Numero 16/2019

20 Aprile 2019

Un sorso di Germania: Andechs

Un sorso di Germania: Andechs

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Andechs è un piccolo comune, con poco più di 3 mila abitanti, nel Land della Baviera, precisamente sul lago di Ammer. Originariamente, il monte di Andechs era occupato da un castello, costruito probabilmente su un accampamento romano, di proprietà dei conti di Dießen. Nel secolo X il conte Rasso (il futuro san Rasso), di ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa, portò con sé delle preziose reliquie custodite nel castello, pertanto il monte fu battezzato Sacro Monte.

Nel 1128 il conte Bertoldo II di Andechs obbligò i suoi sudditi a venerare ogni anno il cosiddetto Sacro Tesoro. Poi i membri della casa di Andechs furono accusati (accusa che sarà in seguito ritirata) di coinvolgimento nell’assassinio di Filippo di Svevia e, nel 1246, il castello fu raso al suolo (cappella compresa). Delle sacre reliquie pertanto non si ebbe più notizia.

 

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Nel 1338, durante la celebrazione di una messa nell’ex cappella del castello, le reliquie, rimaste sotto l’altare, furono occasionalmente ritrovate. E, a seguito del ritrovamento, cominciò il flusso dei pellegrini verso Andechs.

Intorno alla metà del secolo XV, sul monte si stabilì una comunità di monaci benedettini. Il monastero fu invece fatto costruire nel 1455 da Albrecht III come atto di redenzione del terribile gesto compiuto dal padre Ernst I, duca e signore di Straubing. Albrecht ovvero aveva sposato di nascosto la bellissima Agnes Bernauer, figlia di un barbiere di Augsburg. Scoperto il segreto, nel 1435, Ernst, approfittando dell’assenza di Albrecht per una partita di caccia, fece accusare Agnes di stregoneria, per aver usato filtri d’amore allo scopo di far innamorare il suo unico figlio erede al trono, e diede ordine di legarla e gettarla nel Danubio. Immancabilmente, iniziò la produzione di birra a opera dei frati, fino alla soppressione della vita monastica a seguito della secolarizzazione. Ritornato nelle mani di una comunità di benedettini, il monastero cominciò a sostenersi economicamente tramite la vendita dei prodotti di coltivazione monastica.

 

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Nel 1850 il monastero di Andechs, compresa la sua Klosterbrauerei, divenne un priorato dell’abbazia benedettina di San Bonifacio, a 40 chilometri da Monaco di Baviera. Il monastero di Andechs infatti, coi suoi 320 ettari di terra tra i laghi e le foreste di una verde regione, e quindi con le sue aziende agricole, permette tuttora impegno pastorale, accademico e sociale, non solo per sé, anche per i monaci di San Bonifacio.

Nel 1871 il birrificio si convertì al sistema di funzionamento a vapore; nel 1906 eresse la Mälzereigebäude a sette piani. Seguì, nel 1950, il primo impianto d’imbottigliamento. Tra il 1972 e il 1984 fu costruito invece un nuovo stabilimento produttivo separato ai piedi del Monte Sacro. Dal 1993 e dal 1997, su suggerimento dell’abate Odilo Lechner, iniziò anche la produzione della birra di frumento, rispettivamente, chiara e scura.

Il birrificio del monastero di Andechs è il più grande dei sei birrifici monastici rimasti in Germania. Ma, come tutte le Klosterbrauerei tedesche, offre le tipologie della zona circostante. Si tratta di prodotti estremamente segnati dal malto e di prima qualità, realizzati con l’acqua delle varie sorgenti private, con tecnologie avanzate e nel pieno rispetto delle secolari tradizioni benedettine.

 

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La sua produzione supera i 100 mila ettolitri annui. Una parte viene servita, presso il monastero; il resto, distribuito in Germania e in tutto il mondo. C’è da precisare, a riguardo, che la degustazione in loco è assicurata confortevolmente dal vasto complesso con capienza di circa 2 mila posti a sedere, ottimo ristorante e ampio giardino.

Andechser Bergbock Hell, helles bock di colore giallo oro carico (g.a. 7%); ottenuta con doppia cottura e lunga stagionatura. La schiuma, per la media effervescenza, si alza cremosa, durevole e aderente. Il malto, che prevale nell’aroma, caratterizza anche il palato, asciutto ed equilibrato. Il corpo possiede notevole struttura, con la forza alcolica sufficiente per scongiurare qualsiasi probabilità di stucchevolezza. Il finale reca l’accento del luppolo, con lontane impressioni di esteri e alcol.

 

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Andechser Doppelbock Dunkel, doppelbock di colore mogano con sfumature rossastre (g.a. 7,1%). Anche la ricca spuma, cremosa e aderente, tende allo scuro. I tre passaggi di cottura del mosto conferiscono un forte aroma di malto, con gradevoli sentori erbacei, speziati e di frutta matura. Nella complessità del gusto si distinguono note dolci e fruttate; mentre la sensazione di malto tostato preannuncia la secchezza di un finale che sfocia nel persistente retrolfatto dolceamaro.

Andechser Export Dunkel, dunkel di un bruno rossastro chiaro (g.a. 4,9%). Ha una buona effervescenza; schiuma bianco sporco, alta e con sufficiente allacciatura; aroma di malto, con sentori di caramello, toffee, crosta di pane, malti scuri, biscotti; corpo medio di consistenza liscia ma acquosa; gusto lungo e complesso, con note di malto, miele, caramella mou, e un sottile rivestimento a base di luppolo terroso; finale secco, pulito, frizzante.

 

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Andechser Jubiläumsbier Dunkel Naturtrüb, dunkel non filtrata, di colore rubino ambrato (g.a. 5,9%); conosciuta anche come Andechser Winterbier. L’effervescenza è abbastanza vivace; la schiuma, scarsa, ma cremosa e tenace. Fiocchi di granturco, pane tostato, grano arrostito, caffè, cioccolato, caramello, sono gli ingredienti di un piacevole, persistente bouquet. Il corpo medio presenta una consistenza un po’ acquosa. Il gusto ha una certa dolcezza, tenuta però in perfetto equilibrio da note di liquirizia, lievito, noci. Il finale apporta sensazioni di fieno fresco e secca tostatura. Dal retrolfatto emerge una rinfrescante punta di acidità.

Andechser Spezial Hell, helles di colore dorato chiaro (g.a. 5,9%); conosciuta anche come Andechser Festbier. Propone un’effervescenza piuttosto forte; schiuma bassa e sottile, con buona ritenzione; aroma granuloso con delicati sentori di malto, caramello, luppolo, miele, erba, fieno; corpo medio tendente al sottile; sapore deciso, pulito, inizialmente amabile, per assumere via via una consistenza amarognola, fra tenui note floreali; sufficiente retrolfatto con impressioni erbacee che diventano presto acidule.

 

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Andechser Vollbier Hell, vollbier di colore giallo pallido (g.a. 4,8%); classica lager bavarese. Filtrata a freddo e maturata a lungo, blandamente luppolizzata e con gradevole aroma di malto, presenta un gusto fresco e leggero. L’effervescenza è invece piuttosto alta, generando comunque una ricca schiuma di notevole durata. Il corpo appare leggero, di una morbidezza vellutata. Dal discreto retrolfatto esalano piacevoli sensazioni amarognole.

Andechser Weissbier Dunkel, dunkel weizen di colore marrone (g.a. 5%). La schiuma, gestita da un’effervescenza decisa, emerge di medie dimensioni, bella cremosa, stabile, aderente e con perfetta allacciatura. L’aroma è improntato a sentori di banana matura, ananas, cacao, fumo, caramello. Il corpo scorre morbido, rotondo, brioso. Al palato, la dolcezza del caramello convive allegramente con l’amarore del luppolo, chiudendo la lunga corsa con una punta rinfrescante di acido e una nota piccante di lievito. Il finale è corto, ma equilibrato. Il lungo retrolfatto fruttato esala suggestioni amare.

Andechser Weissbier Hell, hefe weizen di colore giallo scuro (g.a. 5,5%); prodotta in vasche aperte. L’effervescenza è elevata; la schiuma, fitta e tenace. Le spezie che, insieme alla profumo fruttato, marcano l’olfatto s’impongono anche al palato, in un corpo fresco, intenso ma leggero. Le stesse spezie ritornano nel retrolfatto, supportate da suggestioni di malto e di una delicata acidità.

 

Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.