Numero 35/2021

1 Settembre 2021

ASTERIX, OBELIX E LA CERVOGIA: un viaggio nel 50 a.C.

ASTERIX, OBELIX E LA CERVOGIA: un viaggio nel 50 a.C.

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Alzi la mano chi ha sentito parlare di Asterix e Obelix almeno una volta!!!…Bene, bene, vedo parecchie mani alzate, ma noto anche qualcuno che non l’ha tirata su.

Per tuti quelli che non conoscono questi due mitici personaggi dei fumetti, ecco una breve presentazione: le avventure di Asterix e Obelix sono le protagoniste della saga nata nei primi anni ‘60 dalla penna di René Goscinny (sceneggiatore) e dalla matita di Albert Uderzo (disegnatore), capostipiti indiscussi del successo planetario del fumetto franco-belga. Asterix e Obelix sono due inseparabili amici che vivono in un villaggio nella Gallia Settentrionale, più precisamente nell’Armorica (l’odierna Bretagna in Francia). Intorno al 50 a.C. quasi tutta la Gallia è stata occupata da Giulio Cesare…quasi…perché questo villaggio di irriducibili non si è ancora sottomesso, anzi da’ del filo da torcere alle legioni romane, grazie anche alla pozione magica del druido Panoramix che rende invincibile chi la beve.

 

Ma a questo punto vi starete chiedendo, cosa c’entrano i fumetti con la birra?!? Cosa hanno a che fare due amici Galli di 2000 anni fa con la nostra bevanda preferita?!?…Sembrerà strano ma la birra, anzi la “Cervogia”, come veniva chiamata, è una piccola protagonista di queste avventure galliche, e adesso vi spiego perché.

Prima di tutto, bisogna descrivere che cos’è la Cervogia.

La Cervogia è l’antenata della birra odierna, una cosiddetta proto-birra, ed era chiamata anche “Cerevisia”. Sull’origine del nome ci sono diverse scuole di pensiero: c’è chi sostiene che il nome derivi dall’unione tra “Ceres” (nome latino di Cerere, dea dell’agricoltura) e “Vis” (forza in latino); c’è invece chi afferma che provenga da un temine celtico composto da “Ceir” (cera) e “Wysg” (acqua) che indica un’antica bevanda prodotta con acqua e cera o anche miele; questo termine si è poi talmente generalizzato andando a comprendere tutte le bevande fermentate di cereali, da notare, infatti, che “Wysg” è anche la radice di whisky.

La Cervogia, quindi,era una bevanda fermentata a base di cereali, in particolare di orzo e avena, con l’aggiunta di erbe aromatiche al posto del luppolo, di colore ambrato e lievemente tostata .Per produrla e per trasportarla i Galli avevano creato anche 2 contenitori così rivoluzionari che vengono usati ancora ad oggi: la botte e il barile di legno.

 

Dopo questa breve introduzione, necessaria per farvi calare nell’atmosfera, entriamo nel vivo del fumetto e andiamo a scoprire le abitudini e le curiosità legate alla birra nel villaggio degli irriducibili.

 

La birra da che mondo e mondo è sinonimo di convivialità e di condivisione e anche ai tempi dei Galli ogni occasione era buona per godersi una bella cervogia nelle taverne, con gli amici, da soli o nelle occasioni speciali.

Asterix e Obelix la ordinano alla taverna “Dal Gioioso Arverno” di Lutezia (l’attuale Parigi) chiedendo all’oste: “Due bicchieroni di cervogia spillata a puntino”…che intenditori!!!

 

 

Asterix e il Falcetto d’Oro (1962)

 

Gli abitanti del villaggio gallico la bevono per festeggiare l’apertura di una nuova locanda, facendosi riempire i boccali dall’oste che spilla birra direttamente dalle botti di legno, proprio come se fosse un pub.

 

Asterix e il Regalo di Cesare (1972)

 

 

E se i nostri amici fossero catapultati nel futuro del 1° anno d.C.? Anche da vecchietti conserverebbero la sana abitudine di bersi una bella cervogia alla taverna “L’Alambix”?… Ma certo

…il lupo perde il pelo ma non il vizio!!!

 

Il Compleanno di Asterix e Obelix – L’Albo d’Oro (2009)

 

 

E non si lasciano nemmeno sfuggire l’occasione di andare alle terme di Vichy, ma non per curarsi o dimagrire, bensì per strafogarsi letteralmente di cinghiale e cervogia.

Asterix e lo Scudo degli Arverni (1968)

 

Ma se il piacere di bere birra non è condiviso, che piacere è?? Anche il capo-villaggio Abraracourcix lo sa e, infatti, invita il druido Panoramix a bersi un bel boccale in compagnia.

 

L’Odissea di Asterix (1981)

 

Ma la si può gustare anche da soli, come fa sempre il capo-villaggio, che la sorseggia nella quiete di casa propria prima che questa venga “invasa” dalle amiche della moglie.

Asterix e la Zizzania (1970)

 

 

Per la serie “a mali estremi, estremi rimedi”. Quando gli uomini del villaggio fanno arrabbiare le proprie compagne e queste li cacciano nella foresta, invece di prendersela organizzano un pic-nic gallico, con cinghiali allo spiedo, vino rosso bevuto nel corno celtico e boccali di cervogia con una bella schiuma traboccante.

 

 

Asterix e la Rosa e il Gladio (1991)

 

 

Ma alla fine cosa c’è di più bello che festeggiare una vittoria, una conquista o semplicemente il rientro a casa dai nostri eroi Galli?? Un bel banchetto che riunisce “quasi” tutti gli abitanti del villaggio, tranne, come sempre, lo stonato bardo Assurancetourix che viene tenuto lontano per evitare dei gran mal di testa. La tavola presenta il tipico menù gallico a base di cervogia e cinghiale arrosto e tutti si godono la serata: “Ti ricordo,  Astronomix, che tu non la reggi benissimo, la cervogia!”. Gli amici sono sempre gli stessi, ci aiutano a non finire nei guai!!!

 

 

Asterix e La traviata(2001)

 

 

I riferimenti birrari, però, non finiscono qui, anzi il meglio ve l’ho lasciato proprio alla fine. Ci lasciamo alle spalle gli usi e i costumi del villaggio gallico e ci facciamo guidare dai due autori Goscinny e Uderzo verso due paesi confinanti esplorando le loro tradizioni brassicole.

Ed ecco quindi che in “Asterix e i Belgi (1979)”,Asterix e Obelix fanno la conoscenza del capo belga Birranostranix, nome azzeccatissimo considerata la grande tradizione birraria di questo paese ma per rendere ancor meglio l’idea, nella versione francese il capo si chiama Gueuselalbix, che deriva da due stili birrari tradizionali: Gueuze e Lambic.

La vera chicca, però, di questo albo è la rivisitazione in chiave gallica del celeberrimo quadro “Banchetto nuziale” di Pieter Bruegel dove la bevanda che viene versata dalle anfore nelle brocche altro non è che il Lambic (non fate caso all’anacronismo della citazione artistica, gli autori si sono sempre divertiti a mischiare un po’ le carte del tempo!!!).

 

 

Giusto per non lasciarvi con la curiosità, Lambic e Gueuze sono birre a fermentazione spontanea che si attiva grazie ai lieviti selvaggi presenti nell’ambiente (Brettanomyces); sono tipiche del Pajottenland, regione a sud-ovest di Bruxelles; presentano sentori ed aromi molto particolari che in altri stili sono considerati addirittura difetti, tra cui: odore di cantina, cartone bagnato, sudore, animale; infine Gueuze non è altro che un blend di Lambic di età diverse*.

 

Un altro incontro degno di nota è quello raccontato in “Asterix ei Britanni (1966)”, dove i nostri due paladini non solo devono affrontare i Romani nella terra di Albione ma anche le strane abitudini del popolo britannico, tra cui quella di bere la cervogia tiepida. Questo luogo comune, reso ridicolo dagli autori, strizza l’occhio all’usanza inglese di bere birra a temperatura ambiente. Le birre inglesi (Ale, Stout e Porter su tutte), infatti, dovrebbero essere gustate in questo modo proprio per riuscire a percepire tutte le loro sfumature aromatiche.

 

Purtroppo come tutti i bei viaggi, anche questo deve finire. Sicuramente torniamo a casa arricchiti e un po’ cambiati, in fondo abbiamo capito che siamo tutti un po’ Asterix e Obelix…difendiamo la nostra libertà, crediamo nell’amicizia, aiutiamo chi ha bisogno ma soprattutto amiamo bere birra!!!

E se ci viene un po’ di nostalgia dei nostri amici Galli, basta prendere un fumetto, magari uno citato in questo articolo, riempire un boccale di buona cervog…ehm…birra e saremo trasportati nuovamente nell’Armorica del 50 a.C.

 

À la prochaine fois…Santé à tous!!!

 

* Chiedo umilmente perdono agli amanti ed esperti di Lambic e Gueuze per aver descritto in maniera così brutale e semplicistica due capolavori stilistici che da soli meriterebbero non poche righe ma un vero e proprio trattato!!! Pardonnez-moi…

 

 

 

 

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!