Numero 27/2016

6 Luglio 2016

Accade oggi: la Birra Artigianale è legge, finalmente!

Accade oggi: la Birra Artigianale è legge, finalmente!

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Giornata storica quella che si lasciano alle spalle tutti gli amanti di birra artigianale in Italia, dagli addetti ai lavori fino all’ultimo degli appassionati: il Parlamento, pur dovendo ancora adempiere alle pubblicazioni ufficiali, in terza e ultima lettura al Senato ha da poco definitivamente approvato il d.d.l. titolato DELEGHE AL GOVERNO E ULTERIORI DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SEMPLIFICAZIONE, RAZIONALIZZAZIONE E COMPETITIVITA’ DEL SETTORE AGRICOLO E AGROALIMENTARE, NONCHE’ SANZIONI IN MATERIA DI PESCA ILLEGALE, recante DISPOSIZIONI IN MATERIA DI PRODUZIONE DELLA BIRRA ARTIGIANALE agli artt. 35 (Denominazione di birra artigianale) e 36 (Filiera del luppolo).
I senatori si sono così pronunciati favorevolmente, senza apportare ulteriori modifiche, sul seguente testo di cui vi avevamo già parlato nei nostri precedenti interventi immediatamente dopo il voto alla Camera dei Deputati risalente al 18 febbraio 2016: “All’articolo 2 della legge 16 agosto 1962, n. 1354, dopo il comma 4 è aggiunto il seguente: « 4-bis . Si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. Ai fini del presente comma si intende per piccolo birrificio indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi”.
E ancora: “Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, compatibilmente con la normativa europea in materia di aiuti di Stato e con le norme specifiche di settore, favorisce il miglioramento delle condizioni di produzione, trasformazione e commercializzazione nel settore del luppolo e dei suoi derivati. Per le finalità di cui al presente comma, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali destina quota parte delle risorse iscritte annualmente nello stato di previsione del medesimo Ministero, sulla base dell’autorizzazione di spesa di cui alla legge 23 dicembre 1999, n. 499, al finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo per la produzione e per i processi di prima trasformazione del luppolo, per la ricostituzione del patrimonio genetico del luppolo e per l’individuazione di corretti processi di meccanizzazione”.

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Il provvedimento mira a modernizzare la legge 1354/1962, obsoleta normativa vigente in Italia relativa alla disciplina igienica della produzione e del commercio della birra, che in questi ultimi anni ha ricevuto non pochi attacchi dalle associazioni di categoria intenzionate a portare all’attenzione del legislatore il tema del riconoscimento giuridico dei birrifici artigianali e, indirettamente, della birra artigianale: espressione ormai consolidata di una fetta consistente di economia del nostro paese.
La festa per il tanto atteso riconoscimento legale della definizione di birra artigianale è stata purtroppo rovinata dall’annoso tema irrisolto relativo alla questione delle accise, applicate alla sola birra fra le bevande alcoliche da pasto prodotte in Italia: nelle intenzioni di CNA e Unionbirrai, primi promotori del progetto di definizione legislativa della birra artigianale, questi avrebbe dovuto fare da trampolino ad una complessiva riforma del sistema di tassazione degli esercenti, attraverso diversificazioni già in vigore in altri paesi europei in virtù della direttiva comunitaria 92/83/CEE che prevede aliquote di accisa diversificate sulla base delle dimensioni produttive del birrificio.
Hanno così dichiarato CNA e Unionbirrai in una nota congiunta dell’ 11 marzo 2016 in merito a chiarimenti chiesti al Parlamento sul corretto posizionamento del misuratore fiscale: “E’ come Davide contro Golia, solo che per ora Davide le prende. Il microbirrificio, se non vuol pagare prima e più del dovuto le accise sulla propria produzione, deve subire il peso dei cervellotici, bizantini, asfissianti oneri burocratici italiani. Questo strumento, a causa di un’errata interpretazione dell’Agenzia delle Dogane, da elemento di semplificazione è stato trasformato in elemento di vessazione: la burocrazia che il misuratore venga posto a monte del processo produttivo anziché a valle, come prescrive la legge. La conseguenza? Il microbirrificio paga le accise sul mosto e non sul prodotto da porre in vendita, rimettendoci sullo sfrido, e non al momento di porre in vendita la birra ma in anticipo. In conclusione paga, paradossalmente, più dei grandi stabilimenti industriali. Mentre in Europa tre paesi su quattro prevedono sconti sulle accise per i piccoli produttori di birra. Alla base quest’applicazione della norma è la presenza di potenziali evasori tra i piccoli produttori di birra. Per l’Agenzia delle Dogane, se il microbirrificio vuole pagare, in proporzione, nei tempi e quanto i grandi stabilimenti, deve adottare le medesime procedure, complesse e costose, di un grande gruppo industriale”.

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Grande rammarico è quello manifestato, sul tema della mancata riforma del sistema impositivo delle accise, dai parlamentari firmatari della proposta; l’onorevole Chiara Gagnarli del Movimento 5 Stelle, in particolare, già intervistata dalla nostra redazione, ricorda come abbia cercato di introdurre nel provvedimento un sistema di riduzione delle accise a scaglioni per i produttori di birra artigianale, senza però incontrare il sostegno del Governo e della maggioranza che hanno bocciato questa parte giustificandola con la mancanza di copertura finanziaria, nonostante le accise versate allo Stato dai piccoli produttori di birra artigianale nel 2015 siano di circa 10 milioni di euro, rispetto a un gettito totale versato nello stesso periodo da tutti i produttori pari a 360 milioni di euro. Ultimo tentativo sarà quello di cercare di introdurre, nella prossima legge di stabilità, una nuova normativa più equa per i piccoli birrifici indipendenti relativa alle accise, riproponendo il sistema a scaglioni per ora bocciato dalla maggioranza parlamentare.
Degno di nota è l’innovativo emendamento che incentiva la filiera del luppolo in Italia: l’obiettivo è quello di iniziare una coltivazione per riuscire a produrre birra con ingredienti completamente italiani. Per questo progetto il Ministero delle Politiche Agricole stanzierà dei fondi per il miglioramento delle condizioni di produzione, trasformazione e commercializzazione del luppolo e dei suoi derivati, al fine di ricostruire il patrimonio genetico del prodotto, in collaborazione con il Ministero della Salute che si occuperà della scelta dei fitofarmaci idonei alla coltivazione. Tuttavia, ad oggi, non è possibile stabilire l’ammontare del fondo a disposizione vista la scarsa periodicità con cui vengono finanziati i progetti di ricerca in questo settore.

Rimarremo dunque vigili sul tema, in previsione della discussione che ci apprestiamo a sostenere a fine anno al momento della definizione delle voci di spesa da inserire nella prossima legge di stabilità, con la speranza di veder finalmente equiparato lo status di mastro birrario a quello di tutti gli altri attori del settore agroalimentare, soprattutto sotto il profilo fiscale.
E’ indubbio, però, che oggi nel nostro paese sia stato fatto un importantissimo passo in avanti verso un più che giusto riconoscimento del lavoro svolto da migliaia di artigiani della birra, fino a pochi decenni fa considerati alla stregua di un alchimista improvvisato intento a creare chissà quali stranezze in sfregio alla tradizione enogastronomica italiana.
Quel che è certo, al contrario, è l’aver dimostrato che si può iniziare insieme un percorso di cooperazione, ciascuno nel proprio ambito e con le proprie competenze e conoscenze, al fine di tutelare e promuovere il settore agroalimentare italiano, con le sue eccellenze, in ogni sua forma, birra artigianale compresa.

 

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