Numero 26/2020

27 Giugno 2020

Heineken Italia, parte I

Heineken Italia, parte I

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Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

 Heineken Italia

Sesto San Giovanni/Italia

L’espansione sul nostro territorio del colosso olandese ebbe inizio nel 1974, con l’acquisizione, unitamente alla Whitbread, della Dreher e si concluse nel 1996. Nello stesso 1996, dalla generale riorganizzazione produttiva degli stabilimenti assorbiti, con l’inevitabile sacrificio di alcuni, nacque la Heineken Italia, divisione italiana della Heineken N.V. Gli ultimi assestamenti risalgono al 2006 (cessione della fabbrica di Pedavena) e al 2008 (ritorno alla famiglia Faranda dello stabilimento di Messina).

C’è da ricordare però che, proprio nell’anno della sua costituzione, la Heineken Italia finì tra le “grinfie” dell’Antitrust (l’Autorità garante della concorrenza e del mercato). Infatti la Heineken N.V., l’anno precedente, aveva rilevato dalla Interbrew la sua filiale italiana con i noti marchi, tra cui Stella Artois e Von Wunster; adesso, nel mese di febbraio, sempre dalla Interbrew, aveva acquistato il gruppo canadese John Labatt, proprietario della Birra Moretti e di tutti i suoi marchi. Pertanto la Heineken Italia, che già aveva altri marchi (come Dreher, Heineken, Henninger, Amstel, Loburg), aveva assunto una posizione dominante nel mercato della birra in Italia (il 38%).

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Nel mese di luglio 1996, con proprio provvedimento, l’Antistrust autorizzò l’operazione di concentrazione tra le società Heineken Italia e Birra Moretti, a condizione che la prima dismettesse uno stabilimento con la capacità produttiva pari a circa il 5% della produzione nazionale e assicurasse per i primi anni di avviamento uno sbocco commerciale certo per tale produzione. Veniva così sacrificato, l’anno successivo, lo stabilimento di San Giorgio di Nogaro.

Oggi la Heinken Italia, con sede in provincia di Milano, controlla sei aziende distinte, con quattro unità produttive: Comun Nuovo (Bergamo), Pollein (Aosta), Assemini (Cagliari), Massafra (Taranto). Le birre in lattina escono dallo stabilimento di Pollein; dagli altri tre, quelle in bottiglia. Inoltre la società ha circa 2 mila dipendenti, a parte i quasi mille della Partesa, azienda di distribuzione creata, nel proprio ambito, nel 1989.

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Primo produttore in Italia, con poco più di 5 milioni di ettolitri annui e una quota di mercato intorno al 28%, propone oltre 30 birre, tra lager tradizionali, chiare e leggere, per il mercato di massa; alcune specialità e birre regionali.

Fabbrica anche i principali marchi del gruppo (Heineken, Amstel, Amstel Radler, Gasoline Strong, Golden Fire, Golden Fire Strong, McFarland, McFarland Strong, Murphy’s, Murph’ys Red).

Dopo il passaggio della Peroni alla SAB Miller, e fino a qualche anno fa, produceva anche l’americana Budweiser. Esauritosi inoltre l’accordo con la Interbrew per la distribuzione delle sue marche, integrò il portafoglio prodotti importando e commercializzando birre del proprio gruppo e di altre aziende.

Con la spartizione infine della Scottish & Newcastle del 2008, la Dibevit Import, società del gruppo Heineken (nata nel 2003 dalla fusione tra la Civitelli Import e la Dibevit e specializzata nell’importazione e commercializzazione di birre speciali), aumentò il portafoglio con i prodotti dell’ex colosso britannico.

Un catalogo dunque in grado di soddisfare il gusto di qualsiasi consumatore, e con il supporto di una sottile strategia di marketing per la promozione attiva sia delle birre prodotte che di quelle distribuite.

Centinaia di locali fanno con le loro insegne riferimento diretto, come organizzazione e amministrazione, a Heineken. Tra essi:

Birreria Classica, birreria tradizionale

Brasserie de l’Europe, birreria mitteleuropea

Dadaumpa, birreria pizzeria anni Sessanta

Gasoline Road Bar, west american road bar

Gasoline Sport Stadium, birreria nordamericana sportiva

Heineken Green Stage, birreria internazionale

Heineken Jammin’ Club, disco-bar birreria

Heineken Summer Club, estivo trendy

The Murphy’s Pub, irish pub

Beer Corner, birreria fast food

Le lounge di grandi alberghi, quali la Diana dello Sheraton Diana Majestic di Milano o la Doney del Westin Excelsior di Roma, sono personalizzate con gran gusto dai colori H Club.

Non risulta da meno la presenza nella sponsorizzazione, tra l’altro, di grandi eventi musicali, come le edizioni estive e invernali di Umbria Jazz (dal 2005 passate alla Pilsner Urquell). La manifestazione, con la prima edizione avvenuta nel 1973, dura generalmente una decina di giorni e si tiene quasi interamente nel centro storico di Perugia, dove si danno appuntamento migliaia di appassionati provenienti da tutto il mondo. Ancora, l’annuale concerto estivo Jammin’ Music Festival (durante il quale le più grandi star della musica pop e rock intrattengono migliaia di giovani), risalente al 1998 e nel 2008 svoltosi nel parco San Giuliano di Venezia.

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In ottemperanza poi all’impegno distintivo che da sempre porta avanti la casa madre nel preservare sì la qualità e il piacere, ma anche il rispetto per l’individuo, per la società e per l’ambiente, dal 2004 la Heineken Italia cominciò a mandare in onda quella che può essere senz’altro considerata la prima campagna pubblicitaria nel nostro Paese per la promozione del consumo responsabile di bevande alcoliche, specie da parte di chi guida: “Chi beve e guida, è un pericolo anche per gli altri. Pensaci”.

Dal momento infine che in Italia non esiste una cultura birraria radicata, la Heineken ha creato la figura del beer culture manager, responsabile a livello nazionale della formazione birraria. Questo manager organizza tutte le attività di diffusione della cultura birraria, con corsi di formazione a più livelli, dalle corrette tecniche di spillatura al servizio a regola d’arte, dalla conoscenza dei prodotti, degli stili e delle provenienze geografiche ai suggerimenti per gli abbinamenti ideali con la birra.

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.Birra Moretti Ricetta Originale, birra di colore paglierino, che si pone al limite tra una lager e una pilsener (g.a. 4,6%). È il prodotto di punta della ex Moretti, che risale al 1859 e viene presentato con questo semplice nome. In occasione del 150° anniversario la confezione assunse un nuovo look più deciso: bottiglia long neck, etichetta ovale, nome del brand su due righe. Preparata con malto pilsner e fiocchi di mais, aromatizzata con luppolo tedesco e trattata con metodo lager a cottura doppia, rivela chiaramente l’influenza subita dalle helles. L’effervescenza decisa produce una schiuma sottile e persistente. L’aroma si offre delicato di malto con fievoli sentori di luppolo. Il corpo risulta leggero, morbido e fresco. Il gusto moderatamente luppolizzato e secco porta, per le crescenti note amare, a un finale da pilsner. Nella corta persistenza retrolfattiva non sono così distinguibili le suggestioni di luppolo, malto e cereali cotti. In definitiva, si tratta di un prodotto spumeggiante, piacevolmente amaro e fresco.

Birra Moretti Baffo d’Oro, premium lager di colore oro vivo dai riflessi ramati (g.a. 4,8%); prodotta con malti primaverili italiani. Lanciata sul mercato nel 1988 per celebrare un eccezionale raccolto di orzo, è diventata la prima birra italiana prodotta interamente grazie all’energia del sole. Non è cosa da poco considerando che ogni anno ne vengono prodotti migliaia e migliaia di ettolitri. Traguardo raggiunto grazie ai pannelli fotovoltaici installati sia nello stabilimento di Comun Nuovo sia in quello di Massafra. La luppolizzazione è affidata all’aromatico Spalt tedesco. Prodotta con acqua povera di sali minerali, risulta appagante e di ottima bevibilità. Il nome è un chiaro riferimento al tradizionale baffone presente sulle etichette della Moretti. La spuma fine, consistente, emana delicati sentori di malto e di luppolo con accenni di vaniglia. L’aroma è intenso, di cereale e tostatura leggera. Dopo un inizio alquanto dolce, emerge gradatamente il sottile amaro del luppolo tedesco, e stabilisce un sufficiente equilibrio gustativo. Il finale, dolceamaro, si stempera in un lento retrolfatto che ricorda il malto, la farina di cereali, la crosta di pane.

Birra Moretti La Rossa, strong lager di colore ambrato scuro con riflessi rossastri (g.a. 7,2%). Elaborata ancora in stile viennese, con malto brunito, risulta, in Italia, una delle migliori birre e, tra le rosse, sicuramente quella con maggior carattere. L’effervescenza è moderata; la spuma, fitta, cremosa e durevole. L’olfatto appare attraente, e d’intensità molto elevata: il malto delicatamente torrefatto esala, senza sovrastarle, tra note di caramello, miele, caffè. Il corpo strutturato si accosta soffice, frizzante, caloroso, al palato. Il gusto defluisce pieno e vivace, con debole orientamento al dolce che l’ottima luppolizzazione equilibra tramite un “sapiente” amarore. Il finale, di estrema pulizia, propone sensazioni asciutte e speziate. Caramello, cioccolato, caffè e frutta rossa articolano la ricchezza retrolfattiva dalla discreta persistenza.

Birra Moretti Doppio Malto, doppio malto, a fermentazione alta, di colore giallo oro e dall’aspetto scintillante (g.a. 7%); con aggiunta di malto di frumento. Fu lanciata nel 2003. La spuma mostra tenuta e aderenza. La finezza olfattiva è attraente, con penetranti e durevoli aromi fruttati, floreali e di caramello. Il corpo esibisce ottima tessitura. Il gusto, nella sua pienezza dolcemente segnata dal malto, si accosta con garbo al palato, evolvendosi però presto in una consistenza asciutta di estrema pulizia. Il luppolo, anche se percettibile per l’intera durata della corsa, sembra rimanga alla finestra: non è, questo, un prodotto per il suo amarore.

Birra Moretti Grand Cru, la birra raffinata del 150° anniversario della Moretti (2009): un’ambrata di fermentazione alta con rifermentazione in bottiglia che conferisce il caratteristico bouquet intenso (g.a. 6,8%). Viene prodotta in Belgio, dalla Affligem. L’elegante confezione di questa speciale reca il tappo di sughero assicurato dalla gabbietta metallica. La spuma trabocca cremosa e tenace. Profumi fruttati si mettono in risalto davanti a freschi sentori floreali. Il palato ostenta un pregevole equilibrio gustativo nella vasta gamma di sapori: dal cioccolato al caffè, dal pepe alla frutta esotica. Non da meno, il retrolfatto, nella sua lunga persistenza, fa dono di deliziose suggestioni complesse e cordiali.

Birra Moretti Zero, lager analcolica di colore giallo oro spento (g.a. 0,5%); immessa in commercio nel 2006. L’alcol viene eliminato tramite vaporizzazione sottovuoto al termine del processo produttivo, in modo da preservare l’aromaticità del sapore. Vicina, per il profilo organolettico, alla lager più tradizionale, si rivolge ai giovani, ai guidatori, a chi è attento alle calorie. Con una media effervescenza, la schiuma si alza compatta e resistente. Nell’elevata intensità olfattiva eccellono i profumi erbacei del luppolo che equilibrano quelli dolci del malto. Il corpo è leggero, ma non insignificante: quello di una bevanda piacevole e dissetante per chi voglia solo eludere gli effetti dell’alcol. Al palato si nota subito l’orientamento all’acido; verso il finale sbuca un moderato amarore che permane anche nel retrolfatto.

Birra Moretti Sans Souci Export, lager in stile dortmunder di colore paglierino con riflessi dorati (g.a. 5,6%). Porta il nome, che vuol dire “senza pensieri”, dello yacht di un membro della famiglia Moretti. È stata tra le protagoniste del rilancio delle birre italiane negli ultimi anni. L’effervescenza è media; la spuma, generosa e sottile, ma non molto resistente. La gradevole finezza olfattiva si propone a base di cereali e pasta di pane, con labili sentori di lievito. Il corpo possiede buona struttura, fluidità ed equilibrio. Il sapore di malto riceve dal luppolo la giusta dose di secchezza. Nel retrolfatto rimane una grata suggestione amarognola.

Birra Moretti Sans Souci Ice, ice beer di colore paglierino debole (g.a. 5%). Viene prodotta con un particolare metodo di raffreddamento prima della maturazione per renderla leggera e più facilmente digeribile. Consigliata a chi si avvicina per la prima volta alla birra, è anche un ottimo dissetante estivo. L’effervescenza moderata alimenta una schiuma abbastanza fine, aderente e di media tenuta. Il bouquet offre un tenue ma pulito malto. Il corpo leggero sembra non essere sufficientemente morbido; mantiene comunque il fresco gusto di malto con tendenza all’asciutto, piacevole e appetitoso. La breve persistenza retrolfattiva emana una fragrante impressione di frutta fresca.

Nel 2015 la Moretti lanciò sul mercato sei nuove referenze: altre due radler (Gazzosa e Chinotto) e quattro facenti parte della linea Regionali.

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Radler

Sono bevande leggere (g.a. 2%) a base di birra, con funzione d’uso specificatamente dissetante, specie per l’estate (la prima e la terza). Si presentano in una bottiglia dal nuovo design che racconta una storia italiana dal sapore vintage, anni Cinquanta.

Birra Moretti Radler Limone, di colore giallo paglierino, lanciata nel 2014. Al 45% di birra Moretti viene aggiunto succo di limoni siciliani. Il gusto è rotondo, lievemente aspro e con forte potere rinfrescante.

Birra Moretti Radler Chinotto, di colore ambrato. Unisce birra e succo dei pregiati chinotti di Savona. Il gusto, leggermente amaro, si stempera in un morbido retrolfatto particolarmente fresco e delicato.

Birra Moretti Radler Gazzosa, di colore giallo paglierino. È il connubio tradizionale di birra e gazzosa aromatizzato con scorza di limoni calabresi che conferiscono un gusto agro straordinariamente rinfrescante.

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Regionali

Prodotte nell’anno di Expo Milano, puntano sulla riscoperta e celebrazione delle peculiarità del territorio. Sono quindi ispirate da un ingrediente tipico delle quattro regioni italiane che conferisce un carattere distintivo a ognuna di esse.

Birra Moretti alla Friulana, lager di colore paglierino (g.a. 5,9%); con utilizzo della mela renetta. Unisce al gradevole olfatto floreale la raffinatezza di un gusto leggermente aromatico nella sua freschezza.

Birra Moretti alla Piemontese, lager di colore oro antico carico con qualche riflesso ambrato (g.a. 5,5%); con utilizzo di mirtillo rosso della valle del Sangone e riso d.o.p. sant’Andrea (nella misura del 25%). Al naso si mettono in evidenza profumi di erbe aromatiche con accenni al mirtillo e ai cereali. In bocca, un corpo rotondo sostiene il gusto impresso dal caramello che chiude la corsa con una rinfrescante punta di acidità.

Birra Moretti alla Toscana, lager di colore miele intenso (g.a. 5,5%); con utilizzo di orzo della Maremma. L’olfatto si esprime con i tipici profumi di castagna, impreziositi da richiami di erbe secche e aghi di pino. Il sapore, pieno, deciso, reca una piacevole nota amarognola.

Birra Moretti alla Siciliana, lager di colore oro e dall’aspetto limpido (g.a. 5,8%); aromatizzata col fiore di zagara che ammorbidisce il gusto con una punta di agrume e apporta all’olfatto intensi e gradevoli profumi floreali.

Dreher, lager di colore giallo paglierino acceso (g.a. 4,7%). Birra base della ex Dreher, si presenta appena più scura e aromatica rispetto alla media delle comuni lager italiane. Con una media effervescenza, l’attraente corona di spuma candida si rivela sottile e tenace. L’aroma emette profumi di luppolo non così forti ma puliti. Il corpo, tra leggero e rotondo, possiede una notevole fluidità. Al palato, l’amaro misurato del luppolo prevale sulle fievoli note di malto. Il finale non è molto lungo, dopo una corsa peraltro breve. Anche il retrolfatto accusa una corta persistenza, tra sensazioni amarognole. Siamo, in ogni modo, davanti a un prodotto intrigante che si lascia bere facilmente e disseta con la sua fresca leggerezza.

Le tre radler per celebrare l’estate 2015 si presentarono con un look tutto nuovo e colorato.

Dreher Lemon Radler, la tradizionale radler dorata di stampo bavarese (g.a. 2%); costituita dal 40% di birra Dreher e succo di limone. Fu lanciata nel 2013.

Dreher Lemon Radler 0.0%, versione della precedente assolutamente analcolica; lanciata nel 2014.

Dreher Pompelmo Radler, radler rosata (g.a. 2%); nata, nel 2015, dall’incrocio tra birra Dreher e succo di pompelmo. Caratterizzata dal gusto di pompelmo appunto, si è rivelata leggera e doppiamente rinfrescante.

Von Wunster, lager di colore paglierino con riflessi dorati (g.a. 4,5%). L’effervescenza moderata sviluppa una spuma a grana molto minuta, aderente ma non così stabile. L’aroma di malto si espande tenue e fresco. Il corpo accusa un certo orientamento allo scarno. Il gusto, misuratamente amaro, compie una corsa abbastanza veloce che termina languida e quasi neutra.

Von Wunster Analcolica, versione analcolica della precedente.

Prinz, tradizionale light lager di colore paglierino slavato (g.a. 3,5%). Destinata a chi non ami le birre corpose, è soprattutto una bevanda rinfrescante. La schiuma, a grana molto sottile, non appare di lunga persistenza. L’aroma è di cereali non sottoposti a maltaggio. Il corpo, fresco e scorrevole, tende allo scarno. Con una luppolizzazione appena percettibile, il gusto compie amabilmente la breve corsa per accomiatarsi in sordina, senza infamia e senza lode.

Ichnusa, standard lager di colore dorato pallido (g.a. 4,7%); prodotto regionale, distribuito e consumato esclusivamente in Sardegna. Viene realizzata con le acque delle montagne del parco naturale Gutturu Mannu e una percentuale di mais. Con una media effervescenza, la spuma, a grana molto minuta, si alza compatta, tenace. Il tenue aroma di luppolo reca qualche vago sentore di malto e di mela verde. Il corpo leggero si accosta risoluto, asciutto, al palato. Un amaro misurato copre l’orientamento al dolce del cereale in una corsa alquanto rapida ma dal lungo finale. Nella corta persistenza retrolfattiva si fa valere l’amaricante, senza però soffocare le fievoli suggestioni erbacee e di cereale.

Ichnusa Speciale, lager speciale di colore giallo paglierino chiaro; realizzata nel 2002 in occasione del 90° anniversario della fondazione dell’azienda. È la versione con gradazione alcolica più alta (5,6%) di quella classica e con in più una particolare selezione di luppoli. L’effervescenza è moderata; la schiuma, sottile e persistente. L’aroma, gradevole ma di scarsa intensità, esalta un buon luppolo tra gli odori fruttati. Nel corpo, rotondo e morbido, opera un gusto “sapientemente” guidato dall’amaro durante la corsa che si snoda su solida base di malto. Una sensazione dolceamara, secca e pulita, allieta il retrolfatto.

Ichnusa Cruda, lager cruda di colore dorato (g.a. 4,9%); la birra del centenario, creata nel 2012 appunto. Viene microfiltrata con un sistema che rende stabili per sei mesi le proprietà organolettiche. La spuma sbocca sottile, con apprezzabile solidità e aderenza. Al naso si sprigiona un luppolo molto fine e persistente. Il corpo è leggero, ma intenso e vivace. Rispetto alla versione classica, presenta un gusto più intenso e leggermente più amaro. Comunque si tratta di un sapore, sempre delicatamente segnato dal luppolo, che si snoda con un amarore gradevole lasciando in bocca sensazioni asciutte e pulite.

Ichnusa Radler, radler di colore giallo paglierino (g.a. 2%); ottenuta da un mix di birra      Ichnusa al 40% e succo si limone, ma anche di arancia, lime e acerola. È destinata esclusivamente alla Sardegna. Con un’effervescenza moderata, la spuma sgorga compatta e aderente. L’aroma fruttato risente l’asprezza degli agrumi. Il corpo leggero asseconda un gusto soffice, pulito, con un rinfrescante tocco di acidità.

La Spirtu invece, lager chiara aromatizzata al mirto (g.a. 5%), un’altra specialità della Ichnusa, lanciata nel 2006, uscì, dopo un anno, fuori produzione per non aver incontrato il favore dei consumatori.

Messina, altra lager regionale di colore dorato (g.a. 4,7%); commercializzata soltanto nell’isola di origine. Con un’effervescenza decisa, la spuma sgorga fine e compatta, tenace e aderente. Animati profumi erbacei allietano l’olfatto con la loro invitante freschezza. La leggerezza del corpo favorisce un gusto di cereali che a fine corsa prende una consistenza amara ma piacevole di luppolo. Il retrolfatto esala impressioni asciutte piuttosto astringenti.

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.