Numero 28/2023

10 Luglio 2023

Il giro del mondo in… tante birre: Bangladesh

Il giro del mondo in… tante birre: Bangladesh

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Per la prima volta, il giro del mondo in tante birre, ci porta nel continente più vasto del mondo, quello asiatico e più precisamente in Bangladesh, soprannominato nel 1600, il Paradiso delle Nazioni. Lo splendore della capitale Dacca e di altre città superava quello delle capitali europee e la ricchezza dei commerci era fondamentale per le compagnie del vecchio continente.

Il nome Bangladesh significa “paese del Bengala” ma nessuno sa cosa vuol dire realmente Bengala….no, non dite “il paese delle tigri o dei razzi”!!! Anche se un legame esiste, infatti, per cacciare le tigri nella regione indiana del Bengala, venivano usati dei segnali luminosi, da cui il nome del razzo che tutti noi conosciamo.

Ma torniamo seri, si suppone che Bengala derivi dal nome della prima tribù, i “Bang”, che si stabilì in questa zona nell’anno 1000 a.C.

Il Bangladesh si trova nella parte terminale dei fiumi Gange e Brahamaputra che sfociano insieme nel Golfo del Bengala, l’insenatura più ampia della Terra tanto da essere considerata un mare vero e proprio. Questo immenso delta è una delle pianure più fertili al mondo (v. foto sotto). Infatti, il Paese è tra i primi produttori di riso, iuta e frutta tropicale, anche se rimane uno tra quelli con il tasso di povertà più elevato.

 

Il fatto di essere compreso in questa ricca area pianeggiante, fa sì che quasi la totalità del territorio del Bangladesh si trovi a meno di 12 metri sopra il livello del mare. Si stima, addirittura, che se l’Oceano Indiano si alzasse solo di un metro, circa il 50% dei terreni verrebbero inondati!

Ma vediamo se in questo Paese così legato alla terra e all’agricoltura, la birra ha trovato un buon terreno su cui attecchire!

LA STORIA DELLA BIRRA IN BANGLADESH

Il Bangladesh è un paese a maggioranza musulmana, circa l’88% della popolazione, infatti, è di fede islamica. Per questo, seguendo i precetti religiosi, si attuano severi controlli sulla vendita di alcolici.

Una legge del 1990 (Narcotics Control Act), addirittura, vieta la vendita di birra, la cui definizione lascia, però, ampi spazi di manovra. Infatti, è identificata come: bevanda dalla gradazione alcolica compresa tra il 5% e l’8,5%. In passato, un produttore, che scoprirete più avanti, è riuscito a mettere sul mercato una birra da 4,8%, chiamandola “bevanda al malto”. Fatta la legge, trovato l’inganno!!

È comunque sempre complicato godersi delle birre in Bangladesh. Per bere bisogna possedere, persino, un permesso che viene quasi sempre rilasciato ai non musulmani. I musulmani, invece, hanno bisogno di una prescrizione medica. Fortunatamente, i turisti stranieri non necessitano di alcuna autorizzazione. Ma comunque, e questo vale per tutti, si possono bere bevande alcoliche esclusivamente all’interno degli hotel a 5 stelle e nei locali approvati dal Governo. Tali limiti e divieti, come la storia ci insegna, hanno sortito l’effetto contrario, invece di controllare l’assunzione di alcolici, ne hanno fatto crescere il consumo illegale.

Solo dal 2022, è iniziata una vera e propria rivoluzione legislativa. Varie revisioni alle norme vigenti sull’alcol stanno allentando le restrizioni per sviluppare il comparto produttivo interno, combattere il mercato nero e soddisfare le richieste del crescente numero di turisti.

Il consumo annuo di birra resta, comunque, uno dei più bassi al mondo, solo 0,02 litri pro-capite.

L’UNICO BIRRIFICIO IN BANGLADESH!

La scelta è obbligata, se si vuole bere una birra nazionale, ad oggi, esiste un solo marchio. L’alternativa, in Bangladesh, sono le birre straniere dei maggiori colossi industriali, tra cui: Heineken, Carlsberg, Beck’s e Foster’s. Quest’ultima, poi, ha un certo “legame” con l’unica birra del Bangladesh!!! Guardate la prossima foto…noterete qualcosa di famigliare!!

  1. Il primo e unico birrificio in Bangladesh: CROWN BEVERAGES

 

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Il marchio Crown Beverages è nato nel 2009 e fa parte del grande gruppo industriale Jamuna Group che opera in diversi settori: tessile, chimico, elettronico, ecc…Nel 2003 Jamuna Distillery è stata la prima azienda privata ad ottenere la licenza per la produzione di bevande alcoliche. Finisce così il monopolio della Carew & Co fondata nel 1887 dall’inglese Robert Russell Carew, ma di proprietà statale dal 1973 e leader nel settore dei superalcolici (rum, whisky e vodka).

HUNTER: lager chiara a bassa fermentazione di ispirazione tedesca. La grafica dell’etichetta riprende quella del marchio australiano Foster’s. Gradazione alcolica: 5%

 

Dal punto di vista birrario, in Bangladesh c’è ancora tantissima strada da fare, la Craft Revolution sembra lontana anni luce ma forse, considerate le gravi condizioni sociali ed economiche della maggior parte della popolazione, esistono ben altre priorità. Il crescente turismo, proveniente anche dall’occidente, quindi fatto di persone abituate ad un’ampia offerta di birre artigianali nei propri paesi d’origine, potrebbe dare quella spinta in più nel diversificare l’offerta locale.

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

https://jamunagroup.com.bd

www.facebook.com/hunterbeerbangladesh

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!