Numero 38/2021

22 Settembre 2021

Bàgolo: il birrificio che fa bene!

Bàgolo: il birrificio che fa bene!

Condividi, stampa o traduci: X

 

La birra artigianale, causa anche l’ondata emotiva conseguente alla pandemia da Covid-19, assume sempre più forme legate ad iniziative benefiche e solidali. Sono molti gli esempi, infatti, di produzioni one-shot dedicate al sostegno di persone in difficoltà o di cause sociali, oppure a sostegno di associazioni no profit. Più rari, invece, nel panorama nazionale i birrifici che fanno della propria mission di lavoro anche un’occasione di integrazione delle persone più fragili. I progetti per realizzare realtà produttive vocate al sostegno sociale sono, infatti, piuttosto complicati da realizzare e se ci si aggiunte le già pressanti incombenze doganali, societarie, sanitarie… diventa davvero un’impresa titanica trasformare una buona idea in realtà.

Proprio per questo siamo davvero molto onorati nell’ospitare tra le nostre pagine la voce di Michele Montanari, il birraio del neonato Birrificio Sociale Bàgalo, in cui incarnano concretamente la produzione di buona birra artigianale e l’integrazione in alcune fasi operative delle persone svantaggiate. Conosciamo insieme i dettagli di questa vera e propria impresa sociale.

 

 

Michele, partiamo dalla tue esperienza: da cosa nasce la tua passione per la birra e come è nata l’idea di un Birrificio sociale?

La mia passione per la birra nasce vent’anni fa in una terra dove il vino spopola da sempre e tra i giovani serpeggiavano di più cocktail e spritz. Con la scoperta delle produzioni artigianali ( Brew Dog in primis), circa dieci anni fa ho iniziato a produrla per conto mio come succede spesso in questi casi e sulla mia strada ho incontrato Riccardo, Giada ed altri amici che condividevano la stessa passione.
Con loro abbiamo cercato di unire birra artigianale e inclusione sociale, abbiamo quindi iniziato a disegnare una bozza di progetto che prevedeva la creazione di un micro birrificio basato sul coinvolgimento di persona svantaggiate e della comunica locale, inclusi partner e fornitori (possibilmente a km zero e bio).

Realizzare una impresa capace di integrare nel lavoro le persone svantaggiate è molto complesso a livello pratico e normativo: sicuramente non sei solo in questo intento. Quali sono gli altri partner del progetto?

Dopo aver presentato il progetto a diversi enti pubblici ricevendo feedback un po’ “freddi”, ci siamo rivolti alla Cooperativa Sociale Monteforte Il Fiore che ha dimostrato sin da subito interesse ed entusiasmo nel progetto.

Nell’attesa del nostro impianto, Birra Ofelia ha voluto supportarci nella prima produzione, dandoci anche ottimi consigli per il nostro percorso.
Poi altre entità come birrerie, bar e simili hanno subito sposato il progetto dandoci spazio e visibilità, come la Birreria Bräustüberl che ci ha ospitato per la festa di presentazione della prima birra lo scorso 11 Settembre 2021, il Pub Jack The Ripper, Mr. Beer Birroteca Gastronomica ed infine  Dolce Mela Ortofrutta per la logistica.

 

Veniamo al birrificio: l’obiettivo è di essere operativi nel 2022 con un impianto proprio.  Quali sono le peculiarità dell’impianto che vorreste acquistare per consentire l’integrazione delle persone svantaggiate?

L’idea è di partire con sala cottura da 250 litri, in modo da poter iniziare in modo graduale e soprattutto scalabile.
Il progetto di aprire un birrificio è già di per se molto sfidante in Italia e in questo periodo storico, figuriamoci se anche con obiettivi sociali!
L’idea è di coinvolgere le persone svantaggiate nei processi di imbottigliamento e infustamento, nonché di stoccaggio. Avremo anche un forte coinvolgimento nel disegno delle future etichette e nella creazione di gadget, tra i quali un utile porta bottiglie per la vendita al dettaglio fatto con materiali di recupero.

 

 

Nonostante il progetto richieda ancora molti traguardi da raggiungere per partire concretamente, è già possibile gustare una prima birra. Quali sono le peculiarità del prodotto?

La prima birra scelta per il lancio del birrificio si chiama OH ISSA! ed è una Session IPA alla melissa.
Abbiamo voluto una birra facile da bere, ma con carattere, abbiamo quindi pensato alla melissa perché è un’erba spontanea che cresce nei nostri prati e regala un gusto e profumo che ricorda il limone, quindi perfetta per l’estate.
Andrea e Lisa di Birra Ofelia hanno avuto un ruolo chiave nella produzione sulla base della nostra ricetta, nonostante i mille impegni e scadenze hanno dimostrato sempre grande disponibilità.

Non resta che invitare tutti coloro che sono desiderosi di sostenere il progetto ad entrare in contatto con i partner dell’iniziativa… per diventare partecipi di questa sfida che unisce l’ inclusione sociale e il favoloso mondo della birra artigianale.

 

Maggiori informazioni: www.birrificiobagolo.it

 

Condividi, stampa o traduci: X

Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!