Numero 18/2025

28 Aprile 2025

Il giro del mondo in… tante birre: eSwatini

Il giro del mondo in… tante birre: eSwatini

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Il Giro del Mondo in Tante Birre, non pago della trasferta verso il profondo nord, si dirige nuovamente al calduccio dell’Africa per far tappa in eSwatini.

Nome mai sentito?!? Ma sì fino al 2018 si chiamava Swaziland, poi, l’attuale re Mswati III ha un’idea singolare.

 

Per celebrare il mezzo secolo d’indipendenza (1968), ma anche il suo cinquantesimo compleanno, cambia il toponimo del Paese. Un gesto che rompe con il passato coloniale britannico e che evita i ripetuti equivoci di pronuncia con “Switzerland” (Svizzera in inglese). eSwatini significa “Terra degli Swazi”, il gruppo etnico più numeroso presente sul territorio dalla metà del XVII secolo.

Questo piccolo paese, grande quanto la regione Lazio, è circondato dal Sudafrica e confina con il Mozambico. Unico esempio di monarchia assoluta rimasta nel continente, ha ben due capitali: quella amministrativa Mbabane (v. foto sotto) e Lobamba dove hanno sede il parlamento e i due palazzi reali.

Uno per il re e l’altro per la regina-madre protettrice della sfera spirituale e della nazione. Personalità molto più influente in passato, oggi è, comunque, responsabile dei cerimoniali ufficiali e dei rituali religiosi. Il periodo coloniale (1881–1968), infatti, mette in secondo piano questa figura riconoscendo più poteri al reggente maschio.

E il re Mswati III continua la tradizione. Non solo limita fortemente i diritti alle donne, ma ne impone la castità fino ai diciotto anni. Soluzione adottata ufficialmente per combattere la diffusione devastante dell’AIDS, in realtà figlia di un integralismo cattolico imposto ma interpretato ad personam. Mswati, infatti, ha 15 mogli. Avete strabuzzato gli occhi?!? Beh teneteli così, perché le spese annuali di corte ammontano a circa 60 milioni di dollari. Mentre la popolazione sopravvive con meno di 2 dollari al giorno.

LA STORIA DELLA BIRRA IN ESWATINI

Dopo decine e decine di articoli dedicati al nostro viaggio intorno al mondo birrario, ormai abbiamo capito che le birre tradizionali sono più presenti e consumate in quei paesi dove quelle industriali hanno fatto capolino in tempi recenti.

Il Novecento e, soprattutto, il secondo dopoguerra sono gli spazi temporali interessati dalla comparsa dell’industria birraria. E la situazione in eSwatini non si discosta dal trend, infatti, le prime birre sono entrate sul mercato alla fine degli anni ’60 del secolo scorso.

Ancora oggi le bevande fermentate sono molto popolari, quasi il 60% della popolazione le preferisce alle birre lager locali o importate (AB InBev e Groupe Castel). Le ragioni sono essenzialmente due: forte identità nazionale e costo minore.

Di seguito un breve elenco delle bevande più consumate:

  • Buganu: vino di marula, frutto simile alla prugna, preparato solo dalle donne. Ricopre un ruolo di primo piano nella cultura locale, tanto da meritarsi una cerimonia presenziata dalla famiglia reale
  • Umcombotsi: birra a base di mais, sorgo maltato e zucchero di canna. Densa e acidula, ha una bassa gradazione alcolica (< 3%)
  • Nyawotsi: birra prodotta con il miglio
  • Mahewu: bevanda analcolica fatta dalle donne, è un porridge fermentato con mais e acqua.

Testimone della popolarità dei fermentati locali è il numero importante di etichette presenti sul mercato. Tra le aziende produttrici si ricorda “Sano Foods”. La compagnia di proprietà 100% eSwatini, nel 2019 acquisisce la linea di produzione di birre tradizionali del birrificio leader del Paese (eSwatini Beverages Ltd.). “Imphilo Mahewu” e “Imvelo Sorghum Brew” sono i due marchi prodotti utilizzando materie prime locali.

IL BIRRIFICIO PIU’ IMPORTANTE DI ESWATINI

Ad oggi un solo birrificio è presente sul territorio Swazi ed è, anche, distributore di marchi internazionali, la produzione è chiaramente industriale.

– Il primo birrificio di eSwatini: ESWATINI BEVERAGES LTD

Nato come “Swaziland Breweries” nel 1969, è di proprietà di South African Breweries (SAB). La sede è nella città di Matsapha, distante circa 35Km dalla capitale Mbabane. Nel 1981 viene aperta una filiale a Manzini (Ngwane Breweries) specializzata in birre tradizionali, dopo 3 anni, invece, diventa operativa l’azienda di imbottigliamento “Swaziland Bottlers”. A metà degli anni ‘90 queste tre realtà si fondono per dare vita a “Swaziland Beverages Limited (SBL)” che prende la denominazione attuale nel 2003 (EBL). Nel 2016 la multinazionale AB-InBev acquisisce il birrificio, finora di proprietà di SABMiller. Con la quota dell’87%, EBL è il leader del mercato delle birre in eSwatini.

 

 

SIBEBE: birra chiara a bassa fermentazione. Dedicata alla montagna-simbolo vicina alla capitale. Lager scorrevole e facile da bere. Gradazione alcolica: 4,8%

 

Come avrete notato, spesso chiudo gli articoli sottolineando che Paesi con profonde problematiche socio-politiche hanno ben altre priorità che lo sviluppo di birre artigianali e, purtroppo, eSwatini non è da meno. La speranza, però, è sempre la stessa, l’arrivo della Craft Revolution, segnale di una situazione sociale risanata e libera.

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.swazilandbeverages.com

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!