Numero 40/2018

2 Ottobre 2018

Birra Krimisos: dal cuore del Sud una beer-firm pronta a diventare birrificio!

Birra Krimisos: dal cuore del Sud una beer-firm pronta a diventare birrificio!

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Se è vero che l’Italia è riconosciuta come la terra dai mille campanili, oggi altrettanto si potrebbe dire per birrifici artigianali e beer-firm. Sulla spinta di un movimento culturale che sembra non avere battute d’arresto ed una confidenza sempre più diffusa dei consumatori nazionali verso le birre artigianali, non mancano le nuove esperienze imprenditoriali legate al territorio e che puntano ad un radicamento strettamente locale.
Tra le realtà di nuova costituzione, ma già emergenti, Birra Krimisos è un caso da citare: nata come progetto di imprenditorialità condivisa da tre amici accomunati dalla passione per la birra, ha debutta da poche settimane come beer-firm, ma con un chiaro percorso da seguire per diventare a breve vero e proprio birrificio indipendente.

 

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Abbiamo incontrato Gianvito Fazzino, Giovanni Asaro e Vincenzo Altese in occasione di una recente degustazione pubblica ed approfondito con “sana” curiosità la conoscenza del progetto e delle birre a marchio.

Giovanni, Birra Krimisos nasce da un’amicizia, ma anche da un profondo legame con il territorio trapanese: come avete concretizzato il progetto e, soprattutto, quando avverrà il passaggio da beer-firm a birrificio indipendente? Quali le difficoltà e le aspettative?
Il progetto nasce da una passione più che decennale per la birra e le sue fasi produttive. Abbiamo deciso di avviare la nostra attività quando abbiamo ritenuto di essere pronti per poter dire la nostra nel panorama brassicolo siciliano, già molto folto e vario. L’idea è stata quella di partire come beer firm per cominciare a far conoscere i nostri prodotti e contestualmente ci stiamo attrezzando per allestire il birrificio quanto prima. Siamo convinti che puntare sulla qualità senza compromessi sia la miglior forma di pubblicità ed il miglior modo per avviare un’attività produttiva.

 

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Come avete sviluppato la vostra professionalità nel settore birrario e come nascono le vostre ricette, peraltro tutte caratterizzate dall’utilizzo di ingredienti locali?
Il tutto nasce dalla conoscenza degli stili birrari tradizionali, sia a livello teorico che a livello pratico. A questo si arriva attraverso lo studio di testi del settore, la frequentazione di corsi e naturalmente mediante l’esperienza più che decennale che abbiamo come homebrewers. Le nostre ricette sono una rivisitazione di questi stili, cercando non di snaturarli ma di esaltarli ed impreziosirli con elementi peculiari del nostro territorio.

 

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Vincenzo, come accennato, la garanzia di qualità delle vostre produzioni è l’uso di materie prime selezionate, impiegando i migliori malti e luppoli internazionali, ma caratterizzando le singole cotte con ingredienti locali. Quali sono nello specifico i prodotti del territorio che si possono ritrovare nelle vostre creazioni e quali peculiarità conferiscono?
Attualmente proponiamo 3 diverse etichette:

  • Chiara è la nostra blonde ale , caratterizzata da un malto base belga di alta qualità che fa da tappeto alla presenza di malti caratterizzanti, luppoli americani e neozelandesi usati sia in bollitura che in dry hopping ed
    il miele di ferula. Quest’ultimo è una produzione tipica della Sicilia occidentale ed il suo profilo aromatico particolare, allo stesso tempo floreale e delicato , si amalgama con gli altri ingredienti fornendo un equilibrio che rende questa birra molto gradevole e di personalità decisa.
  • Bruna è la smoked ale, nata da una nostra ricetta di scotch ale a cui abbiamo aggiunto una percentuale di malto affumicato. E’ una birra corposa, i cui malti speciali le danno una complessità che va dal caramello alla frutta matura. L’aggiunta di peperoncino Carolina Reaper crea una nota piccante che dà un accattivante contrasto col retrogusto affumicato. Naturalmente i peperoncini sono coltivati da un’azienda della provincia di Palermo
  • Vittoria è una english amber ale con il classico connubio fra il morbido maltato del maris otter ed il floreale dei luppoli inglesi, usati anche con un generoso dry hopping. La presenza dello sciroppo di carrube arricchisce la complessità di questa birra, esaltando le singole componenti. Questa birra nasce dalla collaborazione con il caramellificio Terranova, che da oltre un secolo, a Palermo, produce le famose caramelle alla carruba

 

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La vostra impresa ha mosso da poco i primi passi, quale sarà la linea guida delle future sperimentazioni?
Uno dei nostri più grandi desideri è quello di diventare produttori delle materie prime che utilizziamo. In quel modo ci sentiremmo sicuramente maggiormente partecipi delle nostre creazioni e riusciremmo ad avere un ulteriore controllo su ciò che facciamo.

 

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Gianvito, quale è la scommessa di mercato più difficile da vincere a tuo avviso?
Oggi tecniche di marketing sempre più spinte ed avanzate gettano molto fumo negli occhi sul consumatore. E’ come se un make up molto pesante rendesse uguali delle donne più o meno belle. Noi riteniamo che si debba tornare a mettere il prodotto al centro dell’attenzione e cercheremo di portare avanti questa nostra idea anche se sembra che il trend vada in direzione opposta.

Come pensi evolverà il mercato delle craft nel nostro Paese e, delle creazioni tricolore, oltre confine? Quali le opportunità ed i limiti, rispetto allo specifico settore, della vostra bella isola siciliana?
Come è già accaduto in molti altri settori, penso che in futuro nel settore birrario si divaricherà sempre più la forbice tra prodotti il cui punto di forza è il prezzo basso e prodotti il cui punto di forza è la qualità. Tutto ciò che sta nel mezzo potrebbe essere spazzato via. La nostra regione è ricchissima di sapori, colori e odori. Potremo competere con chiunque se sapremo valorizzarli.

Maggiori informazioni al link della Pagina Facebook ufficiale del birrificio

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!