Numero 30/2020

20 Luglio 2020

Bevitori (in)consapevoli

Bevitori (in)consapevoli

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Tra l’essere dei maniaci Beer geek ed essere dei bevitori “inconsapevoli” c’è molta differenza.

Ma un punto in comune c’è.Spesso questi due tipi di consumatori non riescono a godersi fino in fondo quello che hanno nel bicchiere.

I primi saranno sempre alla ricerca della birra più particolare presente sul mercato e non perderanno occasione per  trovare difetti e criticare qualsiasi bicchiere gli si pari sotto il naso.

I secondi, forse, sono solo abituati alla bevuta standard industriale e, davanti ad una tap list, sono decisamente in difficoltà.

Ora non si vuole fare ironia su nessuno, perché ognuno è libero di bere come e ciò che vuole, però un po’ di cultura aiuterebbe tutti.

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La birra è una bevanda che avvicina la gente, fa nascere amicizie e, perché no, qualche confronto. E la birra artigianale non è la versione per nerd.

Un po’ di cultura, come detto sopra, aiuterebbe innanzitutto a uscire da certi stereotipi e figuracce, e sicuramente andrebbe ad aiutare il consumatore a scegliere lo stile che più si avvicina ai propri gusti.

Parlo di gusti, non di bevute tecniche, quelle le lasciamo ai giudici nelle giurie.

Semplicemente parlo di scegliere uno stile perché lo si conosce e piace, perché chiedendo una birra rossa potreste trovarvi davanti una luppolatissima red ipa, una beverina bitter, oppure una maltata bock dall’alto tenore alcolico.

E chiedendo una chiara non è detto che vi arrivi una pils.

 

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Quello che mi piacerebbe è che il consumatore sapesse cosa vuole nel bicchiere.  Forse lo sa ma non sa come si chiama.

Certo, poi ti trovi davanti a sigle come ddh, neipa, breakfast Stout, ecc… E a quel punto inizia la confusione! A meno che non ci sia un publican disponibile e preparato (Dio li benedica) pronto a spiegarti cosa e come spilla quella sera dalle sue vie.

Non bisogna per forza diventare degli esperti ma imparando poco a poco, saprete muovervi senza difficoltà in questo mondo, e avrete così ampliato anche il vostro bagaglio culturale. Questo potrebbe metter giù le basi per avventurarsi a provare qualcosa di nuovo, o magari insolito, senza fare i fenomeni da bancone. Purtroppo ne siamo già saturi.

Una volta scelto lo stile in modo consapevole, soffermatevi qualche secondo sui profumi di quello che avete nel bicchiere e poi assaggiate, fate in modo di fare conoscenza con la vostra birra, capire e notare le sensazioni che vi dona. Poi bevete in libertà, liberi da ogni schema, e difficilmente avrete brutte sorprese.

 

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Daniele Bertozzi
Info autore

Daniele Bertozzi

Novarese, classe1981.
Un viaggio in Belgio per scoprire che la birra è molto di più di quello che trovi nei supermercati e che, a dire il vero, poco mi è sempre piaciuta (tranne rare occasioni…).
Cercavo emozione tra gli scaffali e non l’ho quasi mai trovata!
Ho vissuto come tanti colleghi il “rinascimento birraio italiano” che dà ancora oggi tante possibilità e soddisfazioni a livello personale e professionale.
La passione è sempre cresciuta costantemente tra eventi, formazione, fino a giungere ai corsi di Unionbirrai con relativi esami e il conseguimento del titolo di Unionbirrai Beer Taster.
Il mondo birra diventa più di una sola passione, e ad oggi mi occupo di docenze e organizzazione di corsi ed eventi vari di formazione tra Piemonte e Lombardia.
Oltre alla birra adoro viaggiare, la musica e il buon cibo.
Curo una pagina Instagram come “Arte_birra” e ho anche pensato di fare l’homebrewer… sì, ma l’ho sempre solo pensato…