Numero 39/2022

26 Settembre 2022

Crisi anidride carbonica, stop alla produzione della birra

Crisi anidride carbonica, stop alla produzione della birra

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Una notizia che davvero non avremmo mai voluto leggere. Purtroppo l’ormai nota carenza di CO2, insieme ai rincari delle bollette energetiche, potrebbero creare enormi problemi anche al settore della birra, facendone levitare i prezzi o addirittura bloccandone la produzione. Un vero incubo per molte persone.

Purtroppo la catena di approvvigionamento dell’industria della birra non è abbastanza efficiente da assorbire i cambiamenti che stiamo vivendo a livello economico e commerciale, tanto da compromettere la normale operatività nel settore.

Non è chiaro se l’offerta di CO2 possa sostenere una domanda aggiuntiva, almeno a breve termine, per questo motivo la maggior parte dei birrifici, sia quelli regionali che quelli più grandi, potranno avere grandi problemi nel soddisfare gli attuali programmi di produzione.

 

Ad esempio, la Menabrea, il popolare birrificio con sede a Biella, di proprietà del gruppo Forst, ha reso noti in un comunicato dello scorso 20 settembre: “La carenza di CO2 è un problema anche da noi. Oggi siamo fermi nello stabilimento piemontese, ma domani speriamo di poter ripartire”.

A dimostrazione di come il problema sia abbastanza concreto, tanto da poter causare un potenziale ritardo nella produzione e l’aumento dei prezzi, poiché diversi birrifici, che già operano con margini ridotti, devono pagare di più per le loro forniture.

Fortunatamente, alcune grandi catene come la Carlsberg, sono riuscite a tamponare questa carenza di approvvigionamento esterno di CO2 (soprattutto liquido), grazie ad alcuni innovativi impianti che permettono loro di recuperare efficientemente l’anidride carbonica prodotta durante la fermentazione, come quello del Birrificio Angelo Poretti a Induno Olona.

Purtroppo già a luglio scorso la carenza di CO2 aveva messo a rischio la produzione di bevande gassate, creando molti problemi alle industrie del settore, con la conseguenza che molti drink, e soprattutto l’acqua frizzante, avevano subito un’importante stop alla distribuzione.

 

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