Numero 21/2023

22 Maggio 2023

Il giro del mondo in… tante birre: Austria

Il giro del mondo in… tante birre: Austria

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Questa volta il giro del mondo ci riporta in Europa, anzi in Austria, una vera superpotenza mondiale del passato. Nel tardo medioevo, infatti, il casato degli Asburgo governava praticamente tutta l’Europa e il legame che ha sempre legato questo piccolo paese, incastonato tra le Alpi e i Monti Tauri, con la Germania, è sempre stato molto profondo.

Dal punto di vista politico, difatti, la storia di queste due nazioni si separò solo a partire dal 1806, quando Francesco II d’Asburgo-Lorena rinunciò alla corona, sconfitto da Napoleone nella mitica battaglia di Austerlitz. Questo però fu anche l’inizio dell’Impero austriaco con a capo Francesco Giuseppe I d’Austria che, in 68 anni di regno, riuscì ad inglobare anche Ungheria, Polonia e Italia Settentrionale, dando vita così all’Impero austro-ungarico, di scolastica memoria!! Per questo non mi soffermerò sugli aspetti storici di questo paese che si sono intrecciati con quelli della nostra Italia e che abbiamo studiato da ragazzi o almeno abbiamo fatto credere ai nostri ignari genitori!!

Però è giusto ricordare che gli usi e costumi austriaci risentono molto della cultura tedesca, basti pensare al fatto che quasi il 90% della popolazione discende da migranti bavaresi, giunti qui in cerca di fortuna. Ed anche il panorama brassicolo si rifà al mondo tedesco, circa l’80% del mercato è costituito da birre chiare a bassa fermentazione e weiss. Tuttavia esistono alcune tipologie prettamente austriache. Scopriamole insieme.

LA STORIA DELLA BIRRA IN AUSTRIA

L’Europa centrale è una delle aree a più forte vocazione brassicola, Germania e Repubblica Ceca sono i paesi trainanti. L’Austria sembra vivere all’ombra di questi due colossi birrari ma vanta una storia ricca e antica.

La coltivazione del luppolo risale, addirittura, al XIII secolo quando il territorio della città ceca di Zatec, famosa per il luppolo nobile Saaz, era sotto il controllo austriaco.

Ma il momento cruciale che segnò un punto di svolta arrivò nel 1841, quando Anton Dreher, proprietario del birrificio Schwechat (fuori Vienna) produsse una birra ambrata a bassa fermentazione. Questa birra può considerarsi il risultato di una vera e proprio spionaggio industriale. Nel 1833, Dreher e Gabriel Sedlmayer, del birrificio Spaten di Monaco di Baviera, giunsero in Inghilterra per approfondire la conoscenza del sistema di maltaggio inglese, migliorato notevolmente grazie al brevetto del “tamburo di essicazione” di Wheeler che permetteva di essiccare il malto in maniera più uniforme rispetto ai metodi tradizionali a fiamma viva. Quando Dreher e Sedlmayer rientrarono nei loro paesi, fecero fruttare la loro scoperta. Il primo perfezionò il malto Vienna dando vita alle Vienna Lager, mentre il secondo rilanciò le tradizionali Märzen usando il nuovo malto Monaco.

 

Ad oggi in Austria ci sono circa 300 birrifici, di cui la metà sono produttori di birre locali di piccole e medie dimensioni che creano, così, una grande varietà di tipologie. I grandi marchi nazionali (Gosser, Zipfer,…) che fanno parte del colosso industriale Brau Union, membro di Heineken, sono così affiancati da piccole realtà regionali che propongono birre artigianali anche a Km0. Questo forte legame con le birre del territorio, fa sì che quelle d’importazione abbiano un mercato piuttosto limitato.

La birra è una delle bevande preferite dagli austriaci, infatti, il consumo pro-capite è di circa 107 litri all’anno, secondo solo a quello della Repubblica Ceca.

LO STILE DI BIRRA UFFICIALE DELL’AUSTRIA

Come già anticipato nel paragrafo dedicato alla storia della birra austriaca, lo stile nazionale riconosciuto dal BJCP è il VIENNA LAGER. Stile prossimo alla scomparsa ma riportato sotto i riflettori dal movimento craft internazionale, molto più in auge all’estero che in patria. Comprende birre a bassa fermentazione, di color ambrato, caratterizzate da note morbide ed equilibrate di malto che ricordano la crosta di pane fino ad arrivare a sentori più tostati, una delicata luppolatura e un finale secco. Gradazione alcolica media (4,7-5,5%), birra di facile bevuta. Le linee guida del BJCP prevedono l’uso di malto Vienna e luppoli continentali come Saaz o Styrian, si possono utilizzare anche malti caramello o più scuri, per dare più colore alla birra, senza l’apporto, però, di aromi torrefatti. Stile simile alle birre Märzen di origine tedesca, ma con minor tenore alcolico e corpo e lievemente più amara.

A proposito di Märzen, esiste anche una variante austriaca (Austrian Märzen o Österreicher Märzen) dal colore dorato carico, con note maltate in primo piano e una luppolatura più decisa rispetto alle cugine tedesche.

5 BIRRIFICI AUSTRIACI CON QUALCOSA IN…PIU’!

  1. Il birrificio più antico dell’Austria: BRAUEREI HOFSTETTNER

 

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Birrificio fondato a St. Martins im Mühlkreis, vicino Linz, nel lontano 1229. Posizione strategica per l’epoca, perché si trovava all’incrocio della Via Regia con la storica Via del Sale che collegava il Danubio e la Boemia. Nel 1847, il commerciante boemo Kaspar Krammer comprò all’asta il birrificio che ancora oggi è di proprietà sempre della stessa famiglia. Dal 2018 vengono prodotte anche birre biologiche con orzo e luppolo autoprodotti.

Una specialità particolare è la “birra di granito”. La roccia granitica della regione del Mühlviertel, infatti, funziona come filtro per l’acqua.

GRANITBIER: birra ambrata a bassa fermentazione in stile Vienna Lager. L’acqua usata scorre tra le rocce di granito del territorio, filtrandosi naturalmente. Leggere note tostate e di caramello si combinano con le note più delicate del malto chiaro. Piacevoli le note floreali date dal luppolo. Gradazione alcolica: 5,5%

MÜHLVIERTLER BIO BIER: birra chiara a bassa fermentazione in stile Helles prodotta con orzo e luppolo 100% biologici. Note maltate di pane bianco e miele chiaro con un tocco speziato dato dal luppolo tedesco. Gradazione alcolica: 5,5%

GRANITBOCK: birra ambrata a bassa fermentazione in stile Bock. Anche in questa birra il granito ci mette lo zampino. La fase di fermentazione avviene, infatti, in vasche di granito di 120 anni fa e addirittura pezzi granito incandescenti vengono immersi nel mosto per far caramellizzare meglio gli zuccheri. Una sorta di metodo “Steinbier”. Le note maltate la fanno da padrone. Gradazione alcolica: 7,3%

BIO KÜBELBIER: birra chiara a bassa fermentazione che si ispira alle tradizionali Zwickl, birre spinate direttamente dalla botte al boccale. Prodotta dal 2018 con orzo e luppoli biologici a km0. Gradazione alcolica: 5,3%

Altre birre in gamma: Marzen, Eisbock, GranitBock Wildbrett, Pale Ale, Pils, Weizen, birra al miele, India Pale Lager, birra con canapa.

  1. Il birrificio austriaco più grande: STIEGL BRAU

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Il birrificio Stiegl è stato fondato nel 1492 a Salisburgo e negli anni ha superato la quota di di 1 milione di ettolitri di birra prodotti, per questo è considerato il più grande birrificio indipendente dell’Austria. Da non perdere, la visita al Museo della Birra che propone diverse attività (tour serali, degustazioni, caccia al tesoro,…). Ma questa azienda possiede anche un altro record: la birra in bottiglia più consumata. La gamma è divisa in 6 famiglie di birre: classiche, artigianali, birre invecchiate, edizioni speciali, prodotti Wildshut e analcoliche. Di seguito qualche esempio.

STIEGL GOLDBRAU: la birra chiara in bottiglia più consumata in Austria. Una Helles dall’amaro equilibrato e dalle tipiche e delicate note maltate. Gradazione alcolica: 5%

STIEGL PARACELSUS GLUTENFREI: birra chiara a bassa fermentazione senza glutine. Il glutine dell’orzo viene rimosso naturalmente durante la fase di lagerizzazione. Piacevolmente luppolata. Gradazione alcolica: 4,9%

GIPFELSTÜRMER: birra bianca tedesca ad alta fermentazione con farro biologico. Aromi fruttati di banana e speziati di chiodi di garofano, con un tocco più rustico dato dal farro. Gradazione alcolica: 5,2%

SONNENKÖNIG VIII: Saison di ispirazione belga, invecchiata in botte. Le note di vino dolce incontrano quelle speziate che ricordano l’anice e il pepe, il tutto amalgamato da note maltate di caramello. La lieve acidità rende la bevuta meno stucchevole. Gradazione alcolica: 11,3%

WILDSHUT BIO MYSTIQUE: birra dal ramato profondo ad alta fermentazione che si rifà alle Red Ale, invecchiata in botti rovere. Note prevalenti di prugna e ribes, un lieve acetico che fa da contraltare alle note più rotonde del malto. Gradazione alcolica: 5,8%

  1. Il birrificio più alto dell’Austria: TUX 1280

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Fondato nel 2016 dagli amici Neil Vousden e Timothy Jones, è considerato il birrificio più alto dell’Austria perché si trova a quota 1280 mt s.l.m. ma questo numero indica anche l’anno in cui per la prima volta è stato menzionato il paese di Tux in Tirolo, dove si trova la sede del birrificio. Tutte le birre prodotte hanno un ingrediente particolare: acqua pura dei ghiacciai tirolesi.

ALPINE AMBER ALE: birra di un ambrato carico ad alta fermentazione di ispirazione americana. Note maltate in primo piano affiancate da un uso importante di luppoli (Amarillo, Centennial, Chinook, Citra e Columbus). Una percentuale del profitto va al servizio di soccorso alpino locale. Gradazione alcolica: 6,8%

TUX PALE ALE: birra ambrata con riflessi dorati di ispirazione anglosassone. Prodotta con luppoli Amarillo, Centennial e Citra che vengono bilanciati dalle delicate note maltate. Finale lievemente amaro e secco.  Gradazione alcolica: 5,1%

MOUNTAIN PORTER: birra scura che si ispira alle Porter inglesi. Note maltate predominanti di torrefatto, cioccolato, caffè e una punta di tabacco, “rinfrescate” dai luppoli East Kent Goldings e Fuggles. Facile da bere. Gradazione alcolica: 5,4%

WITBIER: birra di frumento di tradizione belga. Prodotta con luppolo Hallertau Mittelfrüh e aromatizzato con camomilla, coriandolo e scorza d’arancia amara. Lievemente acidula e dissetante. Gradazione alcolica: 5,1%

HIMBEERBIER: birra alla frutta dal colore rosato che prevede l’uso di lamponi. Piacevolmente acida. Gradazione alcolica: 5,2%

  1. Il primo birrificio biodinamico dell’Austria: BRAUHAUS GUSSWERK

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Dal 2007 Reinhold Barta produce, vicino a Salisburgo, birra biodinamica, secondo le severe norme Demeter. Il metodo biodinamico, creato da Rudolf Steiner (1861-1925), prevede un’agricoltura totalmente naturale senza l’utilizzo di agenti chimici, e tecniche tradizionali come la rotazione colturale e i concimi vegetali.

23 etichette in produzione tra cui:

JACOBSGOLD: birra chiara a bassa fermentazione con farro che si ispira alle tradizionali Zwickl, birre non filtrate. Prodotta secondo le fasi lunari, seguendo i precetti biodinamici. Con la luna piena avviene la cottura, in luna calante inizia la fermentazione e la maturazione si fa con la luna crescente. Le note maltate di panificato vanno braccetto con quelle erbacee e speziate dei luppoli Tettnang e Saphir. Gradazione alcolica: 4,5%

STEINBIER: birra ambrata a bassa fermentazione in stile Marzen con immersione di pietre roventi nel mosto per migliorare la caramellizzazione degli zuccheri. Si ritrovano note maltate di caramello, speziate dei luppoli e un piacevole fruttato. Gradazione alcolica: 5,6%
DIE SCHWAR­ZE KUH: birra scura ad alta fermentazione ispirata alle Imperial Stout anglosassoni. Il nome significa “la mucca nera” ed è una dedica alle mucche del territorio che mangiano le trebbie del birrificio. Note tipiche di caffè, cioccolato e liquirizia con un tocco di erbaceo e fruttato dato dai luppoli. Gradazione alcolica: 9,2%

NICOBAR IPA: birra ambrata ad alta fermentazione in stile India Pale Ale. Il nome celebra le Isole Nicobare, l’unica colonia austriaca dal 1778 al 1783 nell’Oceano Indiano. Predominanti gli aromi agrumati (pompelmo), tropicali (frutto della passione) e resinosi tipici dei luppoli usati. Emergono anche note maltate di caramello. Gradazione alcolica: 6,4%

  1. Il birrificio austriaco più “festoso”: ZILLERTAL BIER

 

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Il birrificio Zillertal è staro inaugurato a Zell am Ziller in Tirolo nel 1500 e da allora la più grande festa tradizionale dell’Austria, il Gauder Fest, viene organizzata sui terreni di proprietà del birrificio, nella prima settimana di maggio. Dal 2014 questa festa è stata dichiarata “Patrimonio Culturale Immateriale” dell’UNESCO. Il legame tra Zillertal Bier e Gauder Fest è fortissimo tantochè, da sempre, la birra ufficiale dell’evento è fornita dal birrificio stesso. La gamma prevede una ventina di birre, tra cui:

GAUDERBOCK: birra chiara a bassa fermentazione in stile Bock. La birra ufficiale del Gauder Fest. Prodotta a settembre e pronta per maggio, il mese della festa. Note maltate di panificato, caramello e miele sono accompagnate da sentori erbacei e fruttati. Gradazione alcolica: 7,8%

TYROLER: birra dorata a bassa fermentazione in stile Helles, prodotta con 100% di orzo Fisser Imperial, orzo primaverile tipico del Tirolo. Birra equilibrata dalla frizzantezza contenuta per una bevuta facile facile. Gradazione alcolica: 4,8%

DUNKEL: birra ambrata a bassa fermentazione ispirata alle Dunkel tedesche. Note maltate di frutta secca, miele scuro e caramello con un piacevole finale dal tocco più amaro. Gradazione alcolica: 5,2%

 

Rimaniamo avvolti in questa atmosfera festosa e sembra già di indossare il tradizionale Lederhosen per i maschietti o il Dirndl per le femminucce e di stare in fila ad una festa della birra, con in mano il boccale “Krügel” pronto per essere riempito. Il territorio austriaco fa sempre sognare, sarà per le vedute mozzafiato, i paesi fatati dall’architettura tirolese, i giardini impeccabili e i vasi di fiori sempre fioriti… ma com’è possibile?!?…Ops scusate, la fila si è mossa, tocca a me… Krügel riempito!

Alla prossima pinta!

Siti internet e pagine social di riferimento:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.hofstetten.at

www.stiegl.at

www.facebook.com/TUX1280/

www.brauhaus-gusswerk.at

www.zillertal-bier.at

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!