Numero 34/2022

27 Agosto 2022

Wernesgrüner Brauerei: secolare storia di Germania

Wernesgrüner Brauerei: secolare storia di Germania

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Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Steinberg-Wernesgrün/Germania
Nel 1436 i fratelli Schorer, di una famosa famiglia di vetrai, ottennero dai burgravi Friedrich e Hans Dohna, signori di Auerbach, il diritto di creare una vetreria nella foresta. All’epoca, una proprietà commerciale isolata, per consuetudine, poteva anche produrre e vendere la birra per rendersi autosufficiente. Nasceva così il birrificio Schorersche, sulla riva destra del fiume Wernes, nel centro della Sassonia.
Sulla riva sinistra del fiume aveva invece una proprietà la famiglia Gläser, e nel 1589 sorse il birrificio Gläsersche.
Nel 1762 il birrificio Schorersche fu rilevato dalla famiglia Günnel; mentre, nel 1774, la famiglia Männel acquistò il birrificio Gläsersche.
Alla fine del secolo XIX le famiglie Günnel e Männel possedevano le due più grandi delle cinque birrerie di Wernesgrün.
In seguito, divennero entrambe più note, la prima, come Grenzquell e, la seconda, come Erste Wernesgrüner Aktienbrauerei.
Nel 1946 la Grenzquell venne espropriata. La stessa sorte toccò, nel 1972, alla Wernesgrüner. Nel 1974, le due fabbriche furono fuse nella VEB Exportbierbrauerei Vernesgrün.
Dopo la riunificazione della Germania, la società prese il nome di Vernesgrüner Brauerei AG, nel 1990. Dal 1991, senza sospendere la produzione, la fabbrica venne completamente modernizzata e ampliata. Furono conservate solo le fondamenta storiche e le facciate, protette dalla soprintendenza alle belle arti.

 

Nel 1994 si concluse la privatizzazione, e, nel 2002, la Wernesgrüner fu acquisita dal gruppo Bitburger. Oggi, è una delle più moderne birrerie tedesche e una delle poche fabbriche dell’Est che sia riuscita ad affermare la propria specificità.
Elaborato con l’acqua pura e limpida che scaturisce dalle colline del parco naturale Erzgebirge-Vogtland, il suo prodotto principale, la Pils, viene venduto in tutta la Germania (dove, a un’indagine condotta via Internet nel 2004, risultò la birra con il più alto indice di gradimento).
Ma la produzione, di 850 mila ettolitri annui, prende anche la strada per gli Stati Uniti, l’Australia e il Regno Unito.
Wernesgrüner Pils, pilsener di un limpido colore giallo pallido (g.a. 4,9%). Una delle migliori birre tedesche nella sua categoria, è considerata una leggenda, per essere riuscita a conservare il carattere, intensamente amaro, anche durante il regime comunista. La carbonazione, fine e spinosa, origina una schiuma avorio, spessa e vivace, a lenta diminuzione con bolle che salgono dal fondo e dai lati del bicchiere. L’olfatto esibisce un’intensità abbastanza elevata: gradevoli profumi vegetali, erbacei, fioriti di luppolo che si mescolano, in buona asciuttezza, con sentori di malto, cereale, mosto, cracker, crosta di pane bianco. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza decisamente acquosa. Il gusto si snoda fresco, frizzante, con lieve dolcezza maltata, moderato amarore erbaceo e la giusta punta acidula. Nel finale l’amaro si accentua; la secchezza deterge meticolosamente il palato. Sensazioni quasi medicinali e astringenti rimangono nel retrolfatto a ricordo di una pils di razza.

Wernesgrüner Dark, schwarzbier di colore mogano scuro (g.a. 4,9%). Con un’efferverscenza forte, l’enorme schiuma beige erompe fine, spessa, cremosa, durevole e aderente. L’aroma è dominato dal malto tostato, contornato da caramello, pane di segale, cola, prugna, mela, uva passa, cioccolato, con una blanda insufflazione amara di erbe e luppolo floreale, nonché un tocco ossidato e minerale. Il corpo, da medio a leggero, ha una scorrevole consistenza acquosa. Il gusto si propone lievemente dolce, con orzo tostato, nocciola, malto caramellato, paglia, cereali, esteri fruttati, tenuti rigidamente a bada da un equilibrato amarore terroso, di fieno, cenere, foglie secche. Fresco e asciutto, il finale reca una fievole nota di melassa. Il retrolfatto dura il tempo di erogare qualche impressione astringente di tostature.

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.