione è molto delicata; la schiuma, di un bianco sporco, si sviluppa enorme, compatta, cremosa, di ottima tenuta e aderenza. L’olfatto è una sinfonia di rustica dolcezza, donata da malto caramello, lievito, miele, grano, fieno umido, mela rossa, albicocca, banana, pasta di pane bianco, sotto l’egida di un luppolo floreale e lievemente piccante. Il corpo medio tende decisamente al leggero, in una consistenza abbastanza acquosa. Il gusto, piuttosto maltato e granuloso, reca note di biscotto, mela, caramello, nocciola, con un dolciastro stemperato ad arte dall’erbaceo del luppolo e dallo speziato del lievito. E la corsa, abbastanza regolare, si chiude nella secchezza di un breve finale. Il retrolfatto dura il tempo di erogare deliziose suggestioni di malto caramellato.

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.