Numero 28/2020

8 Luglio 2020

Birra, una valida alleata della pesca

Birra, una valida alleata della pesca

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La birra, oltre ad essere una bevanda dissente e comoda da tenere al fresco ideale per accompagnare il tempo trascorso durante le sessioni di pesca, può diventare la risorsa per l’autocostruzione di esche per alcune tipologie di pesce.

La costruzione artigianale di “cucchiaini ondulanti”, ovvero esche artificiali, per la pesca è una pratica tradizionale dei pescatori professionali. La recente veloce diffusione tra i pescatori sportivi della pesca a lancio con esche artificiali ha indotto molti appassionati di spinning e di bricolage, stanchi di lasciare artificiali sulle piante e quattrini ai rivenditori, a intraprendere la via dell’autocostruzione. La descrizione che segue serve per dare spunto sulla costruzione di un cucchiaino ondulante da utilizzare in acque dolci o in mare; è un modello ad affondamento lento ispirato al progetto della società americana che per prima ha brevettato e avviato la commercializzazione di cucchiaini realizzati con tappi di bottiglie di birra.

 

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La prima cosa da fare è creare un anello nella parte superiore di un pezzo 15 centimetri di cavo in acciaio inox avvolgendolo intorno ad un oggetto rotondo sottile (come un chiodo) e poi avvolgendone l’estremità del filo su se stesso. Pronto il cavo di centro su cui innestare tutto il resto scegliere un tappo di bottiglia che soddisfi le proprie preferenze cromatiche. Praticare con il trapano (o con chiodo e martello) due fori diametralmente opposti sulla corona del tappo; tracciare nella parte interna del tappo (con una matita) il diametro congiungente i due fori: la linea tracciata è di aiuto per la piegatura del tappo. Facendo perno con la punta del pollice sulla linea tracciata iniziare a piegare il tappo a metà; prima di chiudere il tappo su se stesso inserire eventualmente alcune piccole olive di piombo normalmente utilizzate per la pesca: i pesi inseriti permettono di aumentare il peso dell’esca (e quindi la distanza massima raggiungibile con il lancio), la rendono più affondante e producono piccoli rumori quando il cucchiaino è in azione in acqua. In alternativa è possibile inserire un rattle, una capsula, non facilmente reperibile nei negozi di pesca, contenente piccole sfere di metallo producono suoni che attirano le prede.

 

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Potrebbe essere necessario regolare o piegare le estremità del tappo in prossimità dei fori praticati se la rotazione del cavo risulta non libera. Avvolgere quindi un altro occhiello all’estremità del cavo di acciaio inox. Fissare ad una ancoretta un anello spaccato (aiutandosi con le pinze da elettricista) e infine l’anello spaccato ad un occhiello del cucchiaino costruito. Il cucchiaino costruito può essere personalizzato secondo le proprie esigenze di pesca: si può innanzitutto migliorare la sua attrattività verniciando il tappo con particolari colori (utilizzando smalto ad acqua) o rivestendo l’ancoretta con piume o fili di lana. E’ anche possibile costruire un doppio ondulante mettendo sullo stesso cavo di acciaio due tappi in linea: si consiglia in questa configurazione di appesantire maggiormente il peso del tappo posto vicino all’ancoretta.

 

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Anche in Italia si sta diffondendo la pesca in modalità No Kill; la pesca è uno sport a tutti gli effetti (c’è comunque la competizione tra pesce e pescatore), ed è quindi insensato che debba mancare la sportività. Rimettere in acqua una preda, dopo averla con cura privata dell’amo, è una piccola azione per salvaguardare il patrimonio ittico. Schiacciare gli ardiglioni degli ami (le piccole punte intagliate nella loro parte interna), utilizzando una piccola pinza da elettricista, riduce il danno arrecato dagli stessi alle prede catturate e poi rilasciate.

 

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