Numero 25/2022

20 Giugno 2022

Una birra rossa salvò il mondo (secondo gli Antichi Egizi)

Una birra rossa salvò il mondo (secondo gli Antichi Egizi)

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La storia della birra è caratterizzata dal simbolismo hqt (heqet) proveninete dagli antichi egizi e zythus e fu il risultato della rivoluzione agricola del 10.000 a.C. iniziata per la scoperta accidentale della fermentazione.

La heqet, la birra dell’Antico Egitto era una bevanda essenziale ed era trattata principalmente come un alimento, veniva consumata quotidianamente, durante le feste e le celebrazioni religiose.

I lavoratori delle piramidi di Giza, per il loro sostentamento, bevevano una razione giornaliera che ammontava ad oltre 10 pinte! La bevanda era anche una forma comune di pagamento poiché spesso i salari venivano pagati a birra, un po’ come se fosse la nostra bustapaga.

La birra e il suo procedimento sono raffigurati sulle pareti delle tombe e nelle statue come la Preparatrice di birra e la Macinatrice al Museo Archeologico di Firenze.

 

Le due donne sono ritratte nell’atto della preparazione della bevanda fermentata poiché al tempo era cura della donna homebrewer preparare il pane e la birra solo in seguito divenne un’industria supportata dallo stato e presieduta dagli uomini.

Ma la prima influenza femminile nella produzione brassicola è forse Tenenet la dea della birra. Come la dea Ninkasi dei Sumeri, Tenenet vegliava sui birrai e si assicurava che la ricetta fosse osservata per creare una birra di qualità.

Non esiste una storia su come sia nata la birra nel mondo egizio ma numerose sono le fonti del mito chiamato La distruzione dell’umanità.

La storia parla della fine del dominio di Ra sulla terra, il Dio, adirato con gli uomini che avevano cospirato contro di lui, inviò la dea Sekhmet (divinità della guerra) per distruggere gli uomini disobbedienti. Al termine della battaglia la sete di sangue della dea non era ancora domata e ciò la portò a intraprendere la distruzione dell’umanità intera. Per porre freno alla strage e salvare il genere umano, Ra quindi ordinò alla dea della birra, Tenenet, di tingere di rosso una grande quantità di birra. Scambiando la bevanda per sangue, Sekhmet si ubriacò e non portò a termine il massacro, ritornando da Ra ammansita e trasformata in Hathor (dea della gioia, dell’amore, della maternità e della bellezza) .

 

Uno dei più importanti Festival nell’Antico Egitto era Il Festival di Tekh noto anche come Il Festival dell’ubriachezza. Le fonti rinvenute collocano le prime “edizioni” nel Medio Regno d’Egitto (2040-1782 a.C.), ma il festival potrebbe avere origini più antiche. Dedicato alla dea Hathor, commemora i tempi in cui la birra aveva salvato l’umanità.

La ricerca della dott.ssa Betsy Bryan, egittologa per la John Hopkins University, ha scoperto che il Festival era celebrato almeno due volte l’anno, nelle case, nei templi e nei santuari improvvisati nel deserto.

In questo rituale, tutti partecipavano insieme – le élite e i contadini. La scena è descritta in un inno a Sekhmet dove si illustra la celebrazione nelle quale giovani donne con ghirlande servono alcolici a tutti.

 

In pratica i partecipanti avrebbero bevuto e festeggiato fino all’eccesso, si sarebbero addormentati in una certa sala e svegliati all’improvviso al suono dei tamburi per poi onorare la dea. Grazie all’inibizione delle facoltà critiche dell’alcol i partecipanti “intravedevano” la dea al loro risveglio.

Il lato sessuale non mancava e ciò non sorprende dal momento che il sesso nell’antico Egitto non era solo considerato un aspetto naturale della vita umana, ma era anche associato alle dee Hathor e Mut (dea della fertilità che era anche strettamente legata al festival).

 

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Jacopo Cascianelli
Info autore

Jacopo Cascianelli

Nato il 19 febbraio 1989, perugino DOC fuggito per gli studi universitari a Pisa. Filosofo che ha scoperto la sua vocazione per la birra grazie ad un casuale Erasmus a Bruxelles. Tra un esame in filosofia e una cotta homemade ho passato gli ultimi due anni universitari. Attualmente vivo in Umbria dove ho lavorato per un anno nell’azienda agricola di famiglia, vinofila come da tradizione, per poi iniziare un percorso nella consulenza aziendale e marketing narrativo. Percorso costantemente condito dalla passione per l’homebrewing e partecipazione vorace ad ogni degustazione di birra nei dintorni. Negli anni ho partecipato a corsi sulla produzione di birra e collaboro con una piccola realtà brassicola umbra muovendo i primi passi nel mondo che amo.