Numero 23/2019

6 Giugno 2019

Quattro parole con “Doc”, ovvero, Antonio di Gilio fondatore di La Brasseria Veneta

Quattro parole con “Doc”, ovvero, Antonio di Gilio fondatore di La Brasseria Veneta

Condividi, stampa o traduci: X

 

Non sapevo chi fosse questo “Doc” che l’amico Domenico Braione durante una intervista che gli feci, mi suggerì di contattare. Per me “Doc” e Antonio di Gilio erano due persone diverse. Poi finalmente ebbi modo di  entrare in contatto “con uno dei due” e capì.

Nei mesi che seguirono Antonio mi fece da guida, mentore. E’ stato il mio riferimento a cui chiedere consigli su come mettere in piedi una Associazione. Lui così lontano ma molto, molto vicino e sempre disponibile nei modi e nei tempi. Andiamo a conoscere questo homebrewer in camice bianco.

 

.

.

 

 

Chi è “Doc”? Sono un medico che si diverte a fare birra, a cui piace trasmettere la sua passione agli altri. Per questo motivo ho scritto qualche libro, in modo semplice, con alcune connotazioni tecniche alla portata di tutti. Una condivisione “incisa” sulla carta per permettere a tutti di capire se, dentro ognuno di loro, ci fosse un potenziale homebrewer che potesse prendere in mano pentole e fermentatori mettendosi all’opera.

 

Come nasce questa passione: Nasce per caso, in pullman andando in vacanza. L’autista già allora faceva birra usando i fermentatori del latte. La cosa mi affascinò.

 

.

.

 

Cosa è per “Doc”, la birra artigianale, e cosa ti spinge ad essere quasi ipnotizzato da questa bevanda?

Per me la birra artigianale è sicuramente un elemento che permette di aggregare persone di ogni età e ceto. Senza distinzioni di sorta, un amore e una passione forse già insito nel mio DNA poetico e romantico. Le antiche origini italiche ci portano a Cerere. Forse, anche qualche antenato “barbaro” può avere instillato, il desiderio di avere sempre a portata di bicchiere una buona birra non filtrata e non pastorizzata.

 

Quando hai iniziato a fare birre c’è stato qualcuno che ti abbia scoraggiato dicendoti: “lascia perdere, il tuo sogno è irrealizzabile”? Cosa ti sentiresti di dire per incoraggiare timidi homebrewers che si vogliono cimentare in questa attività?

No, quando ho iniziato nessuno mi ha nè incoraggiato nè tantomeno scoraggiato. Anzi uno dei due unici kit che feci, ricordo una scotch ALE, riscosse un notevole successo tra familiari e amici, dandomi subito entusiasmo tanto da spingermi a passare subito all’all grain. Non avevo voglia di aspettare, divorai tutto quello che c’era disponibile. Iniziai circa 15 anni fa con una pentola sui fornelli della cucina di casa. 

A chi vuole iniziare dico che non è facile ma nemmeno difficile. E’ bene documentarsi, avere un minimo di basi per iniziare: se si ha fortuna di avere accanto amici homebrewers da cui poter apprendere i primi rudimenti, magari con una ricetta già impostata, valida da poter seguire, questa la ritengo la miglior scelta iniziale per tuffarsi nel mondo dell’homebrewing.

 

.

.

 

 

Nel tuo percorso brassicolo ci sono stati degli “influencer” che ti hanno aiutato a migliorare il domozimurgo che c’è in te? Se si, fuori i nomi e alcune dritte per noi comuni mortali.

Uno in particolare, un vecchio homebrewer Enzo Aka Sax, che mi ha spinto incoraggiato e aiutato a diventare un homebrewer. La prima birra che mi fece assaggiare fu una Orval che mi fece “schifo” . Oggi tengo bottiglie di annate diverse e ogni tanto ne apro una per sognare e fantasticare con aromi profumi e gioia di bere una birra fantastica e unica nel suo genere. 

Non ci sono dritte particolari. Se non c’è entusiasmo, passione, curiosità non si può praticare un hobby che è scienza, cultura, passione, homemade a tutti i livelli. Si deve leggere, studiare, confrontarsi sempre con tutti perché c’è sempre qualcosa da imparare.

 

Adesso che sono passati diversi anni, sei riuscito a capire “…perché all’improvviso la birra sia diventata per caso o non per caso, qualcosa di veramente unico…”? (Cit. Antonio Di Gilio)

Si l’ho capito: è fantasia, estro, creatività. Mai nulla di uguale, di ripetibile, sempre in movimento; mai la certezza di avere il risultato finale fino a quando non apri una bottiglia, versi la birra nel bicchiere e finalmente puoi capire se è riuscita come la volevi. L’ansia da prestazione, in senso buono, diventa stimolo, adrenalina e aumenta ancora di più la passione. Mai lasciare nulla al caso mentre fai birra, ma fai in modo che “il caso” sia dalla tua parte per creare una nuova buona birra.

 

.

.

 

Le birre che produci sono studiate a tavolino o sono il frutto di emozioni che rappresentano il tuo modo di essere? Nascono dall’intuito e dall’istinto, assaggiando le birre di altri homebrewers o artigianali, ascoltando e sentendo gli aromi e i profumi che ci sono in natura, si sperimenta partendo da una ricetta base e cotta dopo cotta si arriva al punto desiderato. Sicuramente c’è ricerca portata avanti con qualche criticità. C’è osservazione, voglia di migliorare difetti o le sensazioni che non mi soddisfino inizialmente.

 

Per scrivere le tue ricette da seguire in cotta, usi il metodo tradizionale (carta, penna e calcoli) o trovi valido supporto in  alcuni programmi? Quali consiglieresti e perché?

Io uso un foglio Excel auto creato dopo avere utilizzato carta e penna. Oggi vi sono molti programmi italiani online validi, ognuno deve trovare quello che più lo soddisfa. Personalmente, utilizzando basi seguite da anni, l’unico calcolo che faccio è quello dell’ IBU per la luppolatura, perchè ad ogni stagione gli AA dei luppoli sono diversi.

 

Tutto questo tuo desiderio di condivisione ti ha portato a mettere in piedi una Associazione. Cosa è e come nasce La Brasseria Veneta? Nasce dalla passione e dal desiderio di quattro amici di conoscere altri appassionati. Oggi credo si possa definire una delle Associazioni storiche del panorama homebrewing.

 

.

.

 

 

Siete una delle “n” Associazioni homebrewers in Italia. Non ti pare che spuntino come funghi? Più per tendenza o per un bisogno/desiderio di “evangelizzare”?

Noi quest’anno compiamo dieci anni. Le Associazioni homebrewers come la nostra in realtà credo fossero davvero poche, e credo che poche nel tempo siano riuscite a rimanere “vitali”. Noi abbiamo dalla nostra entusiasmo e sempre nuovi iscritti che si avvicinano per iniziare a fare birra e trovano negli altri Soci quel supporto teorico e pratico che da altre parti (forum, social, ecc ) non sempre riescono ad avere.

Ben vengano le Associazioni se sono strumento di diffusione della cultura brassicola e se diffondono l’homebrewing facendo aumentare il numero degli appassionati e delle persone che possono apprezzare la birra artigianale.

 

La Brasseria Veneta è veramente nata da eventi fortuiti occasionali o dietro c’èra il desiderio di fare qualcosa di importante?

In effetti Brasseria Veneta nasce per caso il 21/8/2009 , il desiderio di trovare altri pazzi appassionati con cui condividere hobby passione e piacere di bere una birra insieme. Strada facendo è cresciuta sempre più, proprio per la sua naturalezza nel coinvolgere ed appassionare la gente. Siamo una grande famiglia dove cultura sorrisi e familiarità sono gli ingredienti genuini di una associazione che oggi è diventata, per merito o demerito, un punto di riferimento per tantissimi homebrewer che si ispirano ad essa cercando di crearne altre in altre regioni . Un motivo di grande orgoglio che fa aumentare la responsabilità di quel che facciamo, come lo facciamo e sul come ci presentiamo.

 

.

.

 

 

Doc, scusa la franchezza. In “BIRRANDO” ti definisci un “homebrewers atipico”, “HOMEBREWER PER CASO”, un’altra tua pubblicazione, sembra che tutto sia merito del destino. Vogliamo dare un po’ di certezze ai lettori? Come si diventa homebrewer?

“Homebrewers per caso” perchè il desiderio c’era da tempo, mancava il coraggio e c’era tanta paura di non avere spazio a sufficienza per le attrezzature che sembravano fossero non alla portata di un qualsiasi mortale. Poi scoprì per caso che bastava una sola pentola sui fornelli di casa e un fermentatore per potere iniziare a fare birra. Complice il caso, tutto prese la strada che oggi è evidente a tutti grazie alla Brasseria Veneta. Sono atipico come homebrewer perchè mi piace sempre sperimentare, difficilmente faccio cloni di altre birre, prendo spunto da una base e cerco di arricchirla con il mio estro per personalizzare gusto e risultato finale: pensa alla birra al miele di arancio (un cult per me), asparagi e altri prodotti a volte non usuali e devo dire che i risultati sono sempre interessanti.

E per EXPO 2019 ci saranno sicuramente altre sorprese come mia abitudine . Da me non troverai ALE , APA o similari però resterai sorpreso da quel che assaggerai.

 

Ma cosa è questa EXPO? Non è quella di Milano, vero?

No Giovanni. E’ una creatura nata (anche questa per caso) che oggi è una macchina da guerra rodata in ogni dettaglio, che tende a migliorar sempre negli aspetti organizzativi per offrire il meglio agli homebrewer e agli appassionati! Due giorni in cui si fa festa in modo piacevole riunendo homebrewers da tutta in Italia, che arrivati all’ Expo, sembrano si conoscano tutti da sempre.

Tanta fatica per portarla in scena ma una volta sul palco, è una grande soddisfazione che coinvolge tutti i soci della Brasseria e non solo. Il primo passo verso il diploma di maturità è cominciato e speriamo di conseguirlo a Settembre (21-22) con la Xa edizione della nostra Expo.

 

Come ci si sente ad ad essere il Presidente di Brasseria Veneta? L’ago della bilancia pesa di più verso gli oneri o gli onori?

Essere Presidente della Brasseria Veneta, di cui sono fondatore e unico rimasto dei 4 che la fecero nascere, è un onore e un divertimento: la gioia di vedere crescere nuovi homebrewers alcuni dei quali poi diventano protagonisti del mondo della birra artigianale facendola diventare una professione è una gioia impagabile.

Oneri e onori non li ho mai pesati perchè il bello della Brasseria Veneta è essere una grande famiglia che condivide la passione per la birra artigianale e la fa diventare un bellissimo momento di solidarietà. Ogni anno portiamo avanti con il ricavo delle nostre azioni, mission sempre più importanti, legate al territorio ove interveniamo attivamente. .Oppure anche al di fuori dei nostri confini, con l’adozione a distanza giunta oramai anche essa al decimo anno. Certo è sempre più impegnativo essere Presidente perchè abbiamo “un prestigio” e un nome che non deve mai deludere le aspettative sia culturali che benefiche. L’organizzazione degli eventi da piccoli a grandi deve essere curata nei dettagli perchè rappresentano il nostro biglietto da visita.

 

Nel leggere uno dei tuoi libri “La birra in casa, quando il birraio è il tuo maestro”, si nota uno scrivere romanzato che inviterebbe gli astemi e i bevitori di birra analcolica a convertirsi. 

Convertire è una parola grossa, diciamo incuriosire e cercare di avvicinarsi per ricredersi. Sai Giovanni, una birra analcolica è come una donna senza femminilità, può essere bella ma se non ti affascina non ti sentirai attratto. Ed oggi anche il Gluten Free è diventato un punto di riferimento importante per avvicinare chi, fino a ieri, non poteva bere una buona birra artigianale  

 

Doc, secondo te il “movimento homebrewing” ha un destino segnato?

La cultura della birra artigianale è ancora oggi in piena evoluzione e crescita, stiamo finendo le scuole elementari: la strada da fare è tanta, sia per cambiare luoghi comuni nei detti e nelle credenze. Siamo riusciti a fare capire che il binomio pizza e birra può andare bene, ma la birra è facilmente abbinabile a molti cibi e può essere bevuta a tutto pasto. Doppio malto bionda e rossa devono diventare termini obsoleti e non più usual.Infatti all’Expo la gente viene e chiede:”Che birra mi vuoi far bere? Descrivimela e narrami che cosa mi stai versando nel bicchiere!”

http://www.brasseriaveneta.org/2018/04/05/10a-edizione-wide-open-regolamento-concorso-homebrewer-2019/

 

Idee, progetti? Tante e tanti. Le attività culturali della Brasseria Veneta ne sono la dimostrazione ! Ogni volta si partorisce qualcosa di nuovo e interessante che affascina prende, e che deve rinnovarsi per non invecchiare al tavolo dove ci si siede per bere una buona birra insieme.

 

.

.

 

Dove abito adesso, prima di congedarsi dagli amici con cui si è trascorsa qualche ora assieme, si usa dire: ”Non ci lasceremo mica come cani? Beviamo la ‘issima (ultimissima)”. Non essendo materialmente possibile, concedimi l’ultima domanda. Tu che sei una voce autorevole nel settore, cosa ci puoi dire a proposito dei “poteri farmacologici” della birra o dei suoi ingredienti?

Allora la birra non ha proprietà terapeutiche , e questo è un assioma incontrovertibile. Sicuramente contiene una buona quota di vitamine e sali minerali e un ottimo rapporto calcio-fosforo, mentre il contenuto di sodio è molto basso. Per questi motivi ha un effetto diuretico. Grazie al contenuto di polifenoli, la birra ha, inoltre, proprietà antiossidanti (antiage). Il detto chi beve birra campa 100 anni ha un suo perché. Il luppolo come pianta contiene diversi tipi di flavonoidi che hanno dimostrato di avere delle proprietà antitumorali. In particolare, contiene xantumolo, una sostanza che pare utile nell’inibire la proliferazione delle cellule tumorali di alcuni tipi di carcinomi (seno). Non tutte le birre contengono una quantità elevata di xantumolo, ma solo quelle con un alto contenuto di luppolo. E in ogni caso non è dimostrabile il rapporto causa / effetto ricordando che è pur sempre una bevanda alcolica, il cui abuso è sempre da evitare.

Tra i principi attivi del luppolo ricordiamo che Questi sono in grado di agire sul sistema nervoso come ipnoinduttore e blando sedativo, quindi potrebbe essere utile  per combattere l’insonnia, il mal di testa e molte forme di gastrite e riflussi gastrici di origine nervosa.

Ancora Il luppolo supporta il lavoro della digestione, contribuisce a diminuire i disturbi legati alla menopausa e aiuta la rigenerazione della pelle e dei capelli. Questo lo ha fatto entrare nel formulario Galenico Nazionale. In combinazione con altre erbe e specie per avere tisane ad uso sedativo e calmante. Si può fare una tisana con 5 g di coni di luppolo essiccati per 250 ml di acqua.

L’assunzione è di una tazza di infuso sino a 3 volte al giorno dopo i pasti principali, sufficiente per avere gli effetti benefici ad esempio come rimedio per l’insonnia o per calmare la tosse oltre che per agevolare il sonno e “combattere il mal di testa”. Ovviamente controindicata in gravidanza o nel caso di terapie ormonali. Parliamo della tisana di luppolo e nel caso di assunzione di psicofarmaci e/o alcool.

 

 

Ciao Doc, felice di averti intervistato…per caso!

 

Condividi, stampa o traduci: X

Giovanni Messineo
Info autore

Giovanni Messineo

Giuliano di adozione di origini siciliane (nato a Palermo nel 1972), dal 2009 vivo a Gorizia.
Perito elettrotecnico mancato ho un diploma informatico e prediligo tutto ciò che riguarda la tecnologia a supporto delle attività umane (senza però sostituirle).
Lavoro nel settore della siderurgia da anni occupandomi di Operation e formazione del personale italiano ed estero.
Sono appassionato della nostra bella lingua italiana e credo fermamente in una comunicazione che sia chiara, diretta e concisa per evitare dubbi e/o incomprensioni.
Mi piace affrontare nuove sfide cercando i miei limiti. Mi dedico con passione, sempre da autodidatta alla musica (suono l’armonica a bocca e la batteria), “fai da te” in generale. Incido il legno con il pirografo dedicandomi alla mtb, corsa e sport vari.
La passione per l’homebrewing nacque per caso nel 2012.
Al mio rientro da una lunga permanenza in Cina, mia sorella e mio cognato per il mio compleanno mi regalarono il primo KIT.
Dopo un paio di anni di pratica, esperimenti, assaggi, degustazioni, mi sono appassionato. Nel ho voluto provare tutte le tecniche fino ad arrivare all’ AG in quanto permette di esprimere di più la mia creatività di Mastro Birraio (da cui il nome MMB).
Da allora progetto, sperimento e realizzo una vasta gamma di prodotti per i quali creo in modo autonomo anche le relative etichette che hanno un filo conduttore con la birra e la sua storia.
Non ho mai smesso perchè lo trovo un passatempo che rilassa, mi diverte, mi soddisfa e riempie la casa di ottime fragranze.
Inoltre amici e parenti apprezzano. Le loro critiche mi danno modo di migliorare sempre.
Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma…(in birra)