20 Novembre 2015

Cambiamenti in vista per La Buttiga: intervista a Stefano Pozzi

Cambiamenti in vista per La Buttiga: intervista a Stefano Pozzi

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Si preannuncia un 2016 ricco di novità per la Buttiga. La ragguardevole corte cinquecentesca alle porte di Piacenza, attuale sede del birrificio, comincia ad andar stretta alle crescenti esigenze produttive, pertanto nel nuovo anno ‘il Toro’ cambierà casa. Sempre nel nuovo anno entreranno in gamma anche birre a fermentazione spontanea.
Di questa novità e non solo, ci parla Stefano Pozzi, che con Isacco Mezzadri, Luca Basellini e Nicola Maggi gestisce dal 2011 questo birrificio.
Stefano, da alcuni anni tu e i tuoi soci siete alla guida di questo birrificio che in origine vi aveva visto dall’altra parte del bancone come clienti. Com’è avvenuto questo passaggio? Cos’è cambiato con il vostro arrivo?
Il birrificio è stato fondato nel 2008 da una coppia di appassionati di birra ed io ero solo un affezionato cliente. Quando nel settembre del 2011 la proprietà ha deciso di lasciare l’attività, con quattro amici e abbiamo deciso di rilevarla facendo prima un periodo di affiancamento per poi camminare con le nostre gambe. Abbiamo tenuto una certa continuità con quanto precedentemente fatto: sono rimasti il nome, La Buttiga, che in piacentino vuol dire bottega, il nostro logo, il toro, a ricordo del fatto che il birrificio precedentemente era una stalla, e le birre ‘storiche’. Nel frattempo abbiamo cercato di dare la nostra impronta al birrificio, aumentando la diffusione in tutt’Italia e puntando molto sugli eventi promozionali come serate a tema e fiere che ti permettono di raggiungere un vasto pubblico molto velocemente. Questo ha fatto sì che la produzione aumentasse fino agli attuali 1500 hl all’anno con l’impianto praticamente saturo ma limitando però la ricerca di nuovi prodotti. Per questo motivo abbiamo preso la decisione di cambiare casa e impianto: nel corso del 2016 ci sposteremo in una nuova sede.

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Grande attenzione non solo alle birre ma anche a tutto il corollario: etichette molto curate, eventi, merchandising, baristi in camicia e cravatta. Anche l’occhio vuole la sua parte?
Assolutamente si. In un panorama con così tanta concorrenza, per emergere non puoi tralasciare il contorno, ma chiaramente non può essere l’unico fattore. Se un cliente di fronte ad una parete di un beershop può lasciarsi influenzare dall’etichetta la prima volta, per convincerlo a bere quella birra le volte successive deve trovare un prodotto di qualità.

Come si articola la vostra proposta birraria?
Quando abbiamo rilevato il birrificio avevamo in produzione quattro birre che definirei base: una Blonde Ale (Polka), una Bitter Ale (Borgata), un’ APA (SognoDoro) e una Stout (Sophia). Per arricchire la gamma e andare incontro a molte richieste dei clienti abbiamo creato, con la collaborazione anche dei precedenti proprietari, una Pils (PilsInLove), un’Imperial Ipa (PsychIPA) e una birra natalizia (BonNadal). A queste, abbiamo successivamente aggiunto un paio di birre un po’ meno convenzionali: sono nate così La Poderosa, un Barley Wine fermentato in botti di Porto con una confezione più ricercata, e Truffa, una birra al tartufo.

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Birra e tartufo sono un connubio davvero poco convenzionale: come nasce l’idea?
Come una sfida. Nel piacentino c’è parecchio tartufo nero, abbiamo provato ad utilizzarlo per realizzare un connubio in cui odore e sapore del tartufo fossero ben equilibrati con i malti i luppoli della birra: c’è voluto qualche cotta ma il risultato finale ci ha davvero sorpreso.

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Per il futuro a quali prodotti state pensando?
Abbiamo in lavorazione 2 birre acide da presentare al Beer Attraction di Rimini del 2016, entrambe molto brettate. Inoltre il nuovo stabilimento, che è un ex cantina, ha diverse barricaie pertanto questo ci apre diversi orizzonti per nuove tipologie di birre.

Per seguire le novità del birrificio e scoprire maggiori informazioni sulle birre segnaliamo il sto web aziendale: www.labuttiga.it

 

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Paolo Testi
Info autore

Paolo Testi

Ho 31 anni e vivo in una cittadina tra Bologna e Imola. Ingegnere per professione, amo giocare a pallacanestro, leggere e viaggiare.
Ho imparato ad apprezzare e ricercare le birre artigianali per il gusto e le sensazioni che sanno regalarmi: in ogni bottiglia è racchiusa la storia di un birraio, le peculiarità del suo territorio, il tutto condito da tanta creatività e passione.
Con i miei racconti spero di trasportarvi in questo affascinante viaggio tra luppoli, malti, lieviti ma soprattutto persone.