Numero 52/2023
28 Dicembre 2023
Il giro del mondo in… tante birre: Bosnia-Erzegovina
Questa volta sarà più facile del solito arrivare alla nostra meta, perché con il Giro del Mondo in Tante Birre basterà attraversare il Mare Adriatico: oggi si va in Bosnia-Erzegovina. Fortunatamente riusciamo ad approdare sulle rive dell’unico sbocco al mare di questo Stato, la città di Neum, incastonata tra la costa croata.
I Paesi balcanici sono affascinanti e ricchi di storia. Sono un crogiolo di popoli dove si incontrano e si scontrano differenti culture e tradizioni. Ancora è caldo, infatti, il ricordo della Guerra dei Balcani (1991 – 2001) scoppiata circa dieci anni dopo la morte del dittatore Tito e conseguenza della dissoluzione dell’Unione Sovietica. Tante le motivazioni in gioco, le più forti, però, sono da ricercare nelle profonde diversità etniche, religiose ed economiche dei popoli e gli interessi personali dei leader politici di turno.
Il nome Bosnia-Erzegovina deriva dal fiume Bosna e dal termine “herceg” che vuol dire “duca”. Storicamente è stata abitata dagli Illiri e dagli Slavi. Dal 1400 fino alla fine del 1800 resta sotto la dominazione degli Ottomani che fondano la capitale Sarajevo, il cui nome ha origine da “sarai” che in turco significa “palazzo”. Successivamente passa al dominio austro-ungarico e, infine, entra a far parte della Repubblica Socialista Federale della Jugoslavia nel 1946, di cui seguirà tutte le vicissitudini politiche.
La Bosnia ottiene l’indipendenza nel 1992 ma subito dopo inizia il lungo e sanguinoso conflitto dei Balcani. Sarajevo, già protagonista dell’omonimo eccidio che diede l’avvio alla Prima Guerra Mondiale, porta ancora oggi i segni dell’assedio durato dal 1992 al 1996. Da brividi la vista dall’alto della città: una distesa commovente di migliaia di lapidi bianche.
LA STORIA DELLA BIRRA IN BOSNIA-ERZEGOVINA
La Bosnia, come altri paesi balcanici, è più terra da acquavite che da birra. La bevanda nazionale, infatti, è un’acquavite di frutta (Rakija) che tradizionalmente viene preparata in casa. La più famosa è quella a base di prugne (Šljivovica) ma si può fare anche con albicocche, pere e uva. Di solito la gradazione alcolica si aggira intorno al 40% ma quella casalinga può arrivare fino all’80%!
La tradizione brassicola bosniaca, quindi, deriva dai domini stranieri che l’hanno controllata, soprattutto quello degli Asburgo della fine dell’800. Un periodo di relativa stabilità sociale e di crescita economica, non a caso i primi birrifici hanno aperto proprio in questa epoca. L’impronta birraria mitteleuropea ha influenzato le prime birre prodotte in Bosnia e ancor di più ha segnato il gusto dei residenti. Ad oggi, infatti, circa il 96% della popolazione beve birre a bassa fermentazione. La grande famiglia delle Lager è sempre al vertice.
5 BIRRIFICI DELLA BOSNIA-ERZEGOVINA CON QUALCOSA… IN PIU’!
Come è sempre accaduto negli Stati fin qui esplorati, anche in Bosnia le birre industriali, locali e straniere, sono le protagoniste del mercato.
Dal 2012, però, le birre artigianali fanno capolino anche qui in Bosnia. Nonostante gli alti costi per l’importazione delle attrezzature e di quasi tutte le materie prime, i primi produttori hanno creato una comunità molto attiva e di aiuto reciproco.
– Il birrificio più antico della Bosnia: SARAJEVSKA PIVARA
Inaugurato nel 1864 nella capitale Sarajevo. Nel 1923 è stato nazionalizzato ed è stato il fornitore esclusivo per la casa reale. Durante gli anni ’80 conosce una profonda crisi da cui esce grazie alla modernizzazione degli impianti nel 1991. Questo sviluppo, però, viene bloccato dal conflitto nei Balcani. Sarajevska Pivara rimane l’unico birrificio in Europa a non aver mai interrotto la produzione, dai tempi dell’impero ottomano ad oggi. Anzi, il birrificio ha svolto un ruolo fondamentale ai tempi della guerra civile jugoslava, fornendo acqua potabile ai cittadini durante gli anni di assedio. Lo storico edificio principale ospita anche il Museo della Birra.
SARAJEVSKO PIVO: la birra di punta del birrificio, la più bevuta in Bosnia. Lager chiara con in primo piano gli aromi del malto e un finale amaro dissetante. Gradazione alcolica: 4,9%
SARAJEVSKO PREMIUM: lager chiara prodotta con materie prime selezionate, dai sentori erbacei e un tocco di agrumato. Gradazione alcolica: 4,9%
SARAJEVSKO TAMNO: lager scura dai sentori più caramellati. Gradazione alcolica: 4,9%
– Il primo birrificio artigianale della Bosnia: OLDBRIDZ CRAFT BREWERY
Arslan Mesihović, uno dei primi homebrewer bosniaci, dopo aver vissuto venti anni in California, torna in patria e apre OldbridZ nel 2012 nella città di Mostar. Diventando, così, il fautore del movimento craft nazionale. Nel 2018 inaugura “ImaiMože’s Beer Garden” il locale dove poter assaggiare tutte le sue creazioni. Il forte legame con la sua terra è rappresentato dal logo che raffigura l’antico ponte ottomano simbolo della città di Mostar.
MARAKUJA: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle American Pale Ale. Sentori fruttati e tropicali in primo piano rinfrescati da quelli agrumati e dall’amaro persistente. Gradazione alcolica: 5,3%
BLACK DEVIL: birra scura ad alta fermentazione che richiama le Russian Imperial Stout. Le note maltate torrefatte sono le protagoniste con aromi di cioccolato e caffè. Note speziate di vaniglie e fruttate di frutta secca. Avvolgente e ricca. Gradazione alcolica: 10%
CRAFTY: birra chiara a bassa fermentazione di ispirazione tedesca. In equilibrio le note maltate con quelle più erbacee date dal luppolo. Gradazione alcolica: 5%
– L’unico birrificio bosniaco con origini trappiste: BANJALUČKA PIVARA
Fondato nel 1873 all’interno dell’Abbazia di Mariastern a Banja Lucka da monaci trappisti austriaci, guidati da fratello Franz Pfanner. Agli inizi del ‘900 era il monastero trappista più grande del mondo: ospitava ben 219 religiosi. Grazie alla loro birra, i monaci riuscirono, addirittura, a mettere fine alla tradizione locale di bere acquavite fatta in casa. Usanza che tra la fine dell’’800 e gli inizi del ‘900 causò non pochi problemi sociali. Dopo la Seconda Guerra Mondiale divenne proprietà dello Stato. Oggi è uno dei produttori più grandi di birre in Bosnia con i suoi 400.000 hl/annui.
NEKTAR: birra chiara a bassa fermentazione di ispirazione tedesca. Una delle birre più popolari della Bosnia. È stata sponsor della Triestina Calcio. Classiche note maltate e floreali seguite da un finale erbaceo persistente. Gradazione alcolica: 5%
BANJALUČKO: birra chiara a bassa fermentazione che ricorda una Pilsner. Facile da bere e dalle note amaricanti del luppolo più presenti. Gradazione alcolica: 4,6%
CRNI ĐORĐE: birra scura a bassa fermentazione che ispira alla Dunkel tedesche. Dedicata all’eroe della prima rivolta serba contro gli Ottomani. Forte e decisa, dalle note più torrefatte di caramello e caffè. Gradazione alcolica: 5%
– Il birrificio “più stratega” della Bosnia: LAUFER CRAFT BREWERY
Birrificio inaugurato nel 2018 da Kosta Stevanovic nella città di Brčko. È il primo birrificio artigianale dell’area nord-est della Bosnia. Il nome deriva dal tedesco e significa “corridore”. Lo stesso termine è usato per indicare l’alfiere degli scacchi. E questo gioco rappresenta proprio il modus operandi del birrificio: mischiare sempre l’ingegno con l’arte. Inoltre, l’attacco doppio di alfiere è una mossa veramente speciale da veri strateghi. Ad oggi quattro birre in linea.
PILSNER: birra chiara a bassa fermentazione che si rifà alle Lager tedesche. Aromi tipici maltati e floreali con un tocco di erbaceo. Gradazione alcolica: 5%
APA: birra chiara ad alta fermentazione di ispirazione americana grazie ai luppoli utilizzati. Facile da bere dai freschi sentori erbacei ed agrumati. Gradazione alcolica: 5,1%
WHEAT BEER: birra di frumento ad alta fermentazione. L’aggiunta di coriandolo e scorza d’arancia ci riporta in Belgio mentre l’uso di frumento maltato è tipico della tradizione bavarese. Gradazione alcolica: 5,7%
STOUT: birra scura ad alta fermentazione di derivazione anglosassone. Protagonisti gli aromi torrefatti che ricordano il cioccolato e il caffè. Presenti anche note speziate e di frutti rossi. Gradazione alcolica: 5,6%
– Il birrificio bosniaco “più sportivo”: ’84 OLYMPICS BREWERY
Il birrificio apre le porte nel 2019 a Ilidža, vicino Sarajevo, dando vita al sogno di tre amici homebrewer Ivan, Reof e Aco. Il nome è un chiaro omaggio alla capitale che nel 1984 ha ospitato le Olimpiadi Invernali. Il design delle etichette è curato dal famoso illustratore locale Zdravko Cvjetković che non solo ha creato la mascotte del birrificio (un cono di luppolo) ma ha pubblicato anche il fumetto “All our Dragons” dedicato agli atleti nazionali.
LEGENDA: la prima birra prodotta, ispirata alle American Pale Ale. In etichetta la mascotte in tenuta da sci. Agrumata e resinosa. Gradazione alcolica: 5,2%
CRNJAK: birra scura ad alta fermentazione di derivazione anglosassone. Aromi torrefatti in primo piano (caffè e cioccolato) alleggeriti da quelli più speziati. Gradazione alcolica: 4,5%
KLOSAR: birra ambrata che si rifà alle tradizionali Kolsch di Colonia. Leggera e scorrevole, con sentori delicati di panificato, un lieve fruttato e una nota floreale sul finale. Gradazione alcolica: 5,2%
La Bosnia-Erzegovina è l’esempio di come, nonostante troppe ferite ancora da sanare, si possa diventare protagonisti di una lenta ma bella rinascita. E questo è quello che sta accadendo, anche, nel piccolo mondo delle birre artigianali locali.
Alla prossima pinta.
Siti internet e pagine social di riferimento:
Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:
www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)
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