Numero 03/2019

15 Gennaio 2019

Ecco cosa rappresenta per il settore il taglio delle accise: lo spiega Ferraris di Unionbirrai!

Ecco cosa rappresenta per il settore il taglio delle accise: lo spiega Ferraris di Unionbirrai!

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Il 2018 si è chiuso con importanti novità per il mondo della birra artigianale; una su tutte la riduzione delle accise contenuta nella Legge di Bilancio approvata dal Parlamento. La norma prevede sia la riduzione di accisa pari al 40% per i Piccoli Birrifici Indipendenti con produzione annua inferiore ai 10000 hl e sia, modifiche alla metodologia di accertamento utile al pagamento dell’accisa stessa.

Si tratta di un risultato molto importante per il settore che ha visto Unionbirrai, da sempre attiva nel chiedere maggiori semplificazioni e minori tasse per il comparto della birra artigianale, giocare un ruolo di primo piano. Proprio il direttore generale di Unionbirrai, Vittorio Ferraris, intervistato dal Giornale della Birra, ci spiega come si è arrivati finalmente a questo taglio delle accise e cosa questo rappresenta per l’intero settore.

Siete soddisfatti?
“Si, finalmente la legge è arrivata. E’ frutto di una battaglia che stiamo conducendo da tempo. Infatti, avevamo depositato una proposta di legge in Parlamento già da anni. Da sempre ci battiamo su questo aspetto. L’Italia era una dei pochi paesi rimasti dove non erano state introdotte norme a supporto dei piccoli birrifici. A livello europeo, infatti, già a partire dal 1991 c’era un regolamento in tal senso e solo noi, e altri 3 o 4 paesi, non avevamo ancora approvato nulla in tal senso”.

 

 

Non era meglio avere degli scaglioni con aliquote differenti?
“Inizialmente erano previsti degli scaglioni e delle aliquote proporzionate. Poi nelle Commissioni Bilancio la maggioranza ha trovato un accordo su una soglia di produzione annua inferiore ai 10.000 hl e una riduzione del 40% della accise. Chiaramente per noi sarebbe stato meglio avere degli scaglioni, ma ritengo che il 95% dei birrifici italiani stia sotto questa soglia. Certo, sono state lasciate fuori alcune realtà, ma questo è già un grande traguardo”.

Oltre alla riduzione delle accise, la fase di accertamento viene spostata alla fine? Cosa significa?
“Infatti, un altro aspetto da sottolineare, e che noi avevamo chiesto, era l’accertamento di accisa sul prodotto finito. Questo è un aspetto importante dal punto di vista finanziario perché ovviamente differisce il momento dell’accertamento dal momento della produzione del mosto a quello della vendita del prodotto finito. Tutto questo è stato inserito all’interno di un decreto che dovrà essere adottato entro il 28 febbraio”.

Siete stati interpellati dal Ministero?
“Come associazione siamo stati immediatamente interpellati dal Ministero e martedì prossimo ci sarà la prima consultazione per definire la regole di attuazione del decreto. Noi tendiamo per una semplificazione massima e mi sembra che anche il Ministero sia indirizzato su questo. E’ ormai una tendenza andare nella direzione di semplificare. Non nascondo che tutti questi provvedimenti sono un bel sollievo per le piccole imprese italiane. Credo che tutto questo possa dare impulso agli investimenti, alla liquidità necessaria per armonizzare i processi e automatizzarli e a migliorare il controllo di qualità….”.

La domanda che il consumatore si fa ora è….’ci sarà un calo dei prezzi finali?’
“L’impatto che il consumatore potrebbe avere è minimo. Tanto per dare un ordine di grandezza, facendo dei calcoli su una bottiglia di Pils con un’accisa di 15 centesimi, tagliarne il 40% vuol dire un risparmio di 6 centesimi. Una riduzione del prezzo per il consumatore quindi sarebbe ininfluente e neanche probabilmente percepita, mentre un birrificio potrebbe utilizzare questo risparmio per altre cose che, secondo me, sono molto piu’ importanti. Poi sul lungo periodo ovviamente non nascondo che questo potrà portare piano piano a minori costi grazie proprio ad una maggiore automazione delle aziende e ottimizzazione con conseguenti economie di scale, che magari porteranno appunto ad una riduzione dei prezzi finali”.

 

 

Avete anche siglato un accordo di collaborazione con l’Istituto di Controllo Qualità e Repressione Frodi del Ministero Mipaaft. Di cosa si tratta?
“E’ un’intesa nata con il ministero delle Politiche Agricole. Abbiamo sottoscritto una accordo di collaborazione a tutela della birra artigianale italiana. La legge che è stata emanata nel 2016 e che sancisce il concetto di birra artigianale ha indicazioni precise quindi abbiamo chiesto all’ente preposto al controllo un accordo, che è stato ben accetto. Sancisce di fatto un’ intesa per segnalare utilizzi impropri del termine birra artigianale e per avere dei resoconti periodici su quanto viene fatto. In piu’ sono previsti anche dei rapporti di collaborazione in termini formativi e informativi. Ci siamo impegnati a tenerci aggiornati reciprocamente. Questi enti ministeriali non sempre sanno cosa succede nei nostri processi produttivi. Quindi anticipare all’ente di controllo cosa facciamo e perchè lo facciamo diventa importante. Questo è stato suggerito proprio da loro. Inoltre, si sono impegnati a partecipare a nostri eventi. In termini di contenuti quindi è una cosa in evoluzione, ma dal punto di vista dell’autorevolezza e della visibilità ritengono che sia un bel successo avere una collaborazione cosi importante. Abbiamo fatto un altro bel passo”.

Il 2019, quindi, sembra aprirsi sotto i migliori auspici?
“Tutti questi sono segnali che dicono che questo comparto inizia ad essere un pio’ più visibile. Finalmente si inizia a rendersi conto che siamo un settore economico con un peso non indifferente. Abbiamo raggiunto risultati importanti. Adesso si tratta di lavorare sodo. E’ la dimostrazione che se lavori con serietà e senza paura delle istituzioni – confrontandosi in maniera positiva – i risultati li raggiungi. Si tratta ora di mantenere alto il livello di attenzione. Abbiamo in ogni caso un orizzonte molto più roseo rispetta a prima e poi il mercato dirà se siamo stati bravi”.

 

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